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Coronavirus

Quanto ci è costato un anno di misure anti-Covid

La spesa delle famiglie per la dad e lo smart working

L'ultimo report SOStariffe.it ha stimato tutte le maggiorazioni di spesa luce, gas e internet nel 2020. Ebay: dalle tastiere e mouse a scrivanie e mobili per pc, quanto si è speso lo scorso anno per lo smart working

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di Francesco Taglialavoro Smart working: lavorare da casa ci è costato fino a 268 euro in più a famiglia nel 2020. L'ultimo report SOStariffe.it ha stimato tutte le maggiorazioni di spesa per luce, gas e internet fisso, dovute alle attività di studio/lavoro casalingo nel 2020: in media gli italiani hanno speso tra 145 (i single) e 268 euro in più (le famiglie). Il 2020 ha visto gli italiani alle prese con lo smart working e la didattica a distanza. Tra le novità in arrivo per le famiglie italiane c'è anche un bonus smart working. Si tratta di un'agevolazione, che potrebbe essere erogata sotto forma di contributo una tantum, per compensare la rinuncia a straordinari e buoni pasto dovuta al passaggio al lavoro agile. Tale contributo economico dovrebbe coprire, almeno parzialmente, le spese per le utenze necessarie al lavoro domestico.

Lavoro agile, quanto mi costi, dunque sembra dire l'indagine dell'Osservatorio SOStariffe.it. Sono stati esaminati tre profili di consumatore tipo: il single, la coppia e la famiglia. Si è calcolata la spesa media annuale di ciascuno e, tramite simulazioni, si è potuto stimare l'incremento dei consumi dovuto alle nuove attività da casa. È emerso che, nel complesso, i single hanno speso 145 euro in più, le coppie se la sono cavata aggiungendo 193 euro alle solite bollette e, infine, le famiglie hanno dovuto mettere in conto 268 euro in più. Il costo dello smart working grava soprattutto sulle famiglie.

L'indagine, condotta tramite i comparatori SOStariffe.it per le offerte luce e gas e le offerte internet casa, ha evidenziato che svolgere le consuete attività di lavoro e studio da casa, anziché recarsi all'esterno della propria abitazione, comporta un aggravio di costi soprattutto per i nuclei familiari.

I single, nel corso del 2020, hanno speso per le tre utenze considerate un totale di 1.116 euro (di cui 719 per luce e gas e 397 per internet). Lo smart working ha fatto loro sborsare in media 145 euro in più. Le coppie, nel complesso, hanno dovuto sostenere, nel 2020, una spesa di 1.484 euro per le bollette (che comprende 1087 di luce e gas e 397 di internet). La permanenza domestica per studio e lavoro ha inciso in media per 193 euro sul bilancio annuale delle coppie. Il profilo di consumatore-tipo che ha risentito di più dei rincari dovuti allo smart working sono proprio le famiglie (quelle considerate dallo studio SOStariffe.it sono composte da due genitori e un figlio). In media i nuclei familiari hanno speso 2.058 euro per le bollette nel corso del 2020 (di cui 1.661 per la luce e il gas e 397 per la connessione da rete fissa). In questo caso l'incremento di spesa sostenuta in smart working si aggira sui 268 euro.

Come risparmiare sulle utenze nel 2021? Lo smart working semplificato, salvo proroghe dovute all'andamento dei contagi e dei vaccini, sarà in vigore fino al 31 marzo. Cosa fare dunque per risparmiare sulle utenze domestiche? ''Un consiglio utile - risponde Alessandro Voci, responsabile Ufficio Studi e Indagini di SOStariffe.it - è passare al mercato libero già da ora e approfittare della migliore offerta luce o gas, magari una promozione di tipo dual fuel (una fornitura congiunta più facile da gestire e spesso piuttosto conveniente). Per quanto riguarda la connessione domestica, invece, possiamo individuare una promozione, magari per la fibra ottica Ftth, spendendo meno di 30 euro mensili''.

Ebay, nel 2020 +49% acquisti per postazioni smart working
Nel 2020 su eBay sono aumentati del 49% gli acquisti di prodotti per allestire in casa una postazione di lavoro: dalle tastiere e mouse, il cui acquisto è aumentato del 176% rispetto all'anno precedente, alle scrivanie e mobili porta pc che hanno segnato un +85%, fino alle docking station per i laptop (+59%), toner, cartucce e carta (+51,5%), mouse, trackball e touchpad (+36,6%), stampanti e plotter (+32,8%), monitor (+31,8%) e tastiere e keypad (+25,5%). Sono oltre 207.000 tali prodotti venduti nei primi mesi del lockdown. Lo segnala il gigante dell'e- commerce.

Acquisti a cui si sono dedicati per la maggior parte uomini e donne dai 45 ai 64 anni, che hanno comprato in totale 172.618 prodotti, e dai 25 ai 44 anni (121.115 prodotti), le fasce d'età più interessate dallo smart working. Proprio i primi mesi del lockdown sono stati quelli che hanno registrato il maggior aumento di vendite di questo tipo di prodotti: oltre 105.000 quelli venduti a marzo 2020 e oltre 102.000 ad aprile 2020.

Ma non è tutto, per la necessità di rivedere gli ambienti di casa per fare spazio alle postazioni di lavoro, è cresciuto il bisogno di riordinarli e renderli più efficienti. È aumentato infatti il numero degli italiani che nel 2020 si sono rivolti a eBay per sistemare gli spazi: +32% i prodotti per l'organizzazione della casa acquistati su eBay rispetto al 2019. Tra i prodotti scelti: ceste salvaspazio, il cui acquisto su eBay nel 2020 è aumentato del +39,8% rispetto al 2019, stand appendiabiti (+35,4%), scarpiere (+34,4%), contenitori e scatole (+27,7%), soluzioni per guardaroba (+25,6%).

Un italiano su 3 non ha mezzi tecnologici per smart working
Gli italiani fanno ancora fatica a gestire il sovraccarico di informazioni che deriva dallo smart working e uno su tre (il 31 per cento) ritiene di non disporre di strumenti tecnologici adatti a svolgere le proprie mansioni da remoto. E' quanto emerge da una ricerca condotta da OpenText - società specializzata nelle soluzioni e software di Enterprise Information Management - sull'impatto della pandemia da Covid-19 nella vita lavorativa quotidiana.

I dati della ricerca svolta in diversi Paesi tra cui l'Italia rivelano che quasi un terzo (31%) degli italiani che lavorano in ufficio ritiene di non disporre di strumenti tecnologici e digitali adatti per svolgere le proprie mansioni da remoto, riscontrando difficoltà a gestire adeguatamente il cosiddetto tecnostress (solo il 15% degli intervistati si sente a proprio agio con il flusso di informazioni cui è sottoposto). Tra le maggiori fonti di tensione, le troppe password da ricordare (39%), l'eccessiva quantità di informazioni e dati da gestire tramite i diversi dispositivi (23%) e i troppi tool da monitorare durante la giornata (22%). Da non sottovalutare, poi, quel 16% di intervistati che non riesce a "staccare" davvero, a causa del costante flusso di informazioni con cui si deve confrontare.

Quasi 3 italiani su 4 (74%) concordano sul fatto che le fonti da controllare ogni giorno siano aumentate negli ultimi 5 anni: dalle email alle notizie, dai social media ai server aziendali, tanto che quasi il 22% del campione utilizza in media più di 10 account ogni giorno (email, app, piattaforme di condivisione, ecc).

I dati suggeriscono come questo sovraccarico di informazioni abbia un impatto significativo sulla vita degli utenti: solo il 36% dei professionisti è in grado di limitare a 3 o meno il numero di risorse cui accedere per completare un progetto lavorativo. Nonostante questo, gli italiani hanno imparato ad essere veloci: 4 professionisti su 10 impiegano meno di 30 secondi per trovare file o informazioni specifici.

"Gli utenti utilizzano un numero sempre maggiore di servizi digitali in ogni ambito, dalla comunicazione con i propri cari all'accesso ai servizi bancari, fino all'acquisto di generi alimentari. Allo stesso modo, molte aziende stanno sfruttando servizi nuovi per garantire ai dipendenti di poter lavorare da casa in sicurezza," ha dichiarato Antonio Matera, Regional Sales Director OpenText Italy. "Tuttavia, se da un lato i professionisti si sono dimostrati disposti ad adottare strumenti diversi, dall'altro si stanno delineando nuove sfide, poste dalla necessità di gestire account e fonti di informazioni molteplici. Le aziende devono quindi saper riconoscere questo fenomeno, cercando soluzioni che riducano le complessità e semplifichino i processi, per offrire esperienze di lavoro in grado di riflettersi positivamente anche sui livelli di produttività".

Se lo smart working fosse adottato a lungo termine, le difficoltà per gli italiani sarebbero di natura sia organizzativa, sia relazionale. A destare le maggiori preoccupazioni per quasi 2 professionisti su 10 sono l'accesso a sistemi e file aziendali, ma anche i metodi di condivisione delle informazioni con i colleghi (16%): oltre la metà (54%), infatti, ammette di aver condiviso file aziendali almeno una volta tramite tool personali - molto più di quanto accade ai colleghi spagnoli (22%), britannici (20%) o francesi (17%).

A risentire degli effetti del lavoro da remoto prolungato, inoltre, anche la capacità di mantenere la collaborazione con i colleghi (20%) e i giusti livelli di motivazione (19%).

"Una cattiva gestione delle informazioni può avere conseguenze importanti per un'azienda, in termini sia di produttività, sia di sicurezza" ha concluso Matera. "Quando i dati risiedono su sistemi diversi, sono necessari tempo e risorse per accedervi, e può accadere che la sicurezza venga messa in secondo piano dai tentativi di cercare soluzioni alternative per snellire i processi. Archiviazione e gestione manuale delle informazioni, inoltre, sono soggette a errori. Scegliendo soluzioni basate sull'automazione, le aziende possono sfruttare al meglio i propri dati e offrire un'esperienza utente ottimale a dipendenti, clienti e partner, soprattutto nel momento storico attuale".
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