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ECONOMIA

Analisi del centro studi

Confindustria: con Quantitative Easing in Italia aumento del Pil dell'1,8%

Grazie a Qe anche 3,2 miliardi di risparmio su interessi per le imprese

(Foto Ansa)
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Il Quantitative Easing annunciato dalla Bce si tradurrà per l'Italia in un aumento del Pil dell'1,8% nell'arco di due anni: +0,8% nel 2015 e +1% nel 2016 e per le imprese ci sarà un risparmio di 3,2 miliardi sugli interessi.

E' quanto stima il Centro studi di Confindustria. L'acquisto di titoli per 1.140 miliardi di euro varato dalla BCE - è l'analisi del Csc - determina una riduzione di 1,1 punti dei tassi a lunga e causa una svalutazione dell'11,4% nel tasso di cambio della moneta unica.

Parte di questi effetti sono già stati anticipati dai mercati, perciò le ricadute su Pil e conti delle imprese saranno più rapide. I tassi reali a lungo termine sono ancora alti, in relazione alle condizioni di crescita economica, in molti paesi dell'Euroarea. E tendono a salire con la riduzione della dinamica dei prezzi, ormai sottozero.

Lo stimolo fornito dai bassi tassi nominali a consumi e investimenti, perciò, è limitato e addirittura si riduce. Ciò, insieme al rischio deflazione, ha reso necessario il programma di espansione monetaria appena annunciato dalla BCE e lungamente atteso.

Inoltre, il QE produce un indebolimento del tasso di cambio effettivo dell'euro, che il CSC quantifica dell'11,4%, anch'esso in parte gia' avvenuto. Il combinato tassi-cambio rafforza l'attività economica. Il CSC calcola che i minori tassi alzano il Pil italiano dello 0,2% nel 2015 e di un ulteriore 0,4% nel 2016; il cambio più debole dello 0,6% in ciascun anno.
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