MONDO
147 milioni chiamati alle urne
Brasiliani al voto per le presidenziali, Bolsonaro favorito
I sondaggi prevedono un ballottaggio tra il candidato populista e la sinistra di Haddad. I risultati attesi nella notte italiana
Verso il ballottaggio Bolsonaro-Haddad
Sono 13 i candidati al primo turno delle presidenziali, cui sono chiamati a votare oltre 147 milioni di persone, ma i sondaggi vedono largamente in testa il populista di estrema destra Jair Bolsonaro, al 35%. Al secondo posto, con tredici punti di svantaggio ma distanziando tutti gli altri, si piazza il candidato del partito dei Lavoratori, Fernando Haddad, al 22%. Secondo tutti i pronostici, saranno loro due ad affrontarsi nel ballottaggio del 28 ottobre in uno scontro dall'esito incerto, con un elettorato estremamente polarizzato. Stando agli ultimi sondaggi, il 45% dei brasiliani dice che non voterebbe mai per Bolsonaro, mentre il 40% esclude di poter scegliere Haddad.
Il populista Bolsonaro
Ex militare, il 63enne Bolsonaro è soprannominato il "Trump brasiliano". Attivissimo sui social, usa una retorica nazionalista e incendiaria dove non mancano espressioni razziste, misogine e omofobe, con accenni nostalgici alla dittatura militare. Il suo populismo ha fatto breccia in un elettorato disorientato e spaventato di fronte alla crisi economica, politica e istituzionale in cui è precipitato il gigante sudamericano, un tempo potenza emergente orgogliosa della vitalità del suo miracolo economico. L'aggressione subita a un comizio il mese scorso, in cui è rimasto gravemente ferito, ha comunque rafforzato la sua popolarità, anche grazie alle dirette social dalla convalescenza.
La crisi politica ed economica
La paralisi politica e istituzionale risale al 2016, con l'impeachment della presidente Dilma Rousseff, l'erede politica di Lula. Ma quello è stato il punto di arrivo di una crisi economica e di credibilità della classe dirigente. Un tempo il Brasile era la B dei Brics, il gruppo dei paesi emergenti che si erano fatto largo fra i grandi della terra entrando al G20. E Lula, l'ex operaio diventato presidente che aveva portato un benessere diffuso, era diventato una icona della sinistra mondiale. Ma quei sogni si sono infranti sotto i colpi della recessione che ha colpito il paese nello stesso anno 2014 in cui l'indagine anticorruzione "Lava Jato" ha travolto il mondo politico, coinvolgendo esponenti dei principali partiti. Dall'inchiesta è emerso anche lo scandalo delle tangenti pagate dalla società Odebrecht, che si è esteso a leader politici di tutta l'America latina.
L'impeachment di Dilma Rousseff
Rieletta per un secondo mandato nel 2014, la Rousseff si è trovata a governare con una maggioranza parlamentare fragile. Le controverse accuse di aver truccato il bilancio per farsi rieleggere, che le sono costate l'impeachment, sono state denunciate dai suoi sostenitori come un "golpe parlamentare" sostenuto dalle elites conservatrici. Il suo vice Michel Temer che ne ha preso il posto, dopo essersi schierato con i suoi avversari, non è riuscito a rilanciare l'economia con le sue scelte liberiste. E la sua popolarità è rimasta così bassa da scoraggiare una sua candidatura alle presidenziali.
Haddad in campo al posto di Lula
Ancora molto amato, il 72enne Lula aveva deciso di ricandidarsi. Ma è stato travolto dall'inchiesta Lava Jato e condannato a 12 anni di carcere lo scorso aprile con l'accusa di aver ottenuto tangenti, fra cui il regalo di un appartamento, dal gigante petrolifero di Stato Petrobras. Lula si è sempre detto innocente e i suoi sostenitori lo ritengono vittima dello stesso golpe strisciante che ha rovesciato la Rousseff. A rappresentare il suo Partito dei Lavoratori è stato candidato l'ex sindaco di San Paolo, il 55enne Fernando Haddad. Sceso in campo in ritardo rispetto agli avversari, dopo che sono falliti tutti i tentativi di candidare Lula, Haddad è strettamente legato alla popolarità dell'ex presidente. La sua vittoria al ballottaggio segnerebbe una rivincita per Lula e della sinistra latino americana. E sarebbe un colpo alla credibilità dell'indagine Lava Jato, che secondo alcuni si è trasformata in un'arma politica.