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ECONOMIA

Gran Bretagna

Brexit, il Financial Times si schiera: "Un atto gratuito di autolesionismo"

 Ad una settimana esatta dal referendum che dovrà decidere sulla permanenza o meno del Regno Unito nell'Ue, il giornale londinese definisce un'eventuale uscita "un atto gratuito di autolesionismo ed un grave e irrevocabile colpo all'ordine mondiale liberale post-1945".
 

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In un lungo editoriale intitolato "La Gran Bretagna dovrebbe votare per rimanere nell'Unione Europea", Il Financial Times sottolinea come il referendum del 23 "segni un momento storico", dal momento che "in gioco c'è la spesso difficile relazione con l'Ue, ma anche la coerenza dell'Occidente".

Per il giornale, "la scommessa di David Cameron si è dimostrata un tentativo futile di sanare le divisioni nel Partito conservatore al governo, la campagna ha spaccato il Paese, le emozioni hanno sconfitto i fatti", con i "rinati populisti in campo contro l'establishment". Il Financial Times ricorda quindi di aver sostenuto l'adesione del Regno Unito all'allora Comunità economica europea nel 1973, ribadisce di "non essere a favore dell'ingresso nell'euro, che è un non senso economico, ma tenersi fuori dall'euro è molto diverso che restare fuori dall'Ue, cosa che danneggerebbe seriamente l'economia del Regno Unito". 

 Il referendum segna "un momento storico", scrive l'autorevole quotidiano finanziario, e la posta in gioco è "la spesso complicata relazione della Gran Bretagna con l'Ue, ma anche la coerenza dell'Occidente". "Un voto per l'uscita sarebbe irrevocabile, un colpo pesante all'ordine del mondo liberale dopo il 1945". E ancora: "La scommessa sul referendum di David Cameron si è dimostrato un futile tentativo di lenire le divisioni del Partito conservatore al potere. La campagna ha spaccato il Paese. Le emozioni hanno surclassato i fatti. I rinnovati populismi sono scesi in campo contro l'establishment".

Il Financial Times ricorda come nel 1973 sia stato tra i sostenitori dell'adesione britannica all'Ue nonostante il quotidiano non sia a favore della moneta unica, che "non ha senso economico". "Ma scegliere di rimanere fuori dall'euro è molto diverso che uscire dall'Ue, che danneggerebbe gravemente l'economia britannica. Un impegno costruttivo è di vitale importanza nel momento in cui l'Europa si confronta con minacce quali l'estremismo islamico, le migrazioni, la 'grandeur' russa e il cambiamento climatico. Tutto ciò può essere affrontatosolo collettivamente". Di qui la conclusione: "Abbiamo un contributo da dare ad un mondo più sicuro e più prospero. Il voto deve essere Remain". 
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