Sanremo2021. I cinque quadri: viaggio nella musica e nell'anima di Achille Lauro
Tutte le performance sul palco dell'Ariston. "Aver combattuto per questo festival è simbolo di ripartenza"
Ospite fisso al Festival di Sanremo, dopo due partecipazioni consecutive in gara nel 2019 e nel 2020, Achille Lauro è stato protagonista di cinque quadri, viaggi psichedelici e surreali nei generi musicali "per interpretarne l'essenza".
L.A.U.R.O. cinque lettere
All'Ariston ha portato il gLam rock ("il coraggio di essere se stessi"), poi il rock And roll ("leggerezza e spensieratezza, con il bacio tra Claudio Santamaria e Francesca Barra che oggi rappresenta qualcosa di forte") e l'omaggio agli incompresi con il pop, da "popUlar", che in Italia è banalizzato, ridotto a qualcosa di frivolo: "Noi lo abbiamo teatralizzato con Monica Guerritore ed Emma".
Per il punk Rock senza regole ha voluto accanto a sé Fiorello "perfetto perché avrebbe legittimato la messa in scena", citato se stesso, ripetendo il bacio sulla bocca con lo storico chitarrista e produttore Boss Doms (momento che ha totalizzato oltre cinquemila tweet in un minuto) e omaggiato il quadro La libertà che guida il popolo.
Per la serata finale ha scelto la sua C'est la vie, con un omaggio all'Orchestra e alla musica classica e lanciato il suo messaggio finale: "Le parole addolciscono o feriscono" proprio come le rose e, aprendo la giacca ha mostrato il costato trafitto e sanguinante. La musica lascia il posto agli audio originali degli insulti che gli sono stati rivolti: "Fai schifo, sei una vergogna, sei niente, banale, Lauro non si merita niente, tossico, blasfemo, inutile, pagliaccio".
"Ho voluto portare dei messaggi di libertà e ho voluto far capire quanto le parole facciano male, io ho imparato a farmele scivolare addosso ma per altri non è cosi'". Tornando sul palco per presentare Lo Stato Sociale sintetizza il suo messaggio e spiega che la musica può rivoluzionare usi e costumi. Poi dedica i suoi quadri al mondo dello spettacolo che è ferito.
Un viaggio dentro la musica
"Quando Amadeus mi ha fatto l'omaggio di chiamarmi al Festival - racconta in conferenza stampa - ho voluto pensare a un progetto molto più ampio della mia zona di comfort, di venire qui a fare l'ospite. Così ho pensato di fare un viaggio nei generi musicali attraverso delle rappresentazioni, incarnando non un personaggio questa volta ma l'essenza del genere.
Quindi siamo partiti dal Glam Rock, che è uno dei miei preferiti perché porta il messaggio importante di avere il coraggio di essere. Poi siamo passati per il rock'n'roll e volevamo portare la leggerezza, la spensieratezza: anche il bacio di Claudio Santamaria e Francesca Barra in questo momento storico è qualcosa di forte. Poi siamo passati per il pop, con un omaggio agli incompresi, che era uno dei punti che preferivo, perché il pop in Italia è un genere banalizzato, ridotto a qualcosa di frivolo, di poco artistico, invece noi volevamo portare un'esibizione teatrale, che facesse capire la costruzione che c'è dietro anche ad un genere così: sono stato onorato della presenza della Guerritore e di Emma. Poi abbiamo portato il punk senza regole, Fiorello era perfetto per legittimare questo genere su un palco così importante e poi ho voluto portare il mio chitarrista di sempre Boss Doms, con cui ho affrontato il Sanremo che ci ha reso quelli che siamo, e la mia band".
"Un progetto che è costato notti di lavoro, di riunioni e di creatività. Un progetto che non è vengo qua e mi metto un costume, c'è dietro molto di più. Non ci sono personaggi quest'anno, non c'è la voglia di fare scalpore. C'è la voglia di portare qualcosa che sia di più di una semplice canzone. Per me scrivere una canzone e interpretarla hanno lo stesso valore. La musica oggi si guarda anche", sottolinea. E a chi gli chiede se vorrebbe condurre il festival, risponde: "No grazie, non sarei in grado". Mentre sulla possibilità di tornare in gara al festival, conclude: "Non escludo niente".