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Coronavirus

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Sileri: "I contagi saliranno ma sarà crescita controllata"

"Quando si parla di seconda ondata si innesca il panico - ha detto il viceministro della Salute - la seconda ondata che vivremo in tutto il mondo difficilmente sarà come quella di febbraio e marzo perché significherebbe non usare la mascherina, non lavarsi le mani e stare vicini. E poi oggi abbiamo la sorveglianza con i tamponi"

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"La circolazione del virus salirà, è innegabile. I contagi continueranno a salire, però lo faranno in modo graduale, con una crescita controllata attraverso tamponi e sorveglianza. I focolai saranno tantissimi e ci sarà anche una sovrapposizione con le sindromi influenzali. Ma non dobbiamo preoccuparci". Lo ha detto il vice ministro della Salute,Pierpaolo Sileri, in un'intervista a In Blu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

"Quando si parla di seconda ondata si innesca il panico - ha continuato - la seconda ondata che vivremo in tutto il mondo difficilmente sarà come quella di febbraio e marzo perché significherebbe non usare la mascherina, non lavarsi le mani e stare vicini. E poi oggi abbiamo la sorveglianza con i tamponi".

Preoccupato da pranzi in famiglia e con amici
 "Gli ospedali nei mesi scorsi sono stati degli amplificatori della diffusione del virus, adesso non succede perché ci sono dei protocolli come nelle Rsa. Oggi sono molto più preoccupato dai pranzi della domenica in famiglia e delle cene con amici. Molte persone pensano che il virus non se lo sono preso questo è un errore che non deve essere commesso", ha detto Sileri.  "Faccio fatica a pensare che oggi ci potremmo trovare nella stessa situazione di febbraio e marzo, quando il virus ci ha attaccato alle spalle".

Non solo Francia serve strategia ampia
"Il rischio di avere casi d'importazione è elevato. Servirebbe una strategia più ampia, non solo dell'Italia nei confronti della Francia ma una visione dell'intera Europa per dare delle linee definite", ha detto Sileri. "Oggi è la Francia - ha aggiunto il viceministro della salute- ma domani i casi saliranno in Germania e poi in Inghilterra. Fino a quando non avremo un vaccino questo è ciò che dobbiamo aspettarci. Potremmo fare dei test all'aeroporto anche se il tampone negativo non porta il rischio a zero". Secondo il viceministro "l'alternativa è avere un tampone antecedente di 2-3 giorni la partenza. Questo significa convivere con il virus perché il rischio non può essere zero. Se tutti gli Stati facessero questo potremmo intercettare le situazioni che potrebbero innescare dei focolai. Il rischio non sarà mai controllato".

 
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