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ECONOMIA

Taranto

Ex Ilva, parte nuovo ciclo di Cig ordinaria

È da luglio 2019 che non c'è mai stata interruzione della Cig utilizzata con varie causali. Bernabè: decarbonizzazione entro 10 anni 

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di Tiziana Di Giovannandrea Una nuova fase di Cassa Integrazione ordinaria di 13 settimane per 3.500 dipendenti del siderurgico di Taranto del gruppo Acciaierie d'Italia, ex Ilva, parte il 27 dicembre.

La lettera dell'azienda ai sindacati
L'azienda siderurgica con una lettera a firma del direttore delle Risorse umane, Arturo Ferrucci, ha spiegato ai sindacati che la nuova Cig è dipesa dai problemi del sito di Taranto a partire dalla inattività dell'altoforno 2 da marzo 2020 per circa un anno, che ha privato lo stabilimento della produzione di circa 5 mila tonnellate di ghisa. 
A questo Acciaierie d'Italia aggiunge il fermo dell'altoforno 4, a partire da aprile scorso, con la perdita sino a luglio scorso di altre 5 mila tonnellate di ghisa. Per finire, l'azienda, nella lettera che avvia la procedura di Cig, scrive del nuovo fermo dell'altoforno 4 dal 1°dicembre scorso per problemi impiantistici che si stanno affrontando con nuovi lavori. L'ulteriore fermata dell'altoforno 4, ha precisato l'azienda, si ripercuote sulla laminazione e rilavorazione a valle, nonché sull'acciaieria 1, anch'essa soggetta a fermata.

Incontro sindacati azienda
Sulla nuova Cassa Integrazione che parte dal 27 dicembre, i sindacati hanno già incontrato l'azienda ma la discussione si è risolta in un nulla di fatto così come è avvenuto nel passato.

Cig ininterrotta dal 2019
È da luglio 2019 che non c'è mai stata interruzione della Cig utilizzata con varie causali. A partire da questa data, cioè da pochi mesi dopo il subentro alla gestione di Ilva in Amministrazione Straordinaria (i commissari), che ArcelorMittal Italia prima e a seguire Acciaierie d'Italia  (in quest'ultima società è presente lo Stato con Invitalia) stanno sistematicamente ricorrendo alla Cassa Integrazione tra ordinaria e Covid.

La Cig è attualmente usata per circa 2 mila dipendenti effettivi su 3.500 di richiesta massima - il numero più elevato che viene indicato nella richiesta massima serve all'azienda per garantirsi flessibilità di gestione -, ma l'anno scorso, a causa della pandemia di Covid, ci sono state anche punte reali di 4 mila cassintegrati.

La Cig appena terminata a Taranto è stata aperta a fine settembre. A questo ulteriore ciclo di Cassa Integrazione di 13 settimane, da fine 2021 ad inizio 2022, si aggiungono i vari arresti che diversi impianti hanno avuto per svariate problematiche, sia del ciclo primario, come gli altiforni, che a valle di esso, come il Treno nastri. Tutto questo ha prodotto come risultato che il sito di Taranto non chiuderà il 2021 a 5 milioni di tonnellate di acciaio come previsto mesi addietro, ma intorno al 4 milioni di tonnellate contro i poco più di 3 milioni dello scorso anno, che rappresenta il minimo storico. Nonostante un mercato siderurgico decisamente positivo. Lo stabilimento di Taranto comunque resta il maggior complesso industriale per la lavorazione dell'acciaio in Europa.

L'annuncio di Bernabè: decarbonizzazione entro 10 anni
In Acciaierie d'Italia è presente da aprile 2021 anche lo Stato attraverso l'agenzia governativa Invitalia che, col versamento di 400 mln, detiene il 38 per cento del capitale sociale, il 50 per cento dei diritti di voto ed esprime il presidente del CdA  e due consiglieri. L'attuale presidente di Acciaierie d'Italia è Franco Bernabè che, di recente, ha annunciato come il Consiglio di Amministrazione dell'ex Ilva di Taranto stia lavorando ad un piano di decarbonizzazione dell'azienda in 10 anni, nell'ambito della transizione ecologica.
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