MONDO
L'avanzata dei miliziani
Afghanistan. Dopo Herat e Kandahar i talebani conquistano anche Lashkar Gah
I miliziani rassicurano: amnistia per chi ha collaborato con il governo di Kabul e con l'occidente. Telefonata Draghi-Di Maio: massima attenzione su ambasciata. Riunione d'emergenza della Nato per l'evacuazione degli stranieri
Secondo una fonte interpellata dall'agenzia Tass, i talebani hanno imposto un cessate il fuoco di 48 ore per l'evacuazione di civili e militari dalla città.
Presa anche Feroz Koh, la capitale della provincia afghana di Ghor, a ovest di Ghazni. "Il governatore di Ghor insieme a tutte le forze di sicurezza ha cercato di lasciare la città, ma i talebani lo hanno bloccato. Dopo negoziati la città è stata evacuata ed è tutta nelle mani dei talebani", ha riferito un deputato provinciale.
Nato: no riconoscimento talebani se al potere con la forza
La Nato ha convocato una riunione d'emergenza. "I Talebani devono capire che non saranno riconosciuti dalla comunità internazionale se prenderanno il Paese con la forza. Restiamo impegnati a sostenere una soluzione politica del conflitto". Lo ha ribadito il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo una riunione del Consiglio nord atlantico.
"Preoccupati per alto livello violenze, manteniamo presenza diplomatica"
"Gli alleati della Nato sono profondamente preoccupati per gli alti livelli di violenza causati dall'offensiva dei Talebani, compreso gli attacchi dei civili, gli omicidi mirati e le notizie di altri gravi abusi dei diritti umani". Lo dice il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, dopo la riunione del Consiglio nord atlantico, durante la quale è stato riaffermato che "la sicurezza del nostro personale è fondamentale: la Nato manterrà la propria presenza diplomatica a Kabul e continuerà ad adeguarla se necessario".
Guterres: fermare offensiva, serve accordo politico
"Il messaggio che la comunità internazionale rivolge a chi ha un ruolo sul terreno di guerra deve essere chiaro: prendere il potere con la forza è una proposta fallimentare e può portare solo a una guerra civile prolungata o al completo isolamento dell'Afghanistan". E' quanto ha affermato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres parlando con i giornalisti al Palazzo di vetro a New York. "Invito i talebani a fermare immediatamente l'offensiva, negoziando nell'interesse dell'Afghanistan e del suo popolo: solo un accordo politico negoziato può garantire la pace" ha continuato Guterres, aggiungendo "questo è il momento di porre fine all'offensiva e iniziare dei negoziati seri". "L'Afghanistan sta finendo fuori controllo" ha proseguito Guterres, ricordando che "solo nell'ultimo mese più di mille persone sono state uccise o ferite nel corso di attacchi indiscriminati compiuti contro i civili, in particolare nelle province di Helmand, Kandahar e Herat". "I combattimenti tra i Talebani e le forze di sicurezza afghane nelle aree urbane stanno provocando danni enormi" ha sottolineato il numero uno dell'Onu, spiegando che centinaia di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case, che gli ospedali sono pieni di feriti e stanno terminando le scorte di cibo e medicinali. Dicendosi "molto turbato dal fatto che i Talebani stanno imponendo pesanti limitazioni dei diritti umani nelle aree passate sotto il loro controllo, prendendo di mira soprattutto donne e giornalisti", e invitando "tutte le parti a rendersi conto dell'impatto devastante del conflitto sui civili", Guterres ha ricordato che "gli attacchi contro i civili rappresentano una grave violazione del diritto umanitario internazionale e costituiscono un crimine di guerra".
Capo talebani: proteggere aeroporti e chi si è arreso
In un messaggio audio diffuso sui social media dei talebani, il capo militare degli insorti, mullah Yaqoob, figlio del mullah Omar, ha chiesto ai combattenti di "proteggere gli aeroporti, gli aeroplani, i piloti e i funzionari", rispettare "coloro che si sono arresi", specialmente i capi "anziani" e "rendere facile la vita della gente comune".
"Amnistia per chi ha collaborato con il governo di Kabul e l'Occidente"
I talebani hanno annunciato che concederanno l'amnistia a coloro che hanno collaborato negli ultimi 20 anni con le autorità di Kabul o con le forze internazionali guidate dagli Stati Uniti. Lo ha dichiarato su Twitter il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, in una nota sugli ultimi sviluppi nel Paese. Sull'avanzata dei Talebani, Mujahid l'ha descritta come una dimostrazione della ''popolarità'' che gli insorti godono tra la popolazione afghana. La conquista di 18 capoluoghi di provincia in una settimana, ha fatto notare, ''non è possibile con l'uso della forza''.
Rivolgendosi a coloro che hanno collaborato con Kabul e l'Occidente, Mujahid ha detto che ''le braccia dell'Emirato Islamico sono aperte a loro''. Intanto Stati Uniti e altri Paesi europei stanno accelerando le pratiche per evacuare gli afghani che hanno collaborato con loro negli anni e le loro famiglie.
L'offensiva dei miliziani integralisti
Nell'avanzata di ieri, i Talebani hanno preso la seconda e la terza città più grandi dell'Afghanistan, Kandahar e Herat, dove fino a qualche settimana fa erano dispiegati i militati italiani. Sono così 15 i capoluoghi delle 34 province afghane caduti nelle mani dei Talebani in una settimana.
Herat, la terza città dell'Afghanistan è stata in gran parte conquistata dagli insorti talebani: in mano alle forze governative solo l'aeroporto e una base militare, secondo quanto ha confermato a Reuters un dirigente della provincia, Ghulam Habib Hashimo.
La presa di Kandahar, città di 651mila abitanti, è strategicamente e simbolicamente importante, essendo stata la roccaforte dei Talebani. Tutte le forze governative afghane hanno lasciato la città e si sono rifugiate nelle caserme del 205esimo battaglione, hanno riferito alla dpa i deputati Gul Ahmad Kamin e Arif Noorzai. La ritirata è avvenuta dopo duri combattimenti con le forze talebane avvenuti intorno e nella città nelle ultime 3 settimane.
Ora si teme un rapido assalto a Kabul, in una rioccupazione lampo che tra crescenti polemiche è stata innescata dal precipitoso ritiro delle truppe Usa da parte del presidente Joe Biden.
Secondo varie rivendicazioni, i talebani controllano tra il 60% e l'85% del territorio del Paese, compresi i distretti lungo i confini con cinque stati: Iran, Cina, Pakistan, Tagikistan e Turkmenistan.
Il "signore della guerra" si unisce ai talebani
I talebani hanno confermato di aver arrestato l'ex governatore di Herat, il potente "signore della guerra" e alleato del governo Ismail Khan, insieme a molti dei suoi stretti collaboratori. Lo riferiscono diversi giornalisti citando un comunicato di un portavoce dei talebani, Qari Mohammad Yusuf Ahmadi.
In un messaggio video diffuso su Twitter dai media pro-insurrezione, il signore della guerra afferma che i talebani gli hanno permesso di andare a casa sua, di essere stato "trattato bene durante l'arresto" e di essersi unito ai talebani. Da giorni le milizie di Ismail Khan, 70 anni, si battevano al fianco delle forze di sicurezza afghane per la difesa di Herat.
Usa riducono il personale a Kabul
Di fronte "all'evolversi della situazione di sicurezza" gli Stati Uniti riducono ulteriormente il personale civile a Kabul e "accelerano i tempi" del ponte aereo per portare fuori dall'Afghanistan gli interpreti e gli altri afghani che hanno collaborato con le forze Usa.
È quanto hanno detto il segretario di Stato, Antony J. Blinken, e il segretario alla Difesa, Lloyd J. Austin, in un colloquio telefonico con il presidente afghano Ashraf Ghani durante il quale hanno "sottolineato che gli Stati Uniti rimangono impegnati per la sicurezza e la stabilità dell'Afghanistan di fronte alla violenza dei Talebani", si legge in un comunicato.
Blinken e Austin hanno poi "ribadito che gli Usa rimangono impegnati a mantenere forti relazioni diplomatiche e di sicurezza con il governo afghano". E hanno discusso con Ghani gli ultimi sviluppi sul terreno, con le nuove conquiste dei Talebani, "gli sforzi per ridurre la violenza e le iniziative diplomatiche in corso". Blinken ha affermato che "gli Usa rimangono impegnati a sostegno di una soluzione politica del conflitto", conclude la nota del portavoce del dipartimento di Stato.
Usa e Gb inviano soldati a Kabul
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno annunciato l'invio di migliaia di soldati a Kabul per evacuare diplomatici e civili. "La situazione è tale che il presidente (Biden) mette al primo posto la sicurezza degli americani all'estero", ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, che ha definito la riduzione del personale dell'ambasciata una "misura di prudenza". "Non è un'evacuazione totale, l'ambasciata resta aperta", ha precisato.
In particolare, gli Stati Uniti invieranno 3000 uomini all'aeroporto di Kabul, ha spiegato in un briefing alla stampa John Kirby, che ha insistito sul fatto che questo aumento della presenza militare americana nelle intenzioni di Washington non dovrebbe interferire con il ritiro definitivo delle truppe americane dal paese asiatico, previsto per il 31 agosto. A questi 3000 soldati si aggiungerà circa un migliaio di uomini che saranno schierati in Qatar con funzioni di supporto logistico, e circa altri 3.500-4.000, una "brigata di combattimento", saranno stanziati in Kuwait, pronti a intervenire se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente.
Anche la Gran Bretagna ha annunciato l'invio di soldati in Afghanistan, 600 uomini, per fornire supporto ai cittadini britannici che sono in procinto di lasciare il paese, precisando che il personale della sua ambasciata sarà ridotto.
Secondo una fonte citata dall'Ap anche il Canada invierà forze speciali per assistere all'evacuazione del personale dell'ambasciata a Kabul prima della chiusura.
La Ue minaccia i talebani: resterete isolati
L'Unione europea ha avvertito i Talebani che rischierebbero di essere tagliati fuori dalla comunità internazionale se prendessero il potere con la violenza. "Se il potere viene preso con la forza e viene ristabilito un emirato islamico, i talebani dovranno affrontare il non riconoscimento, l'isolamento, la mancanza di sostegno internazionale e la prospettiva di un conflitto continuo e di un'instabilità prolungata in Afghanistan", afferma in una nota il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell.
Telefonata Draghi-Di Maio
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito telefonicamente il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella tarda serata di ieri, per fare il punto sulla situazione in Afghanistan alla luce degli ultimi sviluppi dopo l'avanzata dei talebani. A quanto si apprende, durante il colloquio è stata ribadita la necessità di procedere con la massima attenzione per mettere in sicurezza anche il personale dell'ambasciata italiana a Kabul.
Kabul ai talebani: "Condividiamo potere se fermate violenze"
I negoziatori di Kabul hanno proposto ai talebani la condivisione del potere in cambio della fine delle violenze in Afghanistan. Lo ha detto all'Afp una fonte del governo che partecipa ai colloqui in Qatar. "Sì, il governo ha sottoposto una proposta al Qatar in qualità di mediatore. La proposta consente ai talebani di condividere del potere in cambio della fine della violenza nel Paese", ha dichiarato la fonte.
Mappa aggiornata al 12 agosto
L'avanzata dei talebani, 18 città cadute una dopo l'altra
Prosegue senza sosta l'avanzata dei Talebani in Afghanistan. Secondo l'agenzia Dpa e la tv satellitare al-Jazeera sarebbero 18 su 34 i capoluoghi di provincia in mano al movimento fondato dal mullah Omar, tutte città cadute nel giro di pochi giorni. La Bbc parla invece di almeno un terzo dei capoluoghi del Paese controllati dagli insorti, mentre a Kabul continuano ad arrivare migliaia di sfollati e crescono i timori per la capitale. La Cnn riporta di 17 capoluoghi passati da venerdì scorso sotto il controllo dei Talebani.
Nelle ultime ore, come riportato dalla Dpa, gli insorti hanno espugnato le principali città delle province di Logar (Pul-i-alam si trova ad appena 80 km da Kabul), Uruzgan (Tirinkot), Zabul (Qalat) e Ghor (Firozkoh o Chaghcharan). In queste ultime tre regioni, secondo funzionari locali citati dall'agenzia, gli insorti hanno preso il controllo del centro delle città e degli edifici governativi incontrando una minima resistenza.
Tra le grandi città finite in mano ai Talebani ci sono quelle di Herat, dove per anni sono stati dispiegati i soldati italiani, Kandahar, culla del movimento fondato dal mullah Omar, e Lashkar Gah, capoluogo della turbolenta provincia meridionale di Helmand. Da nord verso sud, sulla mappa dell'avanzata degli insorti pubblicata da Axios sulla base di dati di al-Jazeera (dove non viene però segnata Pul-i-alam), ci sono anche Faizabad (capoluogo della provincia di Badakhshan), Kunduz (nell'omonima provincia), Taloqan (Takhar), Sheberghan (Jowzjan), Sar-e-Pul (omonima provincia), Aybak (Samangan), Pul-i-Khumri (Baghlan), Ghazni (omonima provincia), Farah (omonima provincia), Qala-e Naw (Badghis) e Zaranj (Nimruz).