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MONDO

Immigrazione e confini

Addio Mare Nostrum. Al via Triton. Alfano: "Non graverà sul bilancio"

100mila i salvati, ma pesano le centinaia di morti e dispersi. Alfano chiede: "Le richieste  di asilo partano dall'Africa"

La Presse
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Roma Oggi la consegna ufficiale, ma praticamente bisognerà aspettare ancora due o tre mesi perché il passaggio da Mare Nostrum a Triton sia completo. Un'operazione che costerà circa 3 milioni di euro al mese e sarà finanziata col bilancio dell'agenzia europea Frontex. 

Mezzi di Triton
Dai primi giorni del 2015 insomma non spetterà più all'Italia controllare i confini, anche se rimarrà ovviamente il rispetto della legge del mare: "Uomo a mare va sempre salvato". Nel frattempo la Marina continuerà a lavorare con una nave a Lampedusa e 3 pattugliatori: assetti ridotti e costi ridotti di un terzo. Triton schiererà ogni mese 2 navi d'altura, 2 navi di pattuglia costiera, 2 motovedette, 2 aerei e 1 elicottero.

"Triton non graverà sul bilancio italiano"
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, alla vigilia dell'addio ha sottolineato con enfasi il dato economico. Quanto agli oneri della nuova operazione, ha spiegato che "dai 114 milioni spesi nel 2014 con Mare Nostrum, si passa a zero euro, perché l'operazione Triton non graverà sul bilancio italiano". 

I numeri di Mare Nostrum
Tracciato dunque il bilancio di quella che è stata un'"operazione di emergenza" decisa dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre dello scorso anno con 366 vittime. "Oggi possiamo dire con nettezza che l'Italia ha fatto il proprio dovere", ha aggiunto il ministro, elencando i numeri: 558 interventi svolti, 100.250 le persone salvate. Sul fronte giudiziario, 728 sono stati gli scafisti arrestati e 8 le navi-madre sequestrate. Pesano quei 499 morti, i 1.446 presunti dispersi, e i 192 cadaveri da identificare.

Le richieste d'asilo
Il ministro Alfano ha spostato nel suo discorso l'obiettivo del negoziato dell'Italia sull'immigrazione più avanti: occorre che le richieste d'asilo vengano presentate nei paesi d'origine, perché "la risposta non può avvenire in mare ma deve avvenire lì", e serve un maggiore impegno nell'accoglienza da parte dei partner europei.
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