MONDO
Siria
Nuove rivelazioni su Padre Dall'Oglio ma il ministro Mogherini: "Nessun elemento certo"
Dopo la notizia, non confermata, della morte del gesuita scomparso l'estate del 2013 in Siria, ora spunta un video che dimostrerebbe che Dall'Oglio è vivo. Intanto l'Opac ha annunciato che gli undici ispettori "sono sani e salvi e tornano alla base". Il governo di Damasco aveva in precedenza annunciato che sei esperti e cinque autisti erano stati rapiti dai ribelli
La presunta uccisione
Dopo che ieri una Ong siriana, citando un testimone, aveva comunicato che Dall'Oglio sarebbe stato ucciso il giorno della sua cattura, oggi il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, in un'intervista al quotidiano panarabo Al Sharq al Awsat con un riferimento al gruppo jihadista accusato di aver rapito il gesuita in Siria il 29 luglio dello scorso anno, ha comunicato la possibilità che nei prossimi giorni lo 'Stato islamico in Iraq e nel Levante' (Isis) diffonda "un video per dimostrare che Padre Paolo Dall'Oglio è vivo e per negoziare un riscatto".
Un video
Abdel Rahman non esclude che l'Isis "possa diffondere nei prossimi giorni un video che mostri Padre Paolo vivo per negoziare un riscatto". Ieri il direttore dell'Osservatorio aveva messo in dubbio testimonianze raccolte da un'altra ong vicina all'opposizione. La Lega siriana per la difesa dei diritti umani con sede al Cairo, che ha riportato una dichiarazione di "un disertore" dell'Isis secondo il quale il gesuita italiano sarebbe stato ucciso poche ore dopo il rapimento da un combattente saudita del gruppo fondamentalista islamico. "Non c'è alcun riscontro concreto dell'uccisione di Dall'Oglio", ha sottolineato Abdel Rahman in una dichiarazione all'agenzia di stampa Aki-Adnkronos International.
Al giornale Al Sharq al Awsat, il direttore dell'Osservatorio ha affermato che "è difficile avere notizie sulla sorte di Padre Dall'Oglio a causa della segretezza che avvolge le carceri dello Stato islamico" dell'Iraq e del Levante.
Rapimento ispettori Opac, poi smentito
Tutto il team dell'Opac "sta bene e al sicuro e sta tornando alla sua base". Lo comunica una nota dell'Opac dopo "l'attacco al convoglio degli ispettori Opac e Onu" in Siria. L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) delle Nazioni Unite - premio Nobel per la pace nel 2013 - ha smentito la notizia del rapimento di sei suoi esperti e cinque autisti a Hama, nella zona centrale della Siria, come annunciato nelle scorse ore dalle autorità di Damasco.
Gli ispettori, ha riferito l'organizzazione, hanno subito un attacco armato ma sono ora in salvo. Un'altra conferma era giunta nei minuti precedenti da fonti ribelli contattate dall'emittente satellitare Al Arabiya, secondo cui il team dell'Onu, inviato lo scorso mese in Siria per indagare sull'utilizzo di gas al cloro in una serie di attacchi delle forze lealiste, sarebbe libero di muoversi e al lavoro nella provincia di Hama.