ECONOMIA
Gran Bretagna
Brexit, il Financial Times si schiera: "Un atto gratuito di autolesionismo"
Ad una settimana esatta dal referendum che dovrà decidere sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Ue, il giornale londinese definisce un'eventuale uscita "un atto gratuito di autolesionismo ed un grave e irrevocabile colpo all'ordine mondiale liberale post-1945".
Per il giornale, "la scommessa di David Cameron si è dimostrata un tentativo futile di sanare le divisioni nel Partito conservatore al governo, la campagna ha spaccato il Paese, le emozioni hanno sconfitto i fatti", con i "rinati populisti in campo contro l'establishment". Il Financial Times ricorda quindi di aver sostenuto l'adesione del Regno Unito all'allora Comunità economica europea nel 1973, ribadisce di "non essere a favore dell'ingresso nell'euro, che è un non senso economico, ma tenersi fuori dall'euro è molto diverso che restare fuori dall'Ue, cosa che danneggerebbe seriamente l'economia del Regno Unito".
Il referendum segna "un momento storico", scrive l'autorevole quotidiano finanziario, e la posta in gioco è "la spesso complicata relazione della Gran Bretagna con l'Ue, ma anche la coerenza dell'Occidente". "Un voto per l'uscita sarebbe irrevocabile, un colpo pesante all'ordine del mondo liberale dopo il 1945". E ancora: "La scommessa sul referendum di David Cameron si è dimostrato un futile tentativo di lenire le divisioni del Partito conservatore al potere. La campagna ha spaccato il Paese. Le emozioni hanno surclassato i fatti. I rinnovati populismi sono scesi in campo contro l'establishment".
Il Financial Times ricorda come nel 1973 sia stato tra i sostenitori dell'adesione britannica all'Ue nonostante il quotidiano non sia a favore della moneta unica, che "non ha senso economico". "Ma scegliere di rimanere fuori dall'euro è molto diverso che uscire dall'Ue, che danneggerebbe gravemente l'economia britannica. Un impegno costruttivo è di vitale importanza nel momento in cui l'Europa si confronta con minacce quali l'estremismo islamico, le migrazioni, la 'grandeur' russa e il cambiamento climatico. Tutto ciò può essere affrontatosolo collettivamente". Di qui la conclusione: "Abbiamo un contributo da dare ad un mondo più sicuro e più prospero. Il voto deve essere Remain".