POLITICA
Istruzione
Renzi, video per spiegare la riforma della scuola: "4 miliardi per nuovi investimenti"
Il premier posta sui social network un video "alla lavagna" dove illustra i punti del provvedimento del suo governo: "Tante falsità, la scuola non è né della politica né dei sindacati"
"L'idea di fondo" della riforma della scuola "è l'autonomia, una parola, un po' abusata, che risale ai tempi della riforma Berlinguer. Autonomia vuol dire che la scuola di Milano centro avrà caratteristiche diverse da quella di Mazara del Vallo. Autonomia significa levare, togliere, eliminare il potere alle circolari ministeriali che in stretto burocratese decidono il futuro dei ragazzi e chiedere alle scuole di aprirsi al territorio e alle realtà culturali". Renzi spiega altri dettagli della riforma: "Non si parla di ferie per gli studenti, non si parla di vacanza. Questo è uno degli argomenti che i ragazzi mi contestano sui social network: 'tu stai distruggendo i nostri giorni di vacanza'. No, non se ne parla".
"La scuola non è mia, non è del governo, non è dei sindacati, non è degli addetti ai lavori. La scuola è il luogo nel quale riparte la crescita del Paese. Ecco perché - sottolinea il premier - ci vuole l'autonomia" degli istituti scolastici.
Lettera ai prof
Poi Renzi scrive direttamente ai docenti per spiegare le sue convinzioni sulla riforma della scuola. "C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli. Sciuparla sarebbe un errore". E' un passaggio di una lunga lettera che il premier ha scritto ai docenti per spiegare la riforma della scuola. Dateci "una mano a restituire speranza al nostro Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro progetto non è 'prendere o lasciare' e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte anche delle nostre paure".
Slitta l'esame del ddl
Slitta a mercoledì 20 maggio il voto finale sul ddl scuola: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La votazione era inizialmente prevista per martedì.