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ITALIA

Il consiglio Cei

Bagnasco contro la corruzione: "Reagire al malaffare"

Il presidente dei vescovi Italiani Angelo Bagnasco si scaglia contro la corruzione e dice: "Reagire al malaffare"

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Monito del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, contro il malcostume e il malaffare in Italia, che "sembrano diventati un regime talmente ramificato da essere intoccabile. Esempi ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l'aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali. È un destino fatale? Si può reagire? Senza dubbi, diciamo che si deve reagire e che ciò è possibile". Nella sua prolusione, in apertura del Consiglio Episcopale Permanente, in programma a Roma da oggi a mercoledì, Bagnasco ha spiegato che "tutti siamo interessati al bene comune, e tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti. Naturalmente ognuno a livelli e con modalità diverse: politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini. Ogni soggetto ha il dovere di fare del proprio meglio per il bene della gente che è in gravi difficoltà e che spesso è stremata: se l'onestà è un valore sempre e comunque, che misura la dignità delle persone e delle istituzioni, oggi, le difficoltà di quanti si trovano a lottare per sopravvivere insieme alla propria famiglia...sono un ulteriore motivo perché la disonestà non solo non sia danno comune, ma anche non sia offesa gravissima per i poveri e gli onesti. Ciò è insopportabile".

"Crudele persecuzione ai cristiani"
"Non possiamo non rimanere dolorosamente attoniti di fronte alla persecuzione contro i cristiani che cresce e si incrudelisce". Sono le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ribadisce quanto sia "urgente la responsabilità di assicurare i diritti della libertà religiosa nel mondo". Nella sua prolusione, Bagnasco mette a confronto la ferocia omicida che colpisce i cristiani con l'Anno della Misericordia indetto da Papa Francesco che, dice il cardinale, "ci sollecita a guardare lontano e a pensare in grande il nostro ministero e la nostra stessa umanità". 
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