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Coronavirus

Covid

Contagi e varianti, mezza Italia si avvia verso la zona arancione

La scure dei dati del monitoraggio Iss torna a pendere sulle regioni che oggi conosceranno il colore che verrà assegnato loro a partire da domenica. Il rischio, neanche tanto remoto, è che mezza Italia possa ridiventare arancione, anche se sono in molti i governatori - Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia - che si affrettano ad anticipare i dati annunciando di "essere in regola" per restare in giallo.

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Contagi in aumento, e preoccupazione per le nuove varianti che stanno interessando varie zone del Paese: è quasi certo che da domenica la metà del paese sarà in zona arancione e l’Abruzzo probabilmente in zona rossa.
 
La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio, mentre il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per 'snellire' il Comitato Tecnico Scientifico e creare una cabina di regia dei ministri che tenga conto non solo dell'aspetto normativo dei provvedimenti ma, contestualmente, anche di quello economico per evitare un nuovo "caso sci".
 
L'attesa è tutta rivolta dunque a venerdì prossimo quando saranno pubblicati i nuovi dati del monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità. Le regioni più a rischio sono Lombardia (dove da oggi quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. La situazione più delicata è quella dell'Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa, quelle di Pescara e Chieti. Da venerdì, però, c'è il serio rischio che l'intera regione sfori l'indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato oggi.  
 
Sileri: niente lockdown ma rigidità negli spostamenti tra regioni
"E' verosimile che alcune regioni tornino in zona arancione e qualcuna in zona rossa. Il lockdown nazionale non è necessario, ci saranno stop&go. Va mantenuto il blocco degli spostamenti tra regioni. Ho apprezzato che Draghi abbia usato la parola trincea, perché siamo in guerra e per uscirne servirà tutto il 2021". Così  Pierpaolo Sileri, senatore del M5S, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus.
 
 Allarme varianti
Preoccupano intanto le varianti . A Napoli è stato rintracciato un ceppo molto raro del virus (appena 100 casi nel mondo), comparso per la prima volta in Italia. Ieri è stata la Basilicata ad individuare la variante inglese - già diffusa in Lombardia e in altre regioni - mentre in Toscana ci sarebbe un caso di variant ebrasiliana, così come accertato già in Veneto.   Dalla Regione Lombardia, il presidente Attilio Fontana lancia un appello al Cts ad anticipare le decisioni sulle zone. "Con il Comitato - dice - ci si confronta il venerdì. Per me, se fosse possibile, si dovrebbe anticipare questa data perché i dati al Cts arrivano al martedì e quindi si potrebbe anticipare la notizia". E' scettico sul sistema a 'semaforo', poi, l'assessore alla Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco. "Credo che il meccanismo debba essere rivisto - spiega - perché è così veloce il cambiamento della situazione epidemiologica che cambiare zona di rischio sulla base di una valutazione di dati che vengono da due settimane prima è un meccanismo che funziona poco".
 
Gimbe: serve lockdown rigoroso di tre settimane
Serve un lockdown "rigoroso" di due otre settimane  per abbattere la curva dei contagi da Covid.19. Così  Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe."Se manteniamo la strategia di mitigazione, che ha l'obiettivoprimario di contenere il sovraccarico degli ospedali, ci trascineremo inevitabilmente lo sfiancante Stop&go degli ultimi mesi per tutto il 2021, magari rivedendo criteri e tempistiche del sistema delle Regioni 'a colori' - spiega - Se invece si deciderà di perseguire una strategia Covid-free è necessario abbattere la curva dei contagi con un lockdown rigoroso di 2-3settimane al fine di riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l'emergenza varianti".  
 
 
Marche a rischio arancione
Le Marche a rischio zona arancione, nonostante l'ordinanza del presidente della Regione FrancescoAcquaroli che limita gli spostamenti da e per la provincia di Ancona, la più colpita dal contagio, da stamattina fino alle 24 di sabato, ma non quelli all'interno della stessa provincia
 
Nell'Anconetano intanto la variante inglese continua a circolare e, secondo il direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti Stefano Menzo "ormai è prevalente" rispetto al ceppo tradizionale del Covid 19. Nel resto delle Marche la situazione dei contagi è decisamente migliore: 85 in provincia di Pesaro Urbino, 56 in provincia di Macerata, 29 in provincia di Ascoli Piceno, 17 in provincia di Fermo e 25 fuori regione.
 
 
Anche in Piemonte Rt in crescita

Il Piemonte rischia di tornare in arancione? "I numeri dicono di no, quelli del pre report del ministero della Salute. Abbiamo ancora i numeri da zona gialla perchè la situazione non è peggiorata, è stabile. L'Rt seppur lievemente in crescita rimane comunque sotto l'1 quindi i numeri sono da Piemonte in zona gialla. Ma il verdetto spetta al Cts, spetta a Roma. Noi siamo convinti che con questi numeri il posizionamento della regione sia questo ma dovrà deciderlo domani il Cts". Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. "Apprezziamo l’impegno espresso ieri in Senato dal premier Draghi - aggiunge - per anticipare i tempi della validazione del Report, ma ora aspettiamo che questo impegno diventi realtà. Perché è giovedì e i cittadini piemontesi e italiani non sanno ancora di che colore sarà la loro regione la prossima settimana. E a tutti ricordo che, adesso più che mai, dobbiamo essere prudenti nei nostri comportamenti e non abbassare l’attenzione per non vanificare tutti i sacrifici e gli sforzi fatti per arrivare fino a qui”.
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