Coronavirus
Verso proroga accoglienza al 31 dicembre
Viminale: restino in Centri anche migranti senza titolo, stop a uscite durante emergenza
Dai territori sono giunti diversi segnali di allarme sui migranti in uscita dai Centri ed anche sulle condizioni delle strutture, alle prese con l'emergenza Coronavirus. Il capo Dipartimento libertà civili ed immigrazione del ministero, Michele Di Bari, ha quindi invitato oggi i prefetti con una circolare ad "assicurare nelle strutture di accoglienza il rigoroso rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus previste a livello nazionale", per evitare l'esposizione ai rischi di contagio per i migranti accolti e per gli operatori, nonché di generare situazioni di allarme sociale dovute al mancato rispetto, da parte dei primi, dell'obbligo di rimanere all'interno delle rispettive strutture".
Per i nuovi arrivati (i dati sono comunque in netto calo negli ultimi giorni, a marzo sono sbarcati in 241) occorre accertare che "non presentino patologie infettive ed in particolare sintomi riconducibili al virus Covid-19. A tal fine sarà necessario che vengano sottoposti prioritariamente al previsto screening" sanitario e successivamente siano applicatele misure di sorveglianza e di isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni. "Solo al termine di tale periodo e sempre che non siano emersi casi di positività al virus - si sottolinea - i migranti potranno, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria".
La circolare ribadisce, inoltre, "la necessità di assicurare che nell'ambito dei centri vengano adottate le necessarie misure di carattere igienico-sanitario e di prevenzione, nonché evitate forme di particolare concentrazione di ospiti". Ed invita infine a individuare spazi all'interno dei centri, o strutture apposite, da destinare, in caso di necessità, all'applicazione delle misure della sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o permanenza domiciliare, anche ricorrendo al potere di requisizione.
Intanto, prosegue la tensione in uno dei luoghi che non fanno parte del sistema ufficiale di accoglienza, la tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria), che ospita 450 stranieri, per lo più braccianti nei campi e ora disoccupati a causa per l'emergenza sanitaria. Il sindaco ha chiesto l'invio di ulteriori tende e bagni da allestire all'esterno per isolare eventuali casi di contagio o un potenziale ospedale da campo. Cis ono solo 7 bagni nella tendopoli. Difficile rispettare le prescrizioni anti-Covid.