ITALIA
Unioni Civili, Boldrini: ieri chiesta responsabilità. Stepchild adoption? Normale che sia un diritto
"Quando il partner muore ed il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio. E' quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere naturale perché non deve essere anche un diritto?". Così Boldrini si schiera a favore della stepchild adoption. "Sarebbe grave il contrario: se il partner si disinteressasse di questo figlio e lo lasciasse al proprio destino. Se è un dovere naturale perché non deve essere anche un diritto?"
"L'Italia vive ancora un periodo di di crisi. Per riprendersi ha bisogno dell'impegno di tutti. Se ciascuno desse un'ora del proprio tempo per il paese le cose andrebbero sicuramente meglio", dice Boldrini rivolgendosi ad un gruppo di cittadini in visita all'aula di Montecitorio per "Montecitorio a porte aperte". "La forza del Paese - dice la Presidente della Camera - si vede da come la società è coinvolta, per cui il principio di delega non funziona. I cittadini devono essere più esigenti con i loro rappresentanti e fare scelte. Perché non siamo tutti uguali, e la generalizzazione è la tomba della verità".
Le critiche di Romani a Boldrini
"Non è assolutamente tollerabile che la presidente Boldrini entri a gamba tesa nel dibattito politico sulle unioni civili. Il suo ruolo di garanzia le dovrebbe suggerire maggiore cautela, evitando di prendere posizioni così nette. Non si può scendere in campo e allo stesso tempo pretendere di essere considerata arbitro imparziale di una partita tutta da giocare. Ancora una volta, purtroppo, la presidente della Camera dimostra la sua inadeguatezza a svolgere un compito che necessita di un equilibrio super partes che non sembra possedere. Stravolgendo le regole della correttezza istituzionale e dichiarandosi per di più apertamente a favore di una legge che presenta evidenti profili di incostituzionalità ". Lo ha dichiarato Paolo Romani, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato.
Alfano: "Family day, in piazza con la mente e con il cuore"
Angelino Alfano non andrà al Family day perché il suo incarico di ministro dell'Interno glielo impedisce. Lo afferma lo stesso Alfano, sottolineando che "ricoprendo l'incarico di ministro dell'Interno ho il compito di supervisionare che l'intera manifestazione si svolga in un clima sereno e ordinato. È l'unica cosa che mi impedisce di andare: sarò in piazza con la mente e con il cuore".
"È un grave errore del Pd - spiega il leader di Area popolare in un'intervista all'Huffington Post - mettere insieme quelli che sono i diritti patrimoniali di due conviventi con il tema di adozioni, perché così facendo si apre la porta a un'equiparazione con il matrimonio. Su questo la mia posizione è chiara: sì a più diritti, no a un'equivalenza con il matrimonio". "È di buon senso - aggiunge Alfano - auspicare un allargamento delle tutele per chi convive, è altrettanto di buon senso affermare che se si paragonano le unioni civili con i matrimoni, e si pensa a un insieme analogo di diritti e di doveri, si smonta la famiglia così come è prevista dalla Costituzione. E inoltre qualunque giudice potrebbe a quel punto consentire l'adozione".
Maroni: "Pasticcio Cirinnà? Pronti a referendum"
"Le grandi battaglie di civiltà si combattono a viso aperto, senza farsi intimorire dai soliti 'democratici', violenti e intolleranti, capaci solo di insultare chi dice no al pensiero unico. Condivido la proposta del 'Foglio': pronti per il referendum abrogativo se il Parlamento dovesse approvare il pasticcio #Cirinnà #FamilyDay". Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. E poi, "la difesa della #famiglia naturale fondata sul matrimonio è la difesa della Costituzione repubblicana e delle nostre radici @FamilyDay": così interviene su Twitter Maroni, dopo le polemiche per lo striscione a favore del Family day esposto sul Pirellone.