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MONDO

Crisi petrolifera

Arabia Saudita. Iran contro gli Usa: 'Incolparci non fermerà il disastro in Yemen'

Timori per il prezzo del petrolio. Secondo gli analisti ci vorranno settimane per ripristinare la produzione

 

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di Tiziana Di Giovannandrea Per gli attacchi con droni alle due raffinerie in Arabia Saudita, che ha dimezzato la produzione petrolifera quotidiana e rivendicati dai ribelli sciiti Houthi dello Yemen, Washington ha puntato il dito contro Teheran ritenendo che dietro l'assalto ai siti petroliferi ci sia la mano dell'Iran.

In un discorso televisivo il presidente iraniano, Hassan Rohani, con toni distensivi ha dichiarato che "è necessaria una tregua nello Yemen" per la stabilità della regione. Il capo di Stato ha affermato inoltre che "i problemi che affronta la regione devono essere risolti con il dialogo". Rohani ha poi respinto le accuse degli Usa nei confronti dell'Iran perché secondo il capo di Stato iraniano i problemi derivano dalla 'loro presenza nell'area'.

Il discorso è stato effettuato alla vigilia di un possibile incontro sul nucleare tra Donald Trump e lo stesso presidente iraniano Rohani ma alla luce dell'attacco al petrolio l'incontro tra i due leader non viene certo facilitato anche se dalla Casa Bianca non si esclude nulla. Infatti la consigliera della Casa Bianca Kellyanne Conway, in una intervista a Fox News ha ammonito che gli attacchi alle raffinerie dell'Arabia Saudita "Non stanno aiutando" le prospettive di un incontro tra Trump e Rohani ma non lo ha escluso. "Lascerò al Presidente annunciare un incontro o meno" ha detto. Il faccia a faccia dovrebbe avvenire a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu in programma per la terza decade di settembre. Però la consigliera del presidente americano Donald Trump, ha tenuto a precisare che gli Stati Uniti sono "pronti a reagire in caso di un attacco iraniano contro l'Arabia Saudita". 

L'Iran nega di aver avuto alcuna responsabilità nell'attacco con i droni contro siti petroliferi in Arabia saudita, come invece affermato dal segretario di Stato americano Mike Pompeo. Le sue parole sono "assurde e incomprensibili, quindi prive di ogni effetto", ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Abbas Moussavi, citato dall'agenzia Isna. "Dato che le politiche americane di massima pressione sull'Iran sono fallite, gli americani sono ora passati alle massime bugie", ha aggiunto precisando che "anche in periodi di grande ostilità, le dichiarazioni degli esponenti politici dovrebbero mantenere un minimo di credibilità" mentre il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, su Twitter scrive: "Dare la colpa all'Iran non metterà fine al disastro. Può farlo l'accettare le nostre proposte del 15 aprile per metter fine alla guerra e iniziare i colloqui". In pratica secondo il ministro degli Esteri iraniano gli Stati Uniti non riusciranno a fermare la guerra in Yemen accusando l'Iran per qualunque cosa. 

Intanto, dopo l'Unione europea, anche il Segretario Generale dell'Onu Antonio Guterres ha duramente condannato l'attacco alle raffinerie saudite.

Analisti, 'colpito il cuore del sistema petrolio, ci saranno conseguenze'
 A seguito dei due attacchi ai siti in Arabia Saudita che hanno colpito l'impianto di lavorazione del petrolio più grande al mondo, Riad ha sospeso la produzione di 5,7 milioni di barili al giorno, più  della metà della sua produzione complessiva e questo ha fatto saltare il 5% delle forniture mondiali di greggio. La borsa saudita, il Tadawul, ha perso il tre per cento e gli investitori scommettono sull'aumento del prezzo del petrolio all'apertura dei mercati asiatici. Secondo alcuni analisti il prezzo del petrolio crescerà di 5-10 dollari al barile all'apertura dei mercati di lunedì e potrebbe schizzare fino ai 100 dollari se Riad non dovesse ripristinare in tempi brevi la fornitura. L'Agenzia Internazionale per l'Energia per il momento precisa solo che "segue con attenzione l'evolversi della situazione". Al Wall Street Journal Roger Diwan, consulente petrolifero per Ihs Markit, ha sottolineato che  è ancora impossibile prevedere le conseguenze esatte del raid che ha colpito uno dei siti più importanti del mondo per l'approvvigionamento di petrolio. Secondo l'analista i prezzi del greggio balzeranno dopo l'attacco. Se il blocco della produzione rimarrà esteso, probabilmente si ricorrerà al rilascio di Riserve petrolifere strategiche da parte dei paesi dell'Agenzia Internazionale per l'Energia.  Per i media potrebbero volerci "settimane non giorni" all'Arabia Saudita per tornare alla sua piena capacità di approvvigionamento di greggio dopo gli attacchi agli impianti petroliferi di Aramco. Lo riporta Reuters citando fonti informate. I funzionari del Regno non hanno fissato un calendario per ripristinare la piena offerta. 
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