MONDO
Bruxelles, media: nel mirino dei terroristi anche il primo ministro Michel
L'Echo, citando fonti inquirenti.
La polizia belga è venuta in possesso del computer durante la perquisizione del covo di Schaerbeek presso il quale i terroristi avrebbero preparato le bombe poi esplose il 22 marzo all'aeroporto per presso la stazione della metropolitana di Maelbeek, a ridosso dell'area delle istituzioni europee di Bruxelles.
Il procuratore federale Frederic Van Leeuw già la scorsa settimana aveva detto che questo computer conteneva "informazioni interessanti".
Secondo le fonti, tra i dati analizzati tratte, ci sarebbero informazioni abbastanza precise sul "16" - cioè la sede dell'ufficio del primo ministro - e sul Lambermont dove risiede il capo del governo, ma si trova anche l'Ambasciata Usa in Belgio.
Queste notizie hanno evidenziato il fatto che il capo del governo, oltre che gli edifici che ospitano le istituzioni politiche, erano (e forse sono) nel mirino dei jihadisti. Proprio per questo motivo - spiega ancora L'Echo -- l'apparato di sicurezza attorno a questi siti sensibili è stato appesantito e sarà ulteriormente rafforzato nei giorni e settimane a venire. Che i piani di attacco dei terroristi non fossero limitati ai due obiettivi centrati, è dimostrato anche nel fatto che, nel covo, sono stati ritrovati 15 kg di esplosivo di tipo TATP (lo stesso tipo utilizzato negli attentati di Parigi del 13 novembre), 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori e altri materiali utili ad assembleare esplosivi.
Ue valuta controlli aeroporti stile Tel Aviv
Domani riunione del comitato Ue per la sicurezza aerea per discutere di eventuali nuove misure di sicurezza all'ingresso degli aeroporti. Secondo quanto si apprende da fonti Ue, l'opzione sul tavolo dell'incontro degli esperti è l'introduzione di un 'modello stile Tel Aviv' con metal detector all'entrata per bagagli e persone. Ne verranno dibattuti i pro e i contro, dai costi all'effettiva efficacia, e probabilmente si andrà solo verso raccomandazioni facoltative.
Nel computer abbandonato di uno dei terroristi che poi è andato a farsi saltare in aria nell'aeroporto di Zaventem, Bruxelles, sono state ritrovate piantine e informazioni relative al 16 di rue de la Loi e di Lambermont, cioè rispettivamente dell'ufficio e della residenza del primo ministro belga Charles Michel. La notizia si legge sul sito internet del quotidiano
La polizia belga è venuta in possesso del computer durante la perquisizione del covo di Schaerbeek presso il quale i terroristi avrebbero preparato le bombe poi esplose il 22 marzo all'aeroporto per presso la stazione della metropolitana di Maelbeek, a ridosso dell'area delle istituzioni europee di Bruxelles.
Il procuratore federale Frederic Van Leeuw già la scorsa settimana aveva detto che questo computer conteneva "informazioni interessanti".
Secondo le fonti, tra i dati analizzati tratte, ci sarebbero informazioni abbastanza precise sul "16" - cioè la sede dell'ufficio del primo ministro - e sul Lambermont dove risiede il capo del governo, ma si trova anche l'Ambasciata Usa in Belgio.
Queste notizie hanno evidenziato il fatto che il capo del governo, oltre che gli edifici che ospitano le istituzioni politiche, erano (e forse sono) nel mirino dei jihadisti. Proprio per questo motivo - spiega ancora L'Echo -- l'apparato di sicurezza attorno a questi siti sensibili è stato appesantito e sarà ulteriormente rafforzato nei giorni e settimane a venire. Che i piani di attacco dei terroristi non fossero limitati ai due obiettivi centrati, è dimostrato anche nel fatto che, nel covo, sono stati ritrovati 15 kg di esplosivo di tipo TATP (lo stesso tipo utilizzato negli attentati di Parigi del 13 novembre), 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori e altri materiali utili ad assembleare esplosivi.
Ue valuta controlli aeroporti stile Tel Aviv
Domani riunione del comitato Ue per la sicurezza aerea per discutere di eventuali nuove misure di sicurezza all'ingresso degli aeroporti. Secondo quanto si apprende da fonti Ue, l'opzione sul tavolo dell'incontro degli esperti è l'introduzione di un 'modello stile Tel Aviv' con metal detector all'entrata per bagagli e persone. Ne verranno dibattuti i pro e i contro, dai costi all'effettiva efficacia, e probabilmente si andrà solo verso raccomandazioni facoltative.