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POLITICA

Il ministro dell'Interno interviene nella querelle interna al Pd

Alfano: "Caso De Luca-Bindi? Mai vista tanta ferocia in un partito"

Il titolare del Viminale: La lista degli impresentabili? Un danno per l'Antimafia e interessati". E ancora: "Applicheramo la Severino". Poi parlando delle sorti del Governo dice: "Non appendiamone i destini all'Italicum"

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"De Luca e Bindi sono finiti alle denunce tra di loro ma non c'è nessuna sorpresa: siamo a un livello sconosciuto, ho già detto che non ho mai visto tanta ferocia in un partito". Lo ha detto il ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, intervenendo a Omnibus su La7 sulla querelle tra De Luca e Bindi dopo la pubblicazione della lista degli impresentabili.

"Applicheremo la legge Severino"
"Stiamo parlando di una denuncia penale: vuol dire che, in pura ipotesi astratta, se Bindi fosse condannata la pena sarebbe la reclusione", ha concluso Alfano. "Non voglio entrare in un dibattito giuridico ma, da ministro dell'Interno dico solo che la legge sarà applicata dal primo all'ultimo rigo e non cambieremo neppure le prassi, come ha già detto anche il Pd", dice ancora il titolare del Viminale. "C'è da valutare lo statuto regionale campano - conclude - ma il problema non è fare melina per fare nottetempo una giunta. È valutare se questo sia possibile o no".
 
Imprensentabili? Un danno per l'Antimafia e per i diretti interessati
La lista dei candidati impresentabili "è stato un danno per l'Antimafia e per i diretti interessati, complessivamente un danno per il finale della campagna elettorale e per la democrazia", ha spiegato Alfano. "Abbiamo una legge che ci spiega quando un cittadino può o no candidarsi e che ci dice anche quando un cittadino una volta eletto deve decadere o può rimanere in carica. Poi c'è l'opportunità politica dei partiti: se metto uno abbastanza svergognato dal punto di vista dell'immagine, benché candidabile per la legge, mi assumo il rischio che la gente lo voti oppure punisca il mio partito. In mezzo ci sono questi codici e queste autoregolamentazioni che non sono la legge".
 
"Quello che ha fatto l'Antimafia non rientra nelle fattispecie di legge: il punto è che o le cose si fanno bene o non si fanno. Tu Commissione Antimafia in tre giorni sei in grado di dare un riscontro sui cosiddetti impresentabili? Se sì, fallo. Arrivi a 24-48 ore prima? Ne parli dopo le elezioni. Quello che è successo ha messo in fuorigioco l'Antimafia e in fuorigioco i singoli interessati", ha concluso.
 
Non appendiamo i destini del governo all'Italicum
E sulla tenuta del Governo dice: "Continuo a ritenere l'Italicum una buona legge", il cui meccanismo oggi porterebbe a un "ballottaggio Renzi-Grillo: abbiamo solo detto agli alleati, rifletteteci, secondo noi conviene una riforma in senso coalizionale. Ma fermo restando questo, non è che questo è  il tema cui noi appendiamo il destino dell'Italia. Se non ci ascoltano amen, ce ne faremo una ragione".
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