Coronavirus, la protesta dei parrucchieri: in catene contro lo stop fino al primo giugno
"Siamo pronti per aprire, rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi"
I titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati in segno di protesta contro le misure anti-contagio che - anche nell'ultimo Dpcm - impediscono la riapertura di queste attività commerciali. I titolari del salone Dolce Vita, in corso Milano, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle usate per le delimitazioni nelle file, e hanno spiegato in una conferenza stampa improvvisata i motivi della protesta. "Non possiamo rimanere chiusi ancora - hanno detto Agostino Da Villi e Stefano Torresin - siamo pronti per aprire, rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi".
Secondo quanto comunicato dal premier Giuseppe Conte, le attività di settore apriranno il primo giugno. Quanto comunicato dal Governo è "incomprensibile e inaccettabile", secondo il presidente di Confartigianato Imprese Padova, Roberto Boschetto. "Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l'accettiamo".
A questo proposito, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, auspica che "il Governo riveda i provvedimenti che ha adottato", magari anche confrontandosi con le Regioni, dato che "stiamo lavorando con i governatori alle riaperture". Parrucchieri ed estetisti "sono diventati un po' le categorie simbolo" e "hanno ragione da vendere", continua Zaia. "Non è pensabile pensare all'apertura e dire a loro che forse riapriranno il 1 giugno".
La protesta sul web
Intanto la protesta monta anche sul web tra battute e considerazioni amare. "Solo un maschio poteva annunciare la riapertura dei parrucchieri il primo giugno. Cioè un lunedì", scrive qualcuno mentre altri fanno notare che dopo il 1 giugno c'è il 2 che è un festivo. Di fronte al proliferare di battute, foto di capelloni alla Cugini di Campagna e vignette, ieri l'hashtag #parrucchieri è finito ai primi posti nelle tendenze Twitter in Italia. C'è poi chi riporta la questione su un terreno dolorosamente concreto: "Voi scherzate ma i parrucchieri rischiano davvero di chiudere e molti di perdere il lavoro. Non si può tenerli chiusi ancora per un mese".