In cerca di una roadmap
Approvata a Berlino dichiarazione sulla Libia. Sì di Al Sarraj e Haftar al monitoraggio della tregua
Il documento prevede, oltre al cessate il fuoco permanente, embargo sulle armi e processo politico per arrivare a un governo unico. Fondamentale la mediazione di Merkel per superare lo stallo tra le parti, i due leader libici nominano i membri della commissione militare. Conte: "Avanti così"
E' terminata, dopo circa quatto ore, la Conferenza di Berlino sulla Libia. Seguirà una conferenza stampa con la Cancelliera Angela Merkel, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, l'inviato delle Nazioni Unite in Libia Ghassam Salamè e il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas.
I partecipanti alla Conferenza hanno approvato una dichiarazione finale senza modifiche sostanziali alla bozza circolata precedentemente. Il documento approvato, di 55 punti, prevede - tra l'altro - il cessate fuoco permanente, un embargo sulle armi e un processo politico per arrivare a un governo unico. Sembra essersi fatta strada tra i leader, inoltre, l'ipotesi di una presenza internazionale in Libia per garantire l'applicazione del cessate il fuoco. L'idea, in parte rilanciata alla vigilia da al Sarraj, è rimbalzata in molte dichiarazioni dei leader. In particolare, si sono espressi a favore l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, il primo ministro britannico Boris Johnson ("Se ci fosse un cessate il fuoco, potremmo inviare persone, esperti per monitorare questo cessate il fuoco"), mentre il premier italiano Giuseppe Conte ha più volte espresso disponibilità.
Anche la Russia sembra ora aperta alla possibilità, stando alle parole di Mikhail Bogdanov, rappresentante speciale di Vladimir Putin per il Medio Oriente e l'Africa, citato dall'agenzia RIA Novosti. Il rappresentante russo ha sottolineato tuttavia che un'eventuale decisione necessiterà una discussione al Consiglio di sicurezza dell'Onu, "l'unico in grado di prendere decisioni vincolanti".
Fondamentale la mediazione di Merkel per superare lo stallo tra le parti
Angela Merkel e il ministro degli Esteri Heiko Maas hanno incontrato al Sarraj e Haftar per riferire le conclusioni adottate. I due leader libici non hanno avuto alcun contatto, non si sono seduti alla tavola rotonda e sono rimasti in due stanze separate della Cancelleria tedesca, sede del summit. Stando a quanto riferito dalla tv Libya al-Ahrar, citando la "delegazione del consiglio presidenziale" di cui è capo al Sarraj, è stato il premier libico a rifiutarsi di incontrare Haftar nelle riunioni di Berlino.
Sarraj e Haftar accettano il monitoraggio della tregua
I due leader libici hanno accettato il monitoraggio della tregua e nominato i membri della commissione militare '5+5' che, secondo il piano di azione Unsmil, dovrebbe avere il compito di monitorare il cessate il fuoco e stabilire la linea degli schieramenti. Nei giorni scorsi era stato soprattutto il generale Haftar a dirsi contrario alla composizione della commissione.
Nel corso dell'incontro con il ministro Maas, al Sarraj ha chiesto che il cessate il fuoco in Libia sia affiancato da un impegno di Haftar a fermare "ogni minaccia" nei confronti di Tripoli. Il capo della diplomazia tedesca, si legge in una nota del governo di accordo nazionale libico, ha sottolineato dal canto suo che il cessate il fuoco è un "passo fondamentale" per rilanciare il processo politico nel Paese.
Sì anche alla conferenza intra-libica
Al Serraj e Haftar hanno inoltre dato la loro approvazione alla convocazione della conferenza intra-libica, da tenersi probabilmente a Ginevra. La data della conferenza è stata approvata ma non è ancora nota. Insieme al monitoraggio della tregua, la conferenza intra-libica rientra nei punti previsti dal vademecum operativo dell'Unsmil, adottato come allegato alle conclusioni della conferenza.
Conte: finalmente comitato militare, avanti così
"Finalmente sono stati nominati i componenti del Comitato militare congiunto per la Libia. Avanti così" ha scritto su Twitter il premier Giuseppe Conte.
Finalmente sono stati nominati i componenti del Comitato militare congiunto per la Libia. Avanti così. #BerlinConference
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 19, 2020
A Berlino 18 delegazioni
Sono diciotto le delegazioni che stanno partecipando alla Conferenza di Berlino sulla Libia iniziata poco fa nella sede della Cancelleria federale tedesca. In testa, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e il suo inviato speciale in Libia, Ghassan Salamè. Ecco la lista dei partecipanti:
- Onu: il segretario generale, Antonio Guterres, e l'inviato speciale in Libia, Ghassan Salame'.
- Ue: la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen; il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, e l'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell.
- Unione africana: il presidente della Commissione dell'Ua, Moussa Faki Mahamat.
- Lega araba: il segretario generale, Ahmed Aboulgheit.
- Libia: il presidente del Governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, e il suo avversario, il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar.
- Italia: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accompagnato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
- Usa: il segretario di Stato, Mike Pompeo.
- Russia: il presidente Vladimir Putin.
- Turchia: il presidente Recep Tayyip Erdogan.
- Francia: il presidente Emmanuel Macron.
- Gb: il premier Boris Johnson.
- Egitto: il presidente Abdel Fattah al Sisi.
- Algeria: il presidente Abdelmadjid Tebboune.
- Cina: Yang Jiechi, direttore dell'ufficio della Commissione centrale degli Affari esteri del Politburo.
- Emirati: il ministro degli Esteri, Sheikh Abdullah bin Zayd al Nahyan.
Guterres: mettere a tacere le armi
In Libia "affrontiamo un chiaro rischio di escalation regionale" e perciò "ribadiamo il nostro appello a tutti coloro direttamente o indirettamente coinvolti perché facciano di tutto per sostenere un'efficace cessazione delle ostilità e mettano a tacere le armi". E' un passaggio del discorso rivolto dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ai partecipanti. "Le violazioni incessanti e palesi dell'embargo sulle armi - dice ancora - devono cessare".
"Esortiamo le parti libiche a impegnarsi in un dialogo in buona fede su questioni politiche, economiche e militari in un processo inclusivo guidato dalla Libia", ha aggiunto Guterres. "Le Nazioni Unite - dice ancora - sono pienamente impegnate a continuare il nostro sostegno a tale processo. Ora è il momento di un'azione immediata e decisiva per prevenire una guerra civile a tutti gli effetti. Un tale conflitto potrebbe portare a un incubo umanitario e lasciare il paese vulnerabile alla divisione permanente. Per i Paesi vicini della Libia, in particolare il Mediterraneo meridionale e la regione del Sahel, le conseguenze sono aspre e palpabili: più terrorismo, più traffico di esseri umani, più traffico di droga, armi e persone".
Macron: "Cessi l'invio di siriani filo-turchi, Onu negozi tregua senza pre-condizioni"
Essenzialmente un monito e un auspicio la sintesi del discorso del presidente francese. Deve "cessare" l'invio di combattenti siriani filo-turchi in Libia, l'Onu dovrebbe negoziare una tregua "senza pre-condizioni da alcuna delle parti".
Pompeo: è ora che libici decidano il proprio futuro
"E' giunto il momento che i libici decidano da soli il proprio futuro" ha dichiarato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo. Il capo della diplomazia di Washington ha esortato "tutte le parti a cogliere questa opportunità per affrontare le questioni politiche, economiche e di sicurezza che le dividono".
Conte: "Rilanciare il governo, cessate il fuoco efficace"
"Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco e per alimentare un processo politico in modo da rilanciare le funzioni del Consiglio presidenziale libico e del Governo libico per una stagione di riforme che riguardino il piano politico-istituzionale, economico, di sicurezza" ha scritto su Twitter il premier Conte. "L'Italia crede nella forza della diplomazia e della politica, e ritiene inaccettabile la soluzione militare. Tutti dobbiamo condividere questo obiettivo".
L'Italia crede nella forza della diplomazia e della politica, e ritiene inaccettabile la soluzione militare. Tutti dobbiamo condividere questo obiettivo a #Berlino #BerlinConference
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 19, 2020