POLITICA
La lettera
Riforme, Renzi: "Sì a incontro con M5S". "Immunità? Pronti a discuterne"
Il premier scrive una lettera ai pentastellati. Di Maio: "Rispondiamo domani". Iniziato il cammino delle riforme al Senato: bocciate le pregiudiziali presentate da M5S e Sel in cui si chiedeva il rinvio del voto
Respinte le pregiudiziali di Sel e M5S
Intanto con il voto sulla costituzionalità è ripreso l'iter a Palazzo Madama del disegno di legge Boschi che riforma il Senato e il Titolo V della Costituzione. L'aula, per alzata di mano, ha subito respinto le questioni pregiudiziali sollevate da M5S e Sel sul Ddl. Ma per entrare nel merito, con le votazioni sui singoli aspetti del testo, bisognerà ancora aspettare rispetto al 'timing' fissato alla vigilia. Oggi, infatti, si è aperta la discussione generale che continuerà martedì, con 124 senatori subito iscritti a parlare. Mentre, in contemporanea, è stato deciso di far slittare il termine per la presentazione degli emendamenti dalle 13 alle 20 di domani.
Finocchiaro (Pd): "Testo figlio della responsabilità"
La discussione generale sul testo si è aperta con l'intervento della relatrice del Partito democratico Anna Finocchiaro. "Il progetto di nuova fisionomia del Senato - ha spiegato la presidente della commissione Affari costituzionali - è frutto di un lavoro di arricchimento, precisazione e definizione del testo base. Un risultato che si coglie immediatamente leggendo il testo della Commissione: un testo figlio della forza e della responsabilità del parlamentarismo".
Salvini: "Voto della Lega non è scontato"
A tenere banco a palazzo Madama sono stati ancora i dissidenti del Pd, poi le posizioni del M5S e quelle della Lega. Il Carroccio, in sostanza, ha chiesto modifiche perché il sì della Lega "non è scontato", come ha spiegato il segretario Matteo Salvini. Il M5S, invece, ha subito chiarito che contrariamente a quanto circolato in mattinata domani non ci sarà alcuna manifestazione al Senato sulla riforme.
La lettera del Pd
Da capire, però, con quale linea i Cinque Stelle si siederanno al tavolo: un deputato, oggi pomeriggio, parlava di "lettera positiva", commentando la risposta del Pd sulle riforme, ma Renzi non ha lesinato stoccatine ai grillini, in particolare sul premio di maggioranza: "Potrebbe sorgere una curiosità intellettuale: perché il vostro premio di maggioranza al 52% è democratico; il nostro dell`Italicum al 55% è incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosità che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". D'altro canto, Renzi fa un passo sul tema dell'immunità ("La vostra posizione sull`immunità è molto seria. Siamo pronti a discuterne") e ricorda che sulle riforme tra Pd e M5s c'è "accordo quasi su tutti i punti". Senza contare che nella lettera Pd è spiegato in maniera esplicita anche l'obiettivo di incalzare i grillini, facendo leva sulle divisioni interne a M5s: "Vogliamo incoraggiare quella parte di voi che, nel rispetto di un voto contrario all'Esecutivo sulle politiche economiche o sulle sue scelte di governo, ha desiderio di confrontarsi per il bene del Paese sulle regole".
La strategia di Renzi
L'intervento di Grillo è servito anche a questo, ad evitare che esplodesse la divisione interna tra 'dialoganti' e 'intransigenti'. Una partita che, nella testa di Renzi, è win-win, per usare un termine inglese, ovvero una situazione in cui il Pd può solo vincere: se i grillini si siedono davvero al tavolo, il premier avrà normalizzato M5S, facendolo "scendere dal tetto"; d'altro canto, Renzi è convinto che se invece dovesse prevalere la linea dura il Pd ne guadagnerebbe comunque, perché il movimento si spaccherebbe e gli elettori non capirebbero.
Il Patto del Nazareno
L'intesa con Berlusconi non pare in discussione, ma certo il dialogo aperto con i grillini offre armi in più, a Renzi, per convincere i tanti riottosi che già si preparano a dare battaglia sulla legge elettorale. Sul fronte della fronda interna a Forza Italia, domani potrebbe essere il giorno decisivo: alle 14,30 si terrà infatti la riunione dei gruppi parlamentari, presente anche Silvio Berlusconi. Riunione che dovrebbe concludersi con un voto: per ribadire che il Patto del Nazareno va onorato, e probabilmente anche per stoppare la pericolosa saldatura che potrebbe verificarsi tra i dissidenti sulle riforme e l'ala di Raffaele Fitto, che ha visto oggi diverse dichiarazioni di sostegno alla sua lettera aperta al Cavaliere.
I tempi
Il percorso di riforma costituzionale prevede quattro passaggi parlamentari, due al Senato e due alla Camera, con un intervallo di almeno tre mesi tra la prima e la seconda lettura nello stesso ramo del Parlamento. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha auspicato che il provvedimento incassi il primo via libera delle Camere entro Ferragosto.