Caso Rsa, la replica del Trivulzio: decessi in linea con quelli del 2019
Il Pio Albergo Trivulzio di Milano chiarisce in una nota la situazione nella struttura. L'assessore lombardo Giulio Gallera: "ogni decesso in più fa male ma siamo in una fase più o meno uguale a quella di tante realtà milanesi"
Il Pio Albergo Trivulzio di Milano, la più grande residenza sanitaria assistenziale (Rsa) d'Italia, chiarisce in una nota la situazione nella struttura, finita al centro dell'attenzione nelle ultime ore: "Su un totale di 1.012 fra ospiti e pazienti, nel mese di marzo si sono verificati 70 decessi" contro i 52 del marzo 2019, "18 dei quali avvenuti in Hospice e di cui 9 con sintomatologia respiratoria e febbrile a esordio acuto che come concausa possono essere imputabili a sospetto Covid".
"Il dato del primo trimestre 2020 - prosegue il Pat - che tiene conto anche dei decessi di ospiti trasferiti ai Pronto soccorso, è in linea con i decessi avvenuti al Pat nel corrispondente trimestre 2019 (170 contro 165)".
L'assessore lombardo Giulio Gallera interpellato ad Agorà sulla situazione al Trivulzio ha detto: "I decessi sono 70, l'anno scorso erano 52. Chiaramente ogni decesso in più fa male ma siamo in una fase più o meno uguale a quella di tante realtà milanesi, anzi forse più contenuta in numeri percentuali". Sul tema delle mascherine "noi abbiamo subito dato delle indicazioni sull'utilizzo, è chiaro che nelle strutture private devono essere fornite dal gestore", ha risposto Gallera.
Gallera ha anche parlato del tema della gestione delle Rsa che in queste ore è al centro di polemiche ed esposti: "Abbiamo chiesto di ospitare pazienti Covid in maniera volontaria - ha spiegato - soltanto a quelle autonome sia dal punto di vista strutturale sia organizzativo, ossia con aree totalmente separate dagli altri ospiti e con personale dedicato. A Bergamo gli ospedali non avevano più la possibilità di accogliere nessuno. La strategia è stata quella di svuotare gli ospedali che ogni giorno ricevevano più di 150 pazienti in Pronto soccorso e non sapevano più dove metterli, ma in condizione di assoluta separatezza rispetto agli altri ospiti. Questo è scritto nero su bianco nelle delibere regionali e che ha salvato la vita alle persone".