Coronavirus nel mondo: oltre 16 mln di casi. Vietnam evacua 80 mila turisti. Cina fa test di massa
Secondo il conteggio della Johns Hopkins University, il dato complessivo conta adesso 16.262.481 infezioni. I morti per covid-19 sono 648.937
Il numero di contagi da coronavirus nel mondo ha superato quota 16 milioni secondo il conteggio della Johns Hopkins University. Il dato complessivo conta adesso 16.262.481 infezioni. I morti per coronavirus sono 648.937 in totale.
Vietnam, chiusa la città di Da Nang
In Vietnam, le autorità hanno deciso di evacuare circa 80.000 persone da Da Nang, dopo la scoperta di quattro nuovi casi. Si tratta soprattutto di cittadini vietnamiti in vacanza nella nota località turistica. Il primo caso di contagio nel Paese dallo scorso aprile riguarda un uomo di 57 anni che ha chiesto assistenza medica il 20 luglio per i sintomi dell'influenza. I funzionari affermano di non sapere ancora dove abbia contratto il virus e che non ha recentemente lasciato la città. La traccia dei contatti ha identificato più di 100 persone che avevano interagito con lui, ma i test sono risultati tutti negativi.
Tuttavia, nel fine settimana sono stati confermati altri tre casi, tra cui un diciassettenne della vicina provincia di Quang Ngai che era tornato a casa in pullman con persone che erano state all'ospedale Da Nang C. La struttura è stata chiusa, così come le attività non essenziali cittadine, mentre sono stati vietati i raduni di oltre 30 persone.
Le operazioni di evacuazione dureranno almeno quattro giorni: il governo ha predisposto circa 100 voli al giorno da Da Nang verso 11 città del Paese. Era da 99 giorni che in Vietnam non erano stati confermati nuovi casi di Covid-19, da quando Hanoi aveva imposto il rispetto di misure di distanziamento sociale, rigidi controlli alle frontiere, quarantena per i positivi.
Coree, il disertore tornato al Nord non era tra i segnalati per Covid
Secondo la Corea del Sud il disertore nordcoreano tornato a nord del confine, innescando i timori di Pyongyang di un sospetto caso di persona contagiata dal Covid-19, non ha contratto il coronavirus, ma ha deciso di eludere la sorveglianza dei militari di frontiera per evitare di rispondere di un'accusa di stupro. Secondo la ricostruzione dei militari sudcoreani citati dall'agenzia Yonhap, l'uomo di 24 anni sarebbe entrato in Corea del Nord a nuoto dall'isola occidentale di Ganghwa, nel Mar Giallo, dopo essere passato attraverso un condotto di scarico per evitare il filo spinato. Fonti di polizia hanno confermato che il mese scorso l'uomo era stato messo sotto indagine per il sospetto di avere stuprato una connazionale rifugiatasi in Corea del Sud, e la settimana scorsa gli era stato vietato di lasciare il Paese.
Dopo la notizia del disertore nordcoreano tornato a casa con sintomi apparentemente riconducibili alla malattia, il regime di Kim Jong-un aveva dichiarato lo stato di massima allerta a Kaesong, città poco a nord del confine. Fino a oggi, la Corea del Nord non ha mai dichiarato la presenza di persone contagiate dal nuovo coronavirus sul proprio territorio, innescando forti sospetti sulla situazione sanitaria nel Paese. A inizio luglio scorso, Kim Jong-un aveva parlato di un "brillante successo" nel contenimento dell'epidemia, lanciando però l'avvertimento a non abbassare la guardia per scongiurare il rischio di una crisi "inimmaginabile e irrecuperabile". Sono oltre trentamila i disertori nord-coreani che vivono al Sud, secondo cifre di Seul, mentre negli ultimi cinque anni sono solo poco più di una decina le persone che hanno fatto ritorno al Nord.
Intanto in Corea del Sud sono stati segnalati 25 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore, aggiornando a 14.175 il totale delle persone contagiate.
Cina, nuovi casi e nuovi test di massa
La Cina ha registrato 61 nuovi casi di Covid-19, il dato più alto dallo scorso aprile, dovuto ai focolai emersi in tre diverse regioni. Stando a quanto precisato dalle autorità sanitarie cinesi, sono 57 i casi dovuti a trasmissione locale e quattro quelli importati. Quarantuno dei 57 casi locali sono stati confermati nella regione nord-occidentale dello Xinjiang, 14 nella provincia nordorientale di Liaoning, e due nella vicina provincia di Jilin, che confina con Corea del Nord e Russia. Le autorità della città portuale di Dalian, nella provincia di Liaoning, hanno annunciato test per tutti gli abitanti, circa 6 milioni, per arginare la diffusione del virus.
Le autorità non hanno riferito di decessi avvenuti nelle ultime 24 ore. La Cina conta ad oggi 86.570 casi e 4.652 morti, stando ai dati della Johns Hopkins University.
Hong Kong, "situazione preoccupante"
Il governo ha annunciato ulteriori restrizioni per contenere un'impennata nei casi di coronavirus, tra cui il divieto di servizi di ristorazione in ristoranti e bar per più di due persone non appartenenti alla stessa famiglia e l'uso obbligatorio delle mascherine in tutti i luoghi pubblici, anche all'aperto. Le misure entreranno in vigore da mercoledì e saranno in vigore per 7 giorni. "La situazione è molto preoccupante" ha dichiarato il segretario dell'amministrazione Matthew Cheung, aggiungendo che l'attuale focolaio è il più grave che la città abbia vissuto. Anche le strutture sportive e le piscine saranno chiuse, aggiungendole a un elenco di attività chiuse che includeva palestre e saloni di bellezza. Domenica, Hong Kong ha rilevato 103 casi locali, il quinto giorno consecutivo in cui le nuove infezioni sono state superiori a cento. Prima di questo mese, il numero riportato di infezioni quotidiane trasmesse localmente non era mai stato superiore a 28.
America Latina, 87 mila morti in Brasile
Al momento America Latina e Caraibi sono la regione al mondo più colpita dalla pandemia, con un numero di contagi pari a 4.340.214, secondo un bilancio fornito dall'Afp sulla base dei dati ufficiali dei singoli Paesi e dell'Organizzazione mondiale della Sanità. E' la prima volta che il numero di infezioni in questa area del mondo supera quello dell'America del Nord, che conta 4.330.989 contagi, essenzialmente negli Stati Uniti, che restano il Paese più colpito di tutto il pianeta.
Lo Stato latino-americano più colpito dal coronavirus è il Brasile, che ha recensito ieri oltre 25.000 nuovi casi, per un totale di 2,4 milioni. Le vittime sono invece oltre 87.000.
E' salito a 87.004 il numero delle persone che in Brasile hanno perso la vita per complicanze legate al coronavirus, con un aumento di 555 vittime rispetto a ieri. Lo rende noto l'ultimo rapporto del ministero della Sanità del Brasile, spiegando che nelle ultime 24 ore sono 24.578 i nuovi casi, aggiornando così a 2.419.091 il totale delle persone contagiate. In merito ai guariti, secondo le autorità sono 1.634.274 le persone che hanno sconfitto l'infezione. Lo stato di Sao Paulo, dove lo scorso 26 febbraio è stato segnalato il primo caso dell'Americana Latina, è quello maggiormente colpito con 21.606 morti, secondo è Rio de Janeiro con 12.835 decessi.
Sabato scorso, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha annunciato di essere risultato negativo al test, dopo che il 7 luglio era risultato positivo.
Preoccupa la situazione del Messico dove sono stati superati i 390mila casi di coronavirus, con oltre cinquemila positivi nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità messicano, aggiornando a 390.516 il totale dei positivi, 5.480 in più rispetto a ieri. In merito alle vittime, le autorità ne hanno segnalate altre 306, aggiornando a 43.680 il totale delle persone che hanno perso la vita per complicanze legate all'infezione. A essere maggiormente colpita è Città del Messico con 60.903 casi confermati, come spiega il quotidiano 'El Sol de Mexico'. Il Messico è il sesto Paese più colpito al mondo da coronavirus dopo Usa, Brasile, India, Russia e Sudafrica.
In Venezuela, il governo di Nicolas Maduro ha prolungato la quarantena a Caracas e in altre sei regioni. La notizia è stata data dallo stesso Maduro in una diretta televisiva dove il presidente ha spiegato che la capitale e le aree di Miranda, Vargas, Zulia, Tachira, Bolivar e Sucre entrano in "quarantena totale a causa della crescita del numero di casi". C'è da dire che al momento il Venezuela, che conta circa 30 milioni di abitanti, ha finora dichiarato numeri molto meno alti di quelli che si registrano in molti altri stati sudamericani: 15.463 i contagi censiti e 142 i decessi. Dati tragici, ma che comunque sono considerati fortemente al ribasso.
Si teme adesso che la crisi dovuta al coronavirus possa rappresentare un nuovo detonatore per la già delicata situazione politica venezuelana. Nell'est del paese un uomo è stato ferito e un'altra persona gravemente ferita nel corso di una manifestazione contro la penuria di benzina sfociata in violentissimi scontri con l'esercito. Gli scontri sono avvenuti a Aragua de Barcelona, cittadina di 39mila abitanti nello stato di Anzoategui. Secondo i media locali, i disordini sono scoppiati quando un gruppo di persone che attendevano da ben 17 giorni di fare il pieno hanno cominciato a protestare accorgendosi che alcuni veicoli che non erano nella lunghissima coda di vetture avevano ricevuto il via libera dai militari posti a presidio delle pompe per accedere ai rifornimenti saltando gli automobilisti in attesa.
A causa della propagazione della pandemia, lo stato di Panama ha rinunciato a organizzare la Coppa del mondo femminile di calcio under-20, che avrebbe dovuto svolgersi nel 2021, così come i Giochi sportivi dell'America centrale e dei Caraibi del 2022.
India, record giornaliero
L'India ha registrato nelle ultime 24 ore altri 49.931 casi di Covid-19, il dato giornaliero più alto registrato finora, che porta il totale dei contagi a 1.435.453. Stando a quanto riferito dal ministero della Salute citato dal Times of India, altre 708 persone hanno perso la vita, per un totale di 32.771 decessi. Dopo Stati Uniti e Brasile, l'India è il terzo paese al mondo per numero di contagi
Australia, forse raggiunto il picco
L'Australia ha annunciato oggi 549 nuovi casi di coronavirus, un numero record dall'inizio della pandemia, mentre le autorità locali sono impegnate in un grande sforzo per contenere la diffusione del virus soprattutto nello stato di Victoria, epicentro del contagio."Dovremmo avere raggiunto il picco", ha detto il responsabile dei servizi sanitari di Victoria, Brett Sutton, ammettendo tuttavia che nuove cifre record sui contagi potrebbero essere confermate nei prossimi giorni. Dall'inizio della pandemia, l'Australia ha registrato oltre 15.550 casi di coronavirus e 161 morti.
Sudafrica
Il Sudafrica è il paese più colpito del continente africano, con un forte aumento dei casi nelle ultime settimane: stando ai dati diffusi ieri dal ministro della Sanità Zweli Mkhize, altri 11.233 casi hanno portato a 445.433 il totale dei contagi, mentre i decessi sono 6.769. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha diffuso un messaggio di ottimismo: "Abbiamo tutti gli strumenti per una ripresa economica. Ora è tempo di collaborare perché avvenga".
"Non è il momento di disperarsi, ma di agire - ha sollecitato Ramaphosa - è insostenibile e inaccettabile vivere con un tasso di disoccupazione del 30%, che presto aumenterà. E' anche impossibile costruire un'economia basata sulla disuguaglianza". Non ha nascosto che "il cammino verso la ripresa sarà lungo e difficile", annunciando per le prossime settimane incontri con le parti sociali per "mettere a punto un piano di rilancio economico che metta insieme il meglio di tutte le diverse proposte"."Faremo ciò che dobbiamo per costruire un'economia che sia resistente e dinamica, che crei lavoro e opportunità e che risponda a tutti i bisogni del nostro popolo", ha concluso Ramaphosa, sollecitando il contributo di tutti per "un forte programma di ricostruzione e rilancio".