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MONDO

Diplomazia al lavoro

Mosca sul Venezuela: serve dialogo. Palazzo Chigi: sì a elezioni libere. L'ambasciatore in Italia

Nella discussione interviene il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov: "Continuiamo a credere che sia possibile trovare una soluzione alla crisi" in Venezuela "solo portando sia il governo sia l'opposizione al tavolo dei negoziati". Dopo il richiamo di Mattarella Palazzo Chigi ieri ha annunciato che "l'Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni libere"

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"Continuiamo a credere che sia possibile trovare una soluzione alla crisi" in Venezuela "solo portando sia il governo sia l'opposizione al tavolo dei negoziati": lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov parlando agli studenti dell'università russo-tagika di Dushanbe. "Altrimenti - ha proseguito il capo della diplomazia di Mosca - ci sarà il cambio di regime che l'Occidente tanto brama. Non c'è un solo Paese dove la vita sia migliorata in seguito a un cambio di regime". 

Venezuela, l'ambasciatore in Italia
"In una riunione ci potrebbe essere a livello internazionale un’impostazione di questo tipo, dovremo chiederlo a, lui. Francamente io non posso rispondere in questo senso. E’ una risposta che … dovrebbe essere magari una formula che è basata su un insieme di alternative. Non solamente c’è l’alternativa che lui lasci il governo, me ce ne dovrebbero essere altre. Per esempio che ci siano nuove elezioni per il Parlamento". Questa la risposta di Julian Isaias Rodriguez Diaz, Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, sulle possibilità che Maduro lasci il governo per favorire la soluzione della crisi venezuelana.

“Adesso non voglio entrare nel merito di Guaidò in questo senso. Ma in Venezuela in vent’anni ci sono stati almeno dieci Guaidò. Ecco questo è l’ultimo. O forse il penultimo Guaidò”. 

“L’Europa ha un’ottica del mondo, l’America ha un’altra ottica di vedere il mondo. Anche nella stessa letteratura possiamo trovare dei racconti come per esempio Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez. Ecco in questi Cento anni di solitudine c’è la magia. Sicuramente l’Europa segue una logica, segue una ragione, però non capisce la magia un po’ dell’America latina”. 

“Direi che siamo un governo che cerca una società più giusta. Però che non è identificata con un’ideologia, con un progetto determinato. E’ molto comune parlare in America latina del socialismo, del capitalismo. Ci etichettano, proprio. Ed è molto facile etichettarci. Soprattutto da parte dei mass media”. 

A proposito delle minacce di Donald Trump afferma: “Ritengo che fa parte di una guerra psicologica. E’ stata fatta la stessa cosa con l’Iraq, con la Libia, con l’Afghanistan e anche con la Siria”. 

“In America latina non c’è lo stesso ordine dell’Europa, quello che voi concepite come ordine in Europa. L’Europa ha all’incirca, diciamo, 10 mila anni di civiltà, di istituzioni. Ecco, l’America latina è stata colonizzata dall’Europa per 300 anni. E oramai da 150 -200 anni stiamo generando queste nuove istituzioni. Quindi è molto frequente che in tutti i paesi dell’America latina ci siano situazioni del genere. L’Europa invece la vede solo dal proprio punto di vista, della propria ottica”. 

L'Italia
L'Italia non riconosce ancora Guaidò come presidente ad interim del Paese ma fa sapere che 'parteciperà attivamente ai lavori del gruppodi Contatto internazionale'. In precedenza 18 Paesi Ue su 28 lo avevano riconosciuto ma l'Italia non si era schierata. Tre Paesi del 'Gruppo Lima', Guyana, Messico e Santa Lucia non hanno firmato - secondo quanto riferisce la Bbc - la dichiarazione di sostegno a Guaidò siglata ieri in Canada dagli altri 11 membri.

Sulla vicenda è giunto l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri in mattinata aveva chiesto che l'Italia assumesse, con "senso di responsabilità e chiarezza", una "linea condivisa con tutti gli alleati e i partner europei". "Non ci può essere incertezza né esitazione nella scelta tra la volontà popolare e la richiesta di autentica democrazia da un lato, e dall'altro la violenza della forza", ha scandito il capo dello Stato.    

In serata, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che "l'Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione". E si sottolinea che Roma "parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale". Nella nota si parla anche dell'urgenza di "intervenire subito per alleviare le sofferenze materiali della popolazione e per consentire l'immediato accesso agli aiuti umanitari".  
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