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ECONOMIA

Il rapporto

A Luglio disoccupazione nell'area Ocse sale al 7,4%. In Italia sesta economia sommersa dell'area

Confermato il tasso italiano al 12,6%, una crescita dello 0,3% sull'ultima rilevazione. Rapporto sulle Pmi italiane: tra il 2008 e il 2010 hanno chiuso in 63mila, persi 610mila posti

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Battuta d’arresto a luglio dei miglioramenti sulla disoccupazione nei paesi dell'area Ocse: il livello medio è aumentato di 0,1 punti rispetto al mese precedente, salendo di nuovo al 7,4 per cento. Nell'area euro, ricorda l'organizzazione parigina con un comunicato, si è registrato un valore invariato all'11,5 per cento, mentre in Italia la disoccupazione è aumentata di 0,3 punti al 12,6 per cento. Nell'area si contano 44 milioni 800mila disoccupati totali, che se sono 5,1 milioni in meno rispetto al massimo storico toccato nell'aprile del 2010, restano ben 10,2 milioni in più se paragonati con i valori del luglio 2008.

Pmi spina dorsale dell'economia italiana
Nello studio dell'Ocse, le piccole e medie imprese, ovvero le aziende con meno di 250 dipendenti, sono la "spina dorsale dell'economia italiana": tale categoria rappresenta infatti "il 99,9% delle imprese della penisola, l'80% dell'occupazione e il 67% del valore aggiunto, tra le quote maggiori dell'area Ocse". In Italia, osserva l'organizzazione di Parigi, le medie imprese (tra i 50 e i 249 addetti) hanno "un livello di produttività elevato per gli standard internazionali" e il Paese ha, in generale, una "vocazione imprenditoriale". "Quasi un quarto della forza lavoro è composta da imprenditori e le piccole imprese tendono a essere giovani", si legge nel rapporto. 

Ma debolezze strutturali
Esistono però delle "debolezze strutturali da affrontare", avverte l'Ocse, "la proporzione di persone che aprono nuove imprese è sotto la media Ocse". Tra le altre debolezze lo studio cita l'elevato numero di micro imprese (il 95% del totale), che hanno una "produttività relativamente bassa" e un'economia sommersa dalle dimensioni "relativamente grandi". Il governo italiano è quindi chiamato, raccomanda l'Ocse, ad "aumentare la creazione di nuove aziende, rafforzare le micro imprese, far emergere l'economia sommersa, ampliare il comparto della media impresa e aumentare il volume di imprenditorialità ad elevato impatto (ovvero, le cosiddette 'gazzelle', giovani aziende con tassi di crescita particolarmente elevati, che in Italia costituiscono appena lo 0,2% del comparto manifatturiero e lo 0,4% del settore dei servizi)". L'Ocse suggerisce inoltre di creare un fondo statale dedicato al sostegno alle Pmi e, soprattutto, alle start-up più innovative. 

In Italia sesta economia sommersa dell'area, 27% Pil 
Lo studio dell'Ocse rivela anche che l'Italia ha la sesta economia sommersa dell'area Ocse dopo Turchia, Estonia, Messico, Grecia e Polonia. Il valore dell'economia sommersa della penisola è pari a circa il 27% del Pil. Si tratta di dati notevolmente superiori a quelli forniti dall'Istat che, per l'anno in oggetto (il 2008), stimava le dimensioni dell'economia sommersa tra il 16,3% e il 17,5% del Pil.
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