MONDO
Cambiamenti climatici, verso la Cop26 di Glasgow
Stabilita dalle Nazioni Uniti, con la prima edizione tenutasi nel 1995, la Cop è la Conferenza delle parti, giunta appunto alla 26ma edizione.
A Glasgow saranno presenti fino a 25 mila persone, tra cui leader mondiali, negoziatori e giornalisti. Decine di migliaia di attivisti e aziende parteciperanno, anche per fare rete, organizzare proteste ed eventi. Extinction Rebellion, ad esempio, chiederà la fine immediata dell'uso dei combustibili fossili.
La posta in gioco
Negli ultimi anni i fenomeni meteorologici estremi quali alluvioni, siccità, temperature record ed incendi forestali si sono intensificati, come conseguenza dei cambiamenti climatici. L'ultimo decennio è stato il più caldo da sempre, accelerando la consapevolezza dei governanti sulla necessità di un'azione collettiva per mitigare i cambiamenti climatici e salvare l'umanità dall'allarme rosso emesso dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) nel suo ultimo rapporto.
Gli obiettivi da raggiungere
Alla Cop26, verrà chiesto ai 200 Paesi partecipanti una serie di azioni concrete per invertire la rotta, tra cui il calo delle emissioni di gas serra entro il 2030. Per evitare una catastrofe climatica, dovranno rispettare l'Accordo di Parigi del 2015 che prevede di mantenere l'aumento delle temperature sotto 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, e se possibile non oltre 1,5 grado. Per riuscirci le emissioni inquinanti andranno azzerate entro il 2050.
Da Glasgow sono attesi impegni specifici a tutela dell'ambiente, per porre fine all'era del carbone e alle auto a benzina. Inoltre i Paesi in via di sviluppo richiederanno un pacchetto finanziario significativo nei prossimi cinque anni, per aiutarli ad adattarsi all'aumento delle temperature. Secondo diversi scienziati, è troppo tardi per invertire la rotta e difficilmente i leader mondiali riusciranno a mantenersi sotto la soglia di 1,5 grado, destinando a far fallire la Cop26.
Al centro del dibattito
Giustizia climatica, finanziamenti ed aiuti ai Paesi in via di sviluppo saranno anche al centro del dibattito: un discorso sul tavolo da anni che vede i Paesi del Sud del mondo inquinare poco ma subire i peggiori effetti dei cambiamenti climatici. Sono loro ad avere maggior bisogno di aiuti per adattarsi al riscaldamento globale, ad esempio per costruire impianti produttivi di energie rinnovabili e sistemi di protezione dalle alluvioni.
Ai Paesi ricchi l'Onu chiederà di intensificare gli sforzi: negli ultimi anni non è stato raggiunto l'impegno pregresso a devolvere 100 miliardi di dollari l'anno a sostegno di quelli in via di sviluppo. Altrettanto cruciale sarà la linea adottata dalla Cina alla Cop26, essendo il più grande inquinatore al mondo, anche per via dei suoi impianti di produzione di carbone sparsi in tutto il mondo. Gli osservatori guarderanno anche con attenzione a tutte quelle nazioni che producono maggiormente energie fossili e ai loro impegni per ridurre la loro dipendenza da tali fonti, nei tempi più brevi possibile.
Quali decisioni aspettarsi
Già prima dell'inizio del Summit, la maggior parte dei Paesi presenterà i propri piani per ridurre le emissioni; si dovrebbe quindi avere un'idea in anticipo sull'esito della Cop26 e capire se l'umanità è sulla buona strada per contrastare i cambiamenti climatici.
Da Glasgow sono attesi molti annunci, alcuni dei quali piuttosto tecnici, tra cui le regole da osservare per attuare l'accordo di Parigi. Il Summit si concluderà con una dichiarazione finale che ogni singolo Stato dovrà sottoscrivere e che potrebbe contenere impegni specifici.
Altri provvedimenti più concreti riguarderanno politiche e comportamenti individuali, anche nel quotidiano: transizione più rapida verso i veicoli elettrici, accelerare l'uscita dall'energia prodotta dal carbone, ridurre la deforestazione, proteggere un maggior numero di persone dagli impatti dei cambiamenti climatici con finanziamenti aggiuntivi da utilizzare, ad esempio, per la costruzione di barriere di protezione delle coste.