MONDO
Barnier: proroga lunga solo se ci sono elementi nuovi
Brexit, attesa lettera di Theresa May a Tusk per chiedere un rinvio
Ieri lo speaker John Bercow che ha stabilito che la premier non può riportare il suo testo in aula per un terzo voto senza "sostanziali cambiamenti". Il Guardian: in arrivo lettera della premier britannica a Tusk per chiedere un rinvio
no dello speaker della Camera, John Bercow, ad un nuovo voto sull'accordo di divorzio con Bruxelles.
La premier britannica Theresa May scriverà oggi o domani una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per richiedere un'estensione dell'articolo 50, dunque un rinvio della Brexit, ha annunciato il portavoce di Downing Street, senza però precisare quale sarà nel dettaglio il contenuto della lettera. Lo riferisce il Guardian, che parla di un briefing del governo insolitamente non illuminante, segno secondo il giornale che l'esecutivo non avrebbe deciso cosa fare.
La scorsa settimana May aveva annunciato che avrebbe richiesto un'estensione breve se il Parlamento fosse riuscito ad approvare il suo accordo prima del summit Ue del 21 e 22 marzo, mentre avrebbe richiesto un rinvio lungo in caso di non approvazione dell'accordo da parte del Parlamento. A mettere in crisi questo piano, però, è giunta ieri la decisione dello speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, che in virtù di una convenzione parlamentare del 1604 ha deciso che la premier non può riportare il suo testo in aula per un terzo voto senza "sostanziali cambiamenti".
Il portavoce del governo si è rifiutato di confermare se May anche alla luce dell'annuncio di Bercow intenda continuare ad attenersi alla sua strategia iniziale.
Per la premier un'opzione, segnala il Guardian, potrebbe essere quella di non chiedere semplicemente un rinvio lungo, ma un rinvio lungo con l'opzione di uno breve nel caso in cui il Parlamento finisca per approvare il suo accordo la prossima settimana. Si tratta però di una speculazione, che non ha trovato conferme ufficiali da parte del portavoce. Secondo quanto ha detto il portavoce, in Consiglio dei ministri i membri del governo hanno discusso oggi di tutto questo per 90 minuti circa.
Un terzo voto?
Intervistato dalla Bbc, il ministro per la Brexit, Stephen Barclay suggerisce che il voto possa tenersi la settimana prossima, dopo che la premier Theresa May avrà concordato con la Ue un rinvio della Brexit, oltre la data fissata del 29 marzo, ormai vicinissima.
Così facendo, i deputati potrebbero votare una risoluzione per l'approvazione dell'accordo con l'Ue, nell'ambito di un rinvio. Questa aggiunta potrebbe superare l'obiezione di Bercow che ieri, appoggiandosi ad una legge del 1604, ha bloccato un terzo voto sul divorzio dicendo che non si può votare uno stesso testo già bocciato a meno di "sostanziali cambiamenti". Ma naturalmente è sempre possibile che anche così l'accordo di divorzio venga bocciato dall'aula, come è già accaduto due volte a larga maggioranza.
Barnier: proroga solo se ci sono elementi nuovi
"Una proroga lunga deve essere legata a qualcosa di nuovo, a un elemento nuovo, o a un processo politico nuovo". Lo ha detto il capo-negoziatore dell'Ue sulla Brexit, Michel Barnier, in una conferenza stampa, insistendo sul fatto che la questione chaive è "a cosa serve". Secondo Barnier, "il perché della proroga condiziona la durata".
Giovedì il Consiglio europeo
L'altolà di Bercow ha creato una situazione di "caos costituzionale", titola oggi il Guardian. Se non ci saranno ulteriori novità, la premier Theresa May dovrà recarsi giovedì al Consiglio europeo per chiedere un'estensione dell'articolo 50, senza che si sappia bene che cosa succederà dopo. A questo punto è probabile che debba chiedere un'estensione lunga, il che comporterebbe una partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni europee del 26 maggio. "C'è meno chiarezza oggi di ieri" sulla Brexit, ha commentato oggi il ministro rumeno per gli affari Europei George Ciamba, il cui paese detiene la presidenza di turno dell'Ue.
Commissione Ue: May decida rapidamente
Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha chiesto al primo ministro britannico, Theresa May, di decidere "rapidamente" sui prossimi passi da compiere. "Siamo a dieci giorni dall'uscita del Regno Unito dall'Ue", ha ricordato il portavoce: seguiamo tutti gli sviluppi alla Camera dei Comuni da molto vicino, ma non tocca a noi commentare o intervenire sulle procedure e convenzioni parlamentari del Regno Unito". Secondo la Commissione, "tocca al primo ministro e al governo di sua Maestà decidere i prossimi passi e poi informarci rapidamente".
Conte: "Se ci sarà proroga, che sia breve". "Pronto decreto in caso no deal"
"Siamo con gli altri partner europei a un tavolo: valuteremo cosa ci verrà proposto dalla Gran Bretagna che ora è molto in difficoltà, com'è legittimo di fronte a decisioni così importanti. se ci verrà richiesto un differimento del termine del 29 marzo" per la Brexit, "rappresenterò la premura che il differimento sia breve. Per esperienza, concedere una prospettiva lunga significa differire i problemi che si ripresenteranno uguali in prossimità della nuova scadenza". Queste le parole del premier Giuseppe Conte alla Camera.
"Vorrei tranquillizzare il Paese intero: da tempo stiamo lavorando per la prospettiva, non auspicabile, del 'no deal'. E vi anticipo che questo Governo ha già predisposto una schema di decreto che potrà, tranquillamente, da un momento all'altro, entrare in vigore per tutelare, i nostri cittadini, le nostre imprese, per intervenire con tempestività", ha detto Conte.
Francia: rinvio né certo né automatico"
La richiesta di rinvio della Brexit da parte della Gran Bretagna "non è né certo né automatico" che verrà accolta all'Ue. Lo dichiarano fonti dall'Eliseo, rafforzando la tesi secondo cui molti leader europei pretendono dalla premier britannica, Theresa May, motivazioni convincenti sul rinvio.
Germania, Merkel: "Lotterò per una uscita ordinata"
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto che lotterà "fino all'ultima ora" della scadenza del 29 marzo per avere una Brexit ordinata. "Non abbiamo molto tempo ma c'è ancora qualche giorno", ha ricordato. "Ora vedremo cosa dirà Theresa May e quali sono i suoi desideri. E vedremo quali saranno le nostre reazioni", ha detto ancora Angela Merkel sull'ipotesi di rinvio della Brexit, in vista del vertice europeo di giovedì. Ribadendo che lotterà "fino all'ultimo minuto" per evitare un 'no deal', la cancelliera ha spiegato che "ora sono in corso troppe cose per poter fare dichiarazioni" su un rinvio lungo oppure un rinvio breve della Brexit. Un tema sul quale Merkel invita anche gli altri leader europei a moderare le proprie dichiarazioni pubbliche: "Meno ognuno esprime le proprie ipotesi, più le cose si semplificano".
Il governo britannico sta cercando di uscire oggi dall'impasse provocata dal
La premier britannica Theresa May scriverà oggi o domani una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per richiedere un'estensione dell'articolo 50, dunque un rinvio della Brexit, ha annunciato il portavoce di Downing Street, senza però precisare quale sarà nel dettaglio il contenuto della lettera. Lo riferisce il Guardian, che parla di un briefing del governo insolitamente non illuminante, segno secondo il giornale che l'esecutivo non avrebbe deciso cosa fare.
La scorsa settimana May aveva annunciato che avrebbe richiesto un'estensione breve se il Parlamento fosse riuscito ad approvare il suo accordo prima del summit Ue del 21 e 22 marzo, mentre avrebbe richiesto un rinvio lungo in caso di non approvazione dell'accordo da parte del Parlamento. A mettere in crisi questo piano, però, è giunta ieri la decisione dello speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, che in virtù di una convenzione parlamentare del 1604 ha deciso che la premier non può riportare il suo testo in aula per un terzo voto senza "sostanziali cambiamenti".
Il portavoce del governo si è rifiutato di confermare se May anche alla luce dell'annuncio di Bercow intenda continuare ad attenersi alla sua strategia iniziale.
Per la premier un'opzione, segnala il Guardian, potrebbe essere quella di non chiedere semplicemente un rinvio lungo, ma un rinvio lungo con l'opzione di uno breve nel caso in cui il Parlamento finisca per approvare il suo accordo la prossima settimana. Si tratta però di una speculazione, che non ha trovato conferme ufficiali da parte del portavoce. Secondo quanto ha detto il portavoce, in Consiglio dei ministri i membri del governo hanno discusso oggi di tutto questo per 90 minuti circa.
Un terzo voto?
Intervistato dalla Bbc, il ministro per la Brexit, Stephen Barclay suggerisce che il voto possa tenersi la settimana prossima, dopo che la premier Theresa May avrà concordato con la Ue un rinvio della Brexit, oltre la data fissata del 29 marzo, ormai vicinissima.
Così facendo, i deputati potrebbero votare una risoluzione per l'approvazione dell'accordo con l'Ue, nell'ambito di un rinvio. Questa aggiunta potrebbe superare l'obiezione di Bercow che ieri, appoggiandosi ad una legge del 1604, ha bloccato un terzo voto sul divorzio dicendo che non si può votare uno stesso testo già bocciato a meno di "sostanziali cambiamenti". Ma naturalmente è sempre possibile che anche così l'accordo di divorzio venga bocciato dall'aula, come è già accaduto due volte a larga maggioranza.
Barnier: proroga solo se ci sono elementi nuovi
"Una proroga lunga deve essere legata a qualcosa di nuovo, a un elemento nuovo, o a un processo politico nuovo". Lo ha detto il capo-negoziatore dell'Ue sulla Brexit, Michel Barnier, in una conferenza stampa, insistendo sul fatto che la questione chaive è "a cosa serve". Secondo Barnier, "il perché della proroga condiziona la durata".
Giovedì il Consiglio europeo
L'altolà di Bercow ha creato una situazione di "caos costituzionale", titola oggi il Guardian. Se non ci saranno ulteriori novità, la premier Theresa May dovrà recarsi giovedì al Consiglio europeo per chiedere un'estensione dell'articolo 50, senza che si sappia bene che cosa succederà dopo. A questo punto è probabile che debba chiedere un'estensione lunga, il che comporterebbe una partecipazione della Gran Bretagna alle elezioni europee del 26 maggio. "C'è meno chiarezza oggi di ieri" sulla Brexit, ha commentato oggi il ministro rumeno per gli affari Europei George Ciamba, il cui paese detiene la presidenza di turno dell'Ue.
Commissione Ue: May decida rapidamente
Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha chiesto al primo ministro britannico, Theresa May, di decidere "rapidamente" sui prossimi passi da compiere. "Siamo a dieci giorni dall'uscita del Regno Unito dall'Ue", ha ricordato il portavoce: seguiamo tutti gli sviluppi alla Camera dei Comuni da molto vicino, ma non tocca a noi commentare o intervenire sulle procedure e convenzioni parlamentari del Regno Unito". Secondo la Commissione, "tocca al primo ministro e al governo di sua Maestà decidere i prossimi passi e poi informarci rapidamente".
Conte: "Se ci sarà proroga, che sia breve". "Pronto decreto in caso no deal"
"Siamo con gli altri partner europei a un tavolo: valuteremo cosa ci verrà proposto dalla Gran Bretagna che ora è molto in difficoltà, com'è legittimo di fronte a decisioni così importanti. se ci verrà richiesto un differimento del termine del 29 marzo" per la Brexit, "rappresenterò la premura che il differimento sia breve. Per esperienza, concedere una prospettiva lunga significa differire i problemi che si ripresenteranno uguali in prossimità della nuova scadenza". Queste le parole del premier Giuseppe Conte alla Camera.
"Vorrei tranquillizzare il Paese intero: da tempo stiamo lavorando per la prospettiva, non auspicabile, del 'no deal'. E vi anticipo che questo Governo ha già predisposto una schema di decreto che potrà, tranquillamente, da un momento all'altro, entrare in vigore per tutelare, i nostri cittadini, le nostre imprese, per intervenire con tempestività", ha detto Conte.
Francia: rinvio né certo né automatico"
La richiesta di rinvio della Brexit da parte della Gran Bretagna "non è né certo né automatico" che verrà accolta all'Ue. Lo dichiarano fonti dall'Eliseo, rafforzando la tesi secondo cui molti leader europei pretendono dalla premier britannica, Theresa May, motivazioni convincenti sul rinvio.
Germania, Merkel: "Lotterò per una uscita ordinata"
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha detto che lotterà "fino all'ultima ora" della scadenza del 29 marzo per avere una Brexit ordinata. "Non abbiamo molto tempo ma c'è ancora qualche giorno", ha ricordato. "Ora vedremo cosa dirà Theresa May e quali sono i suoi desideri. E vedremo quali saranno le nostre reazioni", ha detto ancora Angela Merkel sull'ipotesi di rinvio della Brexit, in vista del vertice europeo di giovedì. Ribadendo che lotterà "fino all'ultimo minuto" per evitare un 'no deal', la cancelliera ha spiegato che "ora sono in corso troppe cose per poter fare dichiarazioni" su un rinvio lungo oppure un rinvio breve della Brexit. Un tema sul quale Merkel invita anche gli altri leader europei a moderare le proprie dichiarazioni pubbliche: "Meno ognuno esprime le proprie ipotesi, più le cose si semplificano".