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POLITICA

Scontro nel Pd

Lista "impresentabili". De Luca denuncia la Bindi. La risposta: "Querela infondata e strumentale"

Vincenzo De Luca ha chiesto alla Procura di Roma di procedere nei confronti della parlamentare dem per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali, abuso d'ufficio

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Scintille nel Pd. De Luca querela la Bindi - che lo aveva inserito, alla vigilia delle elezioni, nella lista degli "incandidabi" - e lei risponde: "Denuncia strumentale". Il nome del neo eletto governatore della Regione Campania è finito nella lista nera della commissione Antimafia per un giudizio a suo carico nel procedimento per il reato di concussione continuata commesso dal maggio 1998. 

De Luca ha chiesto alla Procura di Roma di procedere nei confronti della parlamentare dem per diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali, abuso d'ufficio. Anche Sandra Lonardo Mastella, 10.213 voti in tutto, non abbastanza per conquistarsi un seggio nel consiglio regionale campano, ha fatto sapere di avere querelato la presidente della commissione. 


 Bindi: "Denuncia priva di fondamento"
"Quella di De Luca è una denuncia priva di ogni fondamento, un atto puramente strumentale, che ha scopi diversi da quelli che persegue la giustizia e che pertanto non mi crea alcuna preoccupazione" ha detto la Bindi. La presidente della commissione ha anche chiesto le scuse del Pd per le critiche che le sono state mosse subito dopo la pubblicazione dei nomi. Il presidente del Pd Orfini l'ha accusata di fare "processi di piazza". "Fa male vedere la commissione usata per la lotta interna al Pd" ha detto Renzi.

Le ragioni della denuncia 
Secondo i legali di De Luca che hanno formulato la denuncia, depositata oggi nella Questura di Salerno, nel momento in cui la Commissione ha reso pubblici i nomi della lista è andata al di là di quella missione consultiva cui si sarebbe dovuta attenere fungendo da supporto ai partiti sui criteri da seguire nelle candidature. De Luca contesta il fatto che la Commissione abbia mai approvato la composizione di una lista e considera la conferenza stampa come la circostanza che ha trasformato un atto astrattamente lesivo (il fatto che ci fosse una lista) in una concreta lesione dei suoi diritti (l'averla resa pubblica).
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