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MONDO

Il caso

Alitalia: per il crac chiesta la condanna di Cimoli e altri 5 manager

I pm Francesca Loy e Stefano Pesci, hanno chiesto la condanna a 9 anni di carcere in tutto per gli ex amministratori delegati tra il 2001 ed il 2007. Secondo l'accusa si sarebbe trattato di una 'dissipazione' della compagnia di bandiera con "operazioni abnormi sotto il profilo economico e gestionale" che avrebbero causato perdite per oltre 4 miliardi di euro

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Sei condanne e un'assoluzione: sono le richieste avanzate dalla procura per i sette ex manager finiti sotto processo a Roma in relazione al dissesto della vecchia Alitalia nel periodo compreso tra il 2001 e il 2007 per perdite di oltre 4 miliardi di euro attraverso una serie di operazioni "abnormi o ingiustificate sotto il profilo economico e gestionale".

Il procuratore aggiunto Nello Rossi e i pm Maria Francesca Loy e Stefano Pesci hanno chiesto ai giudici della sesta sezione penale del tribunale di Roma di infliggere 6 anni di reclusione a Giancarlo Cimoli, presidente e amministratore delegato della compagnia area dal maggio 2004 al febbraio 2007, senza concessione delle attenuanti generiche, e di condannare a 3 anni e mezzo Gabriele Spazzadeschi, all'epoca direttore centrale del settore Amministrazione e Finanza, a 3 anni Francesco Mengozzi, amministratore delegato dal febbraio 2001 al febbraio 2004, e Pierluigi Ceschia, già responsabile del settore Finanza Straordinaria, a 2 anni e mezzo l'ex funzionario Leopoldo Conforti, a 2 anni l'altro ex funzionario Giancarlo Zeni.

L'assoluzione è stata sollecitata per Gennaro Tocci, già responsabile del settore Acquisti e Gestione Asset Flotta. 

Agli imputati contestano, a seconda delle posizioni, i reati di di bancarotta sia per distrazione sia per dissipazione, per il periodo compreso tra il 2001 e il 2007. Francesco Mengozzi è stato ad di Alitalia dal febbraio del 2001 al febbraio del 2004, mentre Giancarlo Cimoli dal maggio 2004 al febbraio del 2007.

"Alitalia? Una società per azioni che non è mai stata sottoposta a controlli, ha scelto manager sulla base di rapporti privatistici e privati, ha portato avanti scelte aziendali che non erano sindacabili e ha attratto obbligazionisti ed azionisti senza dir loro che entravano in un carrozzone burocratico". Così ha detto il procuratore aggiunto Nello Rossi nella requisitoria sul crac della compagnia di bandiera all'attenzione dei giudici della sesta sezione penale del tribunale di Roma.

 "Ancora oggi paghiamo per gli sperperi in Alitalia: paghiamo una tassa come cittadini e come passeggeri. - ha aggiunto Rossi  - Di questa vicenda, caratterizzata dalla gravità dei fatti, sono impressionanti i dati economici e sociali per l'enorme danno causato alla collettività: è stata una vicenda enorme per l'enormità delle somme di denaro che sono state versate in Alitalia dallo Stato, che sono state perdute e le cifre del dissesto e della bancarotta rappresentati nel capo di imputazione. Alitalia ha avuto effetti perniciosi per l'economia del Paese dovute alle condotte attribuite ai dirigenti sotto processo per i quali era impossibile scrivere una richiesta di archiviazione".
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