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SPORT

La polemica

Calcio, Tavecchio: "Pochi hanno fatto quello che ho fatto io per il Terzo Mondo"

"Sono diventato più importante del Papa per una battuta infelice". Il candidato in pectore alla presidenza della Figc si difende dalle accuse di razzismo. Sul caso la Fifa scrive alla Federazione e chiede un'inchiesta
 

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"Mi sono ritrovato più importante di Sua Santità, della guerra in Palestina e del Tour de France e non ero abituato a tutto questo. Ho fatto un'uscita infelice, ho sbagliato e ho chiesto scusa una, due, dieci, venti volte". Si difende così Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza della Figc, dopo la polemica scatenata dalle sue frasi sui calciatori stranieri e le banane. Il candidato in pectore, attuale presidente della Lega Dilettanti, in occasione della presentazione dei calendari del campionato di di calcio di Serie A, ha spiegato il suo punto di vista: "Poche persone hanno fatto quello che ho fatto io per il terzo mondo - ha aggiunto Tavecchio -. Sono stato in Africa a fare squadre e campi di calcio. Diecimila persone extracomunitarie giocano nel campionato dilettantistico, questo è un fatto".

La Fifa chiede un'indagine
Ma ormai il caso ha valicato i confini della penisola scatenando prese di posizione sempre più autorevoli. La Fifa chiede alla Figc di aprire un’indagine e persino la Commissione Europea interviene dicendo che “il razzismo e ogni altra forma di discriminazione non devono avere posto nel calcio”. Nel frattempo il principale candidato alla presidenza della federazione perde consenso ma non molla e annuncia: "Vado avanti". "Le notizie di stampa sui presunti commenti razzisti da parte di uno dei candidati alla presidenza della Federazione italiana hanno allertato la Task Force della Fifa contro il razzismo e la discriminazione e il suo presidente Jeffrey Webb", si legge in un comunicato dell’organismo che governa il calcio mondiale. La Federazione internazionale “ha scritto una lettera alla Figc chiedendo di prendere le misure appropriate per indagare e decidere sulla questione e riferire alla Fifa". Nella sua missiva alla Figc, "la Fifa ha inoltre sottolineato che i dirigenti della comunità calcistica sono tenuti ad agire come modelli di riferimento nella lotta contro il razzismo". 

Le critiche dalla Commissione Ue
Il richiamo della Fifa riceve il plauso della Commissione Europea. Dennis Abbott, portavoce della Commissione Ue per sport, cultura, istruzione e politiche giovanili, sottolinea che "la non discriminazione è la pietra angolare della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea" e che quindi "il razzismo e ogni altra forma di discriminazione non devono avere posto nel calcio."

Tavecchio: "Vado avanti"
Carlo Tavecchio reagisce annunciando la sua determinazione a resistere alla bufera. "Ho l'appoggio delle Leghe, vado avanti con la mia candidatura alla presidenza della Federcalcio", dichiara sottolineando che le sue erano parole "senza alcun intendimento offensivo". Poi rilancia: "E ora lotta a ogni discriminazione nello sport".

Cesena, Fiorentina e Samp si sfilano
Il fronte che lo sostiene inizia però a scricchiolare. Secondo il presidente della Fiorentina, Mario Cognigni, la candidatura “non è più sostenibile”. Il suo omologo doriano, Massimo Ferrero, dichiara che “così non si può continuare”, mentre il numero uno del Cesena, Giorgio Lugaresi, esprime “profonda amarezza e grande fastidio” e ha invitato i club a votare autonomamente e secondo coscienza.

Il fronte pro-Tavecchio: Galliani in testa
Conferma il suo appoggio alla candidatura Tavecchio l'amministratore delegato del Milan Galliani: "Tavecchio non è razzista, la nostra posizione non cambia". D'accordo anche il presidente del Palermo Massimo Zamparini, per il quale "l'attacco a Carlo Tavecchio per una frase stupida è demagogia pura, una strumentalizzazione all'italiana”. Al presidente dell'Empoli, Fabrizio Corsi, quella del candidato alla presidenza della Figc "sembra una gaffe, se poi ha un valore sostanziale rispetto al calcio lo vedremo nei prossimi giorni e ne trarremo le logiche conseguenze". Dalla Lazio arriva invece la presa di posizione del giocatore camerunense Joseph Minala: "Io sono grato a Carlo Tavecchio che mi ha aiutato quando sono arrivato dall'Africa e sono stato abbandonato da un procuratore. Non mi sento offeso dalle sue parole, i razzisti sono altri". 
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