SCIENZA
I segreti scritti sulle stalagmiti
Clima, quelle piogge che decisero le grosse migrazioni
Una ricerca condotta in Scozia da studiosi dell'australiana University of New South Wales getta una nuova luce sulla storia climatica europea
Andy Baker, principale autore della ricerca, è riuscito a mappare tremila anni di variazioni della "Oscillazione nord-atlantica", un fenomeno che, mettendo in relazione la pressione atmosferica sull'Islanda e sull'arcipelago portoghese delle Azzorre, ha da sempre l'effetto di condizionare significativamente le condizioni climatiche del nostro continente.
Storia antica
In base alle osservazioni delle stalagmiti e dei loro depositi salini, si è potuto stabilire che tra la fine del III secolo d.C. e il 550 - l'epoca della caduta dell'Impero Romano d'Occidente - il clima europeo fu caratterizzato da scarsissime precipitazioni nel Mediterraneo occidentale, accompagnate da piogge intensissime e prolungate nel Nord. Una situazione che favorì lo spostamento di ingenti masse umane verso Sud: le ben note "invasioni barbariche".
I Vichinghi
A quella fase di "oscillazione positiva" seguì un lungo periodo (tra il 600 e il 900 circa) di carattere inverso: pioggia a Sud e stagioni più asciutte a NordOvest. Ecco quindi che le popolazioni scandinave cominciarono a spostarsi verso Ovest: è l'epoca delle conquiste dei Vichinghi (era un Normanno, per esempio, quel Wilhelm che nel 1066 conquistò, invadendola, l'Inghilterra).
Medioevo
Il ciclo si rovesciò tra il 1080 e il 1430, quando il clima europeo fu caratterizzato da fortissime precipitazioni in Scozia a fronte di una perdurante siccità nel Mediterraneo occidentale.
Il luogo del ritrovamento
Roaring Cave (in gaelico: Uamh an Tartair), è una grotta poco profonda coperta da uno spesso strato di torba accumulatosi nel corso degli ultimi 4000 anni. Si è osservato che le precipitazioni atmosferiche, in questa regione, corrispondono strettamente all'indice invernale dell'oscillazione nordatlantica. La crescita delle stalagmiti della grotta è quindi dipendente dalla pioggia che cade all'esterno. "Abbiamo misurato accuratamente lo spessore di ogni anello di crescita annuale di cinque diverse stalagmiti", spiega il professor Baker, "e sovrapponendo gli strati siamo stati capaci di ricostruire il clima lungo un arco di quasi 3000 anni".
di Stefano Lamorgese
Partendo dallo studio di cinque stalagmiti della Roaring Cave, una grotta situata presso Ullapool, nelle Highlands scozzesi, il professor
Storia antica
In base alle osservazioni delle stalagmiti e dei loro depositi salini, si è potuto stabilire che tra la fine del III secolo d.C. e il 550 - l'epoca della caduta dell'Impero Romano d'Occidente - il clima europeo fu caratterizzato da scarsissime precipitazioni nel Mediterraneo occidentale, accompagnate da piogge intensissime e prolungate nel Nord. Una situazione che favorì lo spostamento di ingenti masse umane verso Sud: le ben note "invasioni barbariche".
I Vichinghi
A quella fase di "oscillazione positiva" seguì un lungo periodo (tra il 600 e il 900 circa) di carattere inverso: pioggia a Sud e stagioni più asciutte a NordOvest. Ecco quindi che le popolazioni scandinave cominciarono a spostarsi verso Ovest: è l'epoca delle conquiste dei Vichinghi (era un Normanno, per esempio, quel Wilhelm che nel 1066 conquistò, invadendola, l'Inghilterra).
Medioevo
Il ciclo si rovesciò tra il 1080 e il 1430, quando il clima europeo fu caratterizzato da fortissime precipitazioni in Scozia a fronte di una perdurante siccità nel Mediterraneo occidentale.
Il luogo del ritrovamento
Roaring Cave (in gaelico: Uamh an Tartair), è una grotta poco profonda coperta da uno spesso strato di torba accumulatosi nel corso degli ultimi 4000 anni. Si è osservato che le precipitazioni atmosferiche, in questa regione, corrispondono strettamente all'indice invernale dell'oscillazione nordatlantica. La crescita delle stalagmiti della grotta è quindi dipendente dalla pioggia che cade all'esterno. "Abbiamo misurato accuratamente lo spessore di ogni anello di crescita annuale di cinque diverse stalagmiti", spiega il professor Baker, "e sovrapponendo gli strati siamo stati capaci di ricostruire il clima lungo un arco di quasi 3000 anni".