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POLITICA

Voto finale il 20 maggio

Scuola, ok della Camera a misure contro il precariato. Proteste davanti a Montecitorio

Approvato anche l'articolo 13 per lo stanziamento di 200 milioni per la valorizzazione dei docenti. Ieri in serata il via libera all'articolo 9 che definisce i poteri del preside

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Roma Continua alla Camera l'esame del disegno di legge sulla scuola. Dopo il via libera ieri all'articolo 9 che definisce i poteri del preside, stamattina sono stati approvati gli articoli 14 e 15 che prevedono un limite di 36 mesi al rinnovo di contratti a tempo determinato. Misure queste finalizzate a limitare il precariato degli insegnanti. Approvato anche l'articolo 13 per lo stanziamento di 200 milioni per la valorizzazione dei docenti. Il voto finale è atteso per il 20 maggio.

Soddisfatto il ministro dell'Istruzione Giannini che twitta: "No a nuovo precariato da ora si entra per concorso". Ma le proteste davanti a Montecitorio continuano. Sit in organizzato dal Movimento cinque stelle con Di Battista.


 Con art 18: via libera a School bonus
Con approvazione dell'articolo 18, via libera della Camera allo School bonus. Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all'occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65 per cento) in sede di dichiarazione dei redditi. 

Di Battista: "No soldi pubblici a scuole private"
"Mi interesso del fatto che i soldi pubblici non vadano alle scuole paritarie - ha detto Alessandro Di Battista parlando con i cronisti - ci sono alcuni istituti non pubblici che hanno valore in certi territori non serviti da quelli pubblici, ma nella maggior parte dei casi sono scuole private".

Art 9: i poteri del "super-preside"
L'Aula della Camera, dopo un acceso dibattito, con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti, nella serata di ieri ha approvato l'articolo 9 del ddl La Buona scuola che attribuisce ai dirigenti scolastici il potere della "chiamata diretta" degli insegnanti dei propri istituti. "Non ci sarà nessun preside-padrone ma un dirigente responsabile e valutato", ha assicurato il ministro Giannini, ma tanti tra quelli che anche ieri hanno protestato davanti a Montecitorio restano convinti che questa novità possa aprire la porta a nepotismo, scelte arbitrarie e persino corruzione.
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