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POLITICA

"Elezioni europee, derby tra speranza e rabbia"

Riforme, Renzi: "O si cambia o Italia ultima in Europa"

"La riforma del Senato posticipata a dopo il voto europeo ha per me un costo politico", chiarisce Renzi, al seminario sulle riforme del Pd. "Riformare la Costituzione non è un atto né autoritario né violento". In mattinata, alla direzione del partito: "Elezioni europee, un derby tra speranza e rabbia"

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"Riformare la Costituzione non è autoritarismo nè violenza verso la cosa pubblica". Lo dice il premier Matteo Renzi al seminario sulle riforme del Pd.

Ai dirigenti del partito e ad alcuni professori intervenuti, il premier ribadusce: "O si cambia, o l'Italia diventa il fanalino di coda in Europa".

Renzi argomenta così l'esigenza del cambiamento dell'assetto istituzionale del Paese: "Da decenni costituzionalisti, politici e rappresentanti delle autorità del territorio convergono in modo pressochè unanime" su questo. "E' convinzione di tutti, non del governo - precisa il presidente del Consiglio - che è arrivato il momento di provare finalmente a sistemare il complicato rapporto tra sistema istituzionale, equilibri politici, efficienza ed efficacia del sistema".

"Riforme dopo il 25 maggio, per me un costo politico"
"Le nostre idee non sono frutto di improvvisazione. Non abbiamo ansia di cambiamento a prescindere, ma o la politica dà risposte in tempi stretti o non avremo la credibilità in Ue", dice Renzi.

Il presidente del Consiglio sottolinea, inoltre, che la riforma della Costituzione non comporta  "nè autoritarismo nè violenza verso la cosa pubblica". Dopo aver evidenziato l'esigenza di procedere in tempi rapidi, il leader del Pd chiarisce l'iter della riforma di Palazzo Madama: "Vogliamo sottrarre le nostre proposte alla discussione elettorale, motivo per cui abbiamo accettato l'invito che discussione assembleare al Senato si possa fare dopo il 25 maggio. E' un atto che personalmente e anche politicamente un pò mi costa". 

"Elezioni europee, un derby tra speranza e rabbia"
"Sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza, tra chi scommette sul fallimento dell'Italia e chi dice che l'Italia ce la fa. Essere dentro il Pse, la delegazione più forte: questo è il nostro obiettivo e per questo il Pd scenderà nelle piazze senza timidezza". Il premier e segretario del Pd Matteo Renzi apre così la direzione del partito - tenuta in mattinata - in vista delle elezioni europee e amministrative del 25 maggio.  "L'Europa parte dalla scuola, non dal fondo salva banche", è così che il premier declina la propria idea di Unione Europea. Su questo solco, motiva i dirgenti del partito: "ll voto per le Europee non è un sondaggio sui ministri, ma è il tentativo per dire che per cambiare l'Europa dobbiamo stare concretamente in campo noi". Poi, annuncia: "Chiuderò la campagna elettorale nell'ultima settimana tra Firenze e Bari, i due capoluoghi in cui si vota e sarò in piazza".

"Grillo? Uno sciacallo"
Matteo Renzi riserva un affondo al leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo: "Noi dobbiamo essere quelli che vogliamo dare speranza all'Italia mentre in giro, qualsiasi cosa accada, c'è chi si butta con istinto felino per dire non c'è più nulla da credere, lo stato non c'è più. A Piombino Grillo è andato a fare lo sciacallo ma non si mettono i lavoratori contro i sindacati in una fabbrica in crisi". 
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