Coronavirus, gli invisibili diventano visibili: piazzole per senzatetto a San Francisco
L'area è recintata, monitorata tutto il giorno e offre pasti, docce, acqua pulita e raccolta dei rifiuti
Linee bianche sull'asfalto per delimitare le piazzole in cui possono dormire. Anche San Francisco, come tante altre città negli Stati Uniti, ha autorizzato gli accampamenti per i senzatetto, dormitori all'aria aperta che garantiscono la distanza sociale come misura di prevenzione per il contenimento della pandemia di coronavirus che sta dilaniando il Paese.
Nel grande spiazzo davanti al Municipio è stato allestito un "villaggio per dormire sicuri". L'area, tra la biblioteca centrale della città e il Museo d'Arte Asiatica, è recintata, monitorata tutto il giorno e offre pasti, docce, acqua pulita e raccolta dei rifiuti. Presto aprirà un altro accampamento nel famoso quartiere di Haight-Ashbury. Anche il sindaco di San Francisco, London Breed, inizialmente perplesso sull'iniziativa, ha ammesso che la non regolamentazione poneva seri problemi di sicurezza.
In città ci sono circa 8000 homeless. Nathan Rice, 32 anni, si è accampato in una piazzola, ma, dice che preferirebbe una stanza d'albergo: "Abbiamo bisogno di muri che ci proteggano". Sono 1300 finora i senzatetto trasferiti in camere d'albergo e camper come parte di un programma statale per proteggere le persone vulnerabili.
Intanto a Santa Rosa, nella contea di Sonoma, è stata allestita una tendopoli. Anche a Portland, sono stati aperti tre campi per senzatetto con sacchi a pelo e tende forniti dalla città e la contea di Maricopa, in Arizona, ha aperto due aree camping a Phoenix. San Francisco però ha preferito posizionare le tende in città piuttosto che allestire mini tendopoli.
La soluzione non è piaciuta però a tutti i residenti che giudicano questi "accampamenti" pericolosi e poco igienici.
Tra le alternative proposte ci sono l'apertura di parchi cittadini, parcheggi e altri spazi oppure estendere il programma degli alloggi in hotel" o puntare su strutture pubbliche attualmente chiuse ma dotate di servizi, come le scuole.
Stati Uniti nella morsa del virus
I dati aggiornati dell'università americana Johns Hopkins indicano che negli Usa sono morte finora 94.702 a causa del virus su un totale di 1.577.287 casi confermati. Secondo lo studio solo il 4% degli americani ha contratto finora il coronavirus e anche negli Stati più colpiti solo il 25% della popolazione si è ammalato di Covid-19. Nello Stato di New York circa il 16,6% della popolazione ha contratto il virus, rispetto a circa l'1% della California e meno dell'1% del Maine. Secondo i ricercatori la situazione è sotto controllo solo in pochi Stati, vale a dire quelli che hanno un tasso di contagio inferiore a uno (il valore di uno indica che ogni persona malata trasmette il virus solo a un'altra persona). Tra questi vi sono il Montana, le Hawaii, il Wyoming, l'Alaska, la West Virginia, il Vermont, l'Idaho, il North Dakota e il Maine. Gli Stati con il più alto tasso di contagio sono invece il Colorado, l'Arizona, il Texas, il Minnesota, l'Iowa, l'Illinoise l'Ohio.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che nei prossimi tre giorni saranno abbassate a mezz'asta le bandiere sugli edifici governativi e sui monumenti nazionali per ricordare le vittime causate dal coronavirus nel Paese.