MONDO
Nell'Oceano Indiano continuano le ricerche
Aereo scomparso, le famiglie dei passeggeri in Malaysia: "Vogliamo risposte"
Ancora nessuna risposta certa su cosa sia accaduto al Boeing della Malaysia Airlines. Un gruppo di parenti dei passeggeri cinesi va a Kuala Lumpur per cercare di incontrare le autorità malesi
Perth (Australia)
Mentre nell’Oceano Indiano continuano le ricerche del Boeing 777 della Malaysia Airlines, 29 parenti dei passeggeri cinesi sono arrivati a Kuala Lumpur per cercare di avere risposte dal governo malese. A più di tre settimane dalla scomparsa del volo MH370, la frustrazione delle famiglie delle 239 persone a bordo continua a crescere.
Caccia agli oggetti galleggianti
Nella nuova area delle ricerche, a circa 1800 km a est della città australiana di Perth, i soccorritori lavorano senza sosta ma con scarsi risultati. Finora non si è avuto nessun riscontro dalle centinaia di oggetti galleggianti avvistati dai satelliti e dagli aerei. I pochi raggiunti e recuperati si sono rivelati materiali non collegati al velivolo scomparso. “Sembra che si tratti di materiali da pesca e di rifiuti che galleggiano sulla superficie dell’oceano”, ha dichiarato un portavoce dell’autorità australiana di ricerca marittima.
Impegnati 10 aerei e 10 navi
La zona individuata studiando le informazioni provenienti dai radar è comunque vastissima: la sua superficie è di circa 319mila chilometri quadrati. Al momento sono impegnati 10 aerei di sei nazionalità e altrettante navi, ma per controllarla tutta servirà molto tempo. Le condizioni meteo intanto non aiutano i soccorritori: per le prossime ore si prevede un peggioramento del tempo, con pioggia e nubi basse.
La frustrazione delle famiglie
I famigliari delle persone a bordo, in particolare i parenti dei passeggeri di nazionalità cinese, continuano nel frattempo a fare pressione sulle autorità malesi. Un gruppo si è recato a Kuala Lumpur. "Abbiamo chiesto un incontro con il primo ministro e con il ministro dei Trasporti - dice Wang Chunjiang, il cui fratello minore era sul volo MH370 - Abbiamo domande che vorremmo porre loro di persona".
Caccia agli oggetti galleggianti
Nella nuova area delle ricerche, a circa 1800 km a est della città australiana di Perth, i soccorritori lavorano senza sosta ma con scarsi risultati. Finora non si è avuto nessun riscontro dalle centinaia di oggetti galleggianti avvistati dai satelliti e dagli aerei. I pochi raggiunti e recuperati si sono rivelati materiali non collegati al velivolo scomparso. “Sembra che si tratti di materiali da pesca e di rifiuti che galleggiano sulla superficie dell’oceano”, ha dichiarato un portavoce dell’autorità australiana di ricerca marittima.
Impegnati 10 aerei e 10 navi
La zona individuata studiando le informazioni provenienti dai radar è comunque vastissima: la sua superficie è di circa 319mila chilometri quadrati. Al momento sono impegnati 10 aerei di sei nazionalità e altrettante navi, ma per controllarla tutta servirà molto tempo. Le condizioni meteo intanto non aiutano i soccorritori: per le prossime ore si prevede un peggioramento del tempo, con pioggia e nubi basse.
La frustrazione delle famiglie
I famigliari delle persone a bordo, in particolare i parenti dei passeggeri di nazionalità cinese, continuano nel frattempo a fare pressione sulle autorità malesi. Un gruppo si è recato a Kuala Lumpur. "Abbiamo chiesto un incontro con il primo ministro e con il ministro dei Trasporti - dice Wang Chunjiang, il cui fratello minore era sul volo MH370 - Abbiamo domande che vorremmo porre loro di persona".