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POLITICA

A Palazzo Chigi il comitato interministeriale per la revisione della spesa

Spending review, arriva la scure sugli sprechi

La riunione convocata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. In corso il Cdm. Il premier Renzi, ospite ieri sera di Bruno Vespa a Porta a Porta, ha ribadito che i tagli ai costi della politica ci saranno: a partire dalla "chiusura" del Senato elettivo, vendita on line delle auto blu, 500 milioni dalla riduzione degli stipendi dei manager pubblici. 

Matteo Renzi
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Roma Una scure sugli sprechi della spesa pubblica. E’ l’obiettivo che si pone il comitato interministeriale convocato a Palazzo Chigi dal sottosegretario all presidenza del Consiglio Delrio. All'incontro con il super commissario straordinario alla spending review Carlo Cottarelli hanno preso parte i ministri Padoan, Alfano, Boschi e Madia. E proprio di tagli ha parlato ieri sera lo stesso presidente del Consiglio ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta. I tagli alla politica ci saranno, ha spiegato: a partire dalla "chiusura" del Senato elettivo, vendita on line delle auto blu, "simboli del potere", 500 milioni dalla riduzione degli stipendi dei manager pubblici, che guadagnano più del "presidente della Repubblica", 2,5 miliardi dall'innalzamento delle rendite finanziarie, bot esclusi, dal 20 al 26 "come in Europa". Subito dopo la riunione  del comitato interministeriale è inizato a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. All'odg, tra l'altro, il decreto legge con "disposizioni urgenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope" e sui "medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale" con la proposta di nuove norme sull'uso 'off label' dei farmaci.

Agenda, quindi, fittissima di impegni per il presidente del Consiglio che domani in tarda mattinata sarà in visita ufficiale a Parigi dal presidente francese Francois Hollande.
 
"Soldi a maggio o sono un buffone"
Ieri sera Renzi ha assicurato un aumento di circa 85 euro in busta paga a partire da maggio per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 25mila euro lordi all’anno. "Soldi a maggio o sono un buffone", ha ribadito il capo del governo. Sempre in tema di fisco, il presidente del Consiglio ha escluso l'introduzione di una "patrimoniale" e chiarito che "chi guadagna 2000-3000 euro di pensione sarà escluso da un contributo. “Chi sostiene che i pensionati pagheranno la manovra sbaglia, per i pensionati non cambia niente".
 
I sindacati: nessuna svolta per i pensionati
Ma sui pensionati i sindacati non sono comunque soddisfatti e puntano il dito contro la mancata svolta per loro, perché non beneficeranno della detrazione Irpef diretta ai lavoratori dipendenti. "Nessuna svolta buona per i pensionati e gli anziani. Tra le misure annunciate dal governo - affermano Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil - per loro non c'è niente ed è ormai del tutto evidente che sono considerati a tutti gli effetti dei cittadini di serie B, non meritevoli di alcuna attenzione". Poi annunciano: "Non resteremo fermi e zitti". La richiesta di un segnale di attenzione nei loro riguardi arriva anche dai leader confederali: il governo "dovrebbe fare un passo in più e guardare ai tanti pensionati poveri che hanno pensioni basse. Anche a loro è dovuta una restituzione fiscale", ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Come lei, anche il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni apprezzando il taglio dell'Irpef per i lavoratori, chiede che non siano dimenticati i pensionati con i redditi più bassi.
  
In merito alla durata del governo, il premier ha detto che si tornerà a votare nel 2018: “Sono convinto – ha spiegato - che questa classe politica in Parlamento ha l'ultima chance per dimostrare che può fare le cose".
 
"Chiederemo all'Europa di cambiare le regole"
Poi l’annuncio: "Dopo aver fatto le riforme, chiederemo all'Europa di cambiare le regole" Affrontati anche i temi europei. "Facciamo le riforme per far muovere l'Italia e non per commuovere la Merkel. Le riforme le facciamo noi, cosa l'Italia deve fare gli italiani lo sanno fare benissimo ma non vi stupite se vi diciamo all'Europa di cambiare le regole". Quanto alle raccomandazione della Banca Centrale Europea - che invita il nostro Paese "a fare di più per ridurre il debito" - Renzi afferma che si tratta di "un'avvertenza condivisibile, ma lo statement risale al due marzo". 
 
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