MONDO
Razzi sull'aeroporto di Kabul. Raid Usa contro kamikaze
Alcuni razzi sparati contro aeroporto Kabul, sarebbero stati intercettati dai sistemi di difesa. Ieri un drone americano aveva colpito un veicolo con "più kamikaze" diretto verso l'aeroporto di Kabul. Potrebbe essere stati uccisi alcuni civili.
Danni collaterali
Nove membri di una famiglia sarebbero stati uccisi nel raid americano ieri a Kabul, tra cui sei bambini, due dei quali di soli due anni. Lo ha riferito il fratello di una delle vittime a un giornalista locale che lavora con la Cnn. L'emittente ha riferito che un funzionario americano ha confermato la posizione del raid nel quartiere Khaje Bughra di Kabul. Per l'Associated Press il razzo che ha colpito un edificio a nord-ovest dell'aeroporto della capitale, segnalato inizialmente come un episodio separato dall'attacco Usa, "si è rivelato essere lo stesso evento".
Raid Usa contro Isis-K: colpiti diversi kamikaze
È stato un drone a colpire il veicolo con "più kamikaze" che era diretto sulla strada verso l'aeroporto di Kabul; ed ora la minaccia di un attentato è stata "eliminata": lo hanno riferito fonti statunitensi all'Associated Press. "Le forze americane hanno condotto un raid di autodifesa contro un veicolo a Kabul, eliminando un'imminente minaccia all'aeroporto di Kabul. Abbiamo fiducia nel fatto che il target sia stato colpito", afferma il Pentagono. "Significative esplosioni secondarie dal veicolo hanno indicato la presenza di una significativa quantità di materiale esplosivo", aggiunge il Pentagono. Gli Stati Uniti continuano a "valutare le possibilità di vittime civili", "ma al momento non abbiamo indicazioni" in tal senso. Lo afferma il capitano della Marina Usa Bill Urban, portavoce del Comando centrale dell'esercito americano. Urban ha definito il raid un'azione intrapresa per "autodifesa" e si è detto "fiducioso che abbiamo colpito con successo l'obiettivo".
Gli Stati Uniti hanno condotto il raid aereo difensivo a Kabul contro l'Isis-K, il gruppo terroristico che ha rivendicato l'attentato di giovedì all'aeroporto della capitale afghana, riferisce un funzionario della Difesa americana, citato dalla Cnn. Il nuovo attacco statunitense arriva dopo che un drone ha ucciso due presunti membri "di alto profilo" di Isis-k e ne ha ferito un altro nella provincia orientale di Nangarhar, nell'Afghanistan. Il raid arriva nelle ore in cui gli Usa stanno per concludere il ponte aereo che ha portato via dall'Afghanistan oltre 100mila persone e si preparano ad evacuare anche le truppe e le ultime attrezzature.
Sullivan: "Continueremo a colpire Isis-K"
Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a sferrare attacchi in Afghanistan, dopo il sanguinoso attentato all'aeroporto di Kabul in cui sono morte circa 170 persone tra le quali 13 militari statunitensi. "Il presidente (Joe Biden; ndr) non intende iniziare una nuova guerra in Afghanistan", ha osservato, "ma continueremo a compiere raid da oltre frontiera come abbiamo fatto nel fine-settimana contro gli uomini di Isis-K e valuteremo altre operazioni per colpire questi uomini e metterli in grado di non nuocere".
Talebani condannano raid
I Talebani hanno condannato il raid aereo americano in cui è stato colpito un sospetto kamikaze dell'Isis-K a Kabul. Bilal Kareemi, un portavoce dei Talebani, ha detto alla Cnn che gli Usa "non hanno il diritto di condurre operazioni sul suolo altrui" e che gli Usa avrebbero dovuto informare i Talebani. "Ogni volta che gli Stati Uniti conducono tali operazioni, le condanniamo", ha aggiunto Kareemi.
Da talebani ok a espatrio per chi ha documenti
I talebani permetteranno a tutti i cittadini stranieri e afghani con autorizzazione di viaggio per un altro Paese di lasciare l'Afghanistan. E' quanto afferma una nota congiunta diffusa da circa 100 governi e pubblicata sul sito del Dipartimento di Stato statunitense "Abbiamo ricevuto assicurazioni dai talebani che tutti i cittadini stranieri e qualsiasi cittadino afghano con autorizzazione di viaggio dai nostri paesi saranno autorizzati a procedere in modo sicuro e ordinato verso i punti di partenza e viaggiare fuori dal paese", si legge nella dichiarazione in cui si sottolinea che i Paesi firmatari, tra cui Italia, Usa, Gran Bretagna, Australia, Giappone, Francia e Spagna, continueranno a rilasciare documenti di viaggio agli afghani designati.
Blinken: ancora 300 americani da evacuare
Il segretario di stato Blinken ha ribadito "l'impegno a continuare ad aiutare a lasciare l'Afghanistan le persone che vogliono andarsene e che non sono fuori entro il 1 settembre, impegno che rimane". Gli Stati Uniti non manterranno una presenza diplomatica a Kabul dopo il loro ritiro il 31 agosto, ha confermato il segretario di Stato all'emittente Abc, spiegando che Washington rimarrà diplomaticamente impegnata nella regione, ma la riapertura dell'ambasciata a Kabul dipenderà dal comportamento dei talebani "nelle settimane e i mesi a venire". Blinken ha aggiunto che gli americani sono attivamente impegnati ad evacuare 300 concittadini che vogliono lasciare il paese. "Stiamo lavorando instancabilmente in queste ore e giorni per farli uscire", ha continuato Blinken, a 48 ore dalla scadenza del ritiro degli Stati Uniti.
"Morte Marines come un pugno nello stomaco"
La morte dei Marines, nell'attentato a Kabul, è stato come "un pugno nello stomaco" ha detto Antony Blinken intervistato sulla Nbc per Meet the Press. "Al dipartimento di Stato sentiamo particolarmente forte (il dolore per l'accaduto; ndr) perché molti dei morti erano Marines. Quando entri in un'ambasciata Usa nel mondo, la prima persona che vedi è un Marine di guardia, di sentinella. Non potremmo fare quello che facciamo senza di loro, senza i Marines. E questo è stato vero, ovviamente, a Kabul nell'evacuare finora 110mila persone, ma è vero in ogni missione nel mondo. Quindi l'accaduto è stato per noi particolarmente difficile, come un pugno nello stomaco". Sono circa 114.400 persone, tra cui quasi 5.500 cittadini statunitensi, ad aver lasciato l'Afghanistan, secondo gli ultimi dati forniti dalla Casa Bianca. Quelli che hanno scelto di rimanere "non saranno bloccati" nel Paese, ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, su Fox, ma non ha specificato il numero. "Ci assicureremo - ha continuato Sullivan - di avere un meccanismo per farli uscire dal Paese se vogliono, in futuro". Il consigliere ha precisato che "i talebani hanno preso impegni in questo senso".
Biden omaggia salme militari e conforta genitori
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, alla Dover Air Force Base, nel Delaware, ha ricevuto -insieme al segretario alla Difesa Lloyd Austin e i più alti vertici militari- le bare dei 13 soldati uccisi nell'attacco di giovedì all'aeroporto di Kabul. Una dopo l'altra, le bare, ricoperte dalla bandiera a stelle e strisce, sono state scaricate dall'aereo e caricate su furgoncini sotto lo sguardo attento di Biden. Il presidente, che era accompagnato della First Lady Jill, ha anche parlato con i genitori dei militari rimasti uccisi nell'attacco terroristico.
McConnell: una pessima decisione di Biden
Critiche al presidente Usa dall'opposizione. Non ha dubbi Mitch McConnell, presidente dei senatori repubblicani, a Washington: il ritiro delle truppe statunitensi dall'Afghanistan è stata "una pessima decisione di Biden. "I nostri militari stanno adesso dando il massimo a fronte di una decisione pessima, una delle peggiori decisioni di politica estera nella storia degli Stati Uniti", ha detto in un'intervista a Fox News. "Negli ultimi 20 anni non abbiamo avuto alcun grande attentato organizzato dall'Afghanistan, dove siamo andati per difenderci a casa. Direi, quindi, che essere andati lì è stata una buona scelta, che ha avuto successo". "Con 2.500 soldati in Afghanistan tenevamo il coperchio sulla pentola impedendo ai terroristi di ricostituirsi e tenevamo un piede in modo leggero nel Paese. Era una linea che stava funzionando", ha sottolineato McConnell. E poi ha aggiunto: in Afghanistan, "abbiamo avuto 2.000 soldati morti in 20 anni, nell'ultimo anno e mezzo non avevamo perso nessuno. Credo, quindi, che definire il nostro impegno in quel Paese una 'guerra perenne' o un coinvolgimento in una guerra civile è semplicemente impreciso".
Francia e Regno Unito chiederanno la creazione a Kabul di una "safe zone"
Francia e Regno Unito chiederanno lunedì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la creazione a Kabul di una "safe zone" per consentire il proseguimento delle operazioni umanitarie sul posto e proteggere le persone che cercano di lasciare l'Afghanistan dopo il 31 agosto. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al Journal du Dimanche. In vista della riunione al Palazzo di Vetro, Londra e Parigi stanno elaborando un "progetto di risoluzione" che "mira a definire, sotto il controllo dell'Onu, una zona sicura a Kabul", ha annunciato Macron. Macron ha detto anche che sono state "avviate discussioni con i talebani" per "proteggere e rimpatriare gli afghani a rischio oltre il 31 agosto". La Francia conta sull'aiuto del Qatar che, grazie ai suoi buoni rapporti con i talebani, "ha la possibilità di organizzare operazioni di trasporto aereo o di riaprire alcune compagnie aeree", ha precisato Macron. Al Journal du Dimanche il presidente francese ha detto di immaginare "evacuazioni mirate che non verranno effettuate attraverso l'aeroporto militare di Kabul". "Vedremo - ha aggiunto Macron - se questo può essere fatto attraverso l'aeroporto civile della capitale afghana o attraverso i paesi vicini".