Cina: "Troppe urne cinerarie rispetto ai morti". Dubbi sui decessi a Wuhan, ma tesi non reggono
Mentre Wuhan torna lentamente alla normalità, emergono dubbi sulle morti dichiarate dalle autorità locali. I dati ufficiali sono di 2535 vittime nella città focolaio. Dubbi e perplessità sono stati sollevati dalla rivista Caixin e da Radio Free Asia
"Dall'inizio della settimana, sette grandi società di pompe funebri hanno consegnato ogni giorno le ceneri di circa 500 defunti alle rispettive famiglie. Questo fa pensare che siano morte più persone rispetto a quanto indicato dalle cifre ufficiali", si legge in un articolo che in forma anonima raccoglie anche dichiarazioni di cittadini. A darne conto è Radio Free Asia che mette insieme anche le informazioni diffuse dalla rivista Caixin.com, secondo cui 5000 urne sarebbero state consegnate da una grande azienda di pompe funebri di Wuhan nell'arco di una sola giornata.
Sotto accusa ci sono i dati ufficiali diffusi da Pechino: 3304 decessi accertati in Cina per coronavirus Covid-19, di cui 2535 a Wuhan.
Così i media sopracitati hanno ipotizzano altri numeri. I "decessi reali" a loro avviso potrebbero ammontare a 42 mila: un calcolo numerico che deriva dal processo di restituzione delle urne ai familiari. Si tratterebbe di 3500 urne cinerarie consegnate ogni giorno tra il 23 marzo, data di inizio del procedimento, fino alla festa tradizionale QingMing (Giorno degli Antenati o Giorno della Pulizia delle Tombe) in programma il 4 aprile. Dunque, dodici giorni (Il giorno della festa è escluso, ndr) che moltiplicati per 3500 urne restituiscono 42 mila. A quanto pare, però, le celebrazioni del Qingming sono state vietate da una disposizione firmata dal governo locale il 26 marzo scorso. Ciò smonterebbe questa tesi.
Ad ogni modo la stima per alcuni intervistati è sottostimata. "Non può essere giusto ... perché gli inceneritori hanno lavorato tutto il giorno, quindi come possono essere morte così poche persone?", racconta un residente di Wuhan. Da qui sono stati ipotizzati altri "calcoli popolari" che porterebbero a una cifra di oltre 46 mila cremazioni effettuate nelle 84 fornaci, attive anche 24 ore, durante i giorni di picco. A questi andrebbero aggiunti i diversi morti in casa, ai quali non è stato diagnosticato il Covid-19.
Addirittura, Chen Yaohui, un residente di Wuhan, intervistato da Radio Free Asia (RFA), ha sostenuto che "i funzionari locali avrebbero comprato con 3 mila yuan il silenzio delle famiglie dei deceduti". E tra gli intervistati c'è chi difende le autorità che "sarebbero in procinto di rivelare la verità, finora taciuta per non provocare shock alla popolazione".