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MONDO

Usa

Casa Bianca: ci fu un secondo colloquio tra Trump e Putin al G20

La notizia è stata diffusa solo adesso. Nuovi dettagli intanto sul Russiagate, mentre da un sondaggio emerge che una percentuale maggiore di americani vorrebbe l'impeachment del presidente Donald Trump rispetto a quanti lo chiedevano per Richard Nixon durante lo scandalo del Watergate

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La Casa Bianca fa sapere che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ebbe un secondo colloquio con il presidente russo Vladimir Putin a margine del G20 in Germania, circostanza che fino ad ora non era stata resa nota. L'episodio ebbe luogo ad Amburgo nello stesso giorno in cui Trump e Putin avevano tenuto il loro primo e attesissimo faccia a faccia durato oltre due ore. Un colloquio ufficiale, seguito quindi da una seconda occasione per una conversazione in forma più informale, nel corso di una cena cui partecipavano i leader presenti al summit. A circa metà della cena Trump lasciò il suo posto per sedersi accanto a Putin. Il presidente americano era da solo mentre con Putin vi era soltanto il suo traduttore ufficiale, stando alla ricostruzione del Washington Post.

Russiagate, le rivelazioni dell'avvocatessa
Emergono intanto nuovi dettagli sul cosiddetto Russiagate. L'avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya accusa William Browder, fondatore e ad del fondo d'investimento britannico Hermitage Capital, di avere "orchestrato" lo scandalo sull'incontro alla Trump Tower tra la stessa Veselnitskaya, Donald Trump Jr. e altri personaggi: un incontro che secondo i democratici rappresenta la 'pistola fumante' del Russiagate. La donna, intervistata da Russia Today - potente megafono mediatico della propaganda del Cremlino - si dice inoltre pronta a "testimoniare in Senato". Per Hermitage Capital lavorava come legale Serghiei Magnitski, deceduto in cella in Russia nel 2009 in circostanze controverse dopo aver denunciato alcuni funzionari pubblici russi per una truffa ai danni dello Stato. Nel 2013, in un controverso processo a Mosca, Magnitski era stato riconosciuto colpevole di evasione fiscale mentre Browder era stato condannato in contumacia a nove anni, sempre per evasione fiscale. Alla morte del legale, gli Usa risposero col Magnitsky act, una legge che sanziona cittadini russi sospettati di abusi dei diritti umani. La Russia replicò con la "legge anti-Magnitsky", che vieta ai cittadini Usa di adottare bambini russi. Veselnitskaya accusa Browder di volersi vendicare per una sconfitta in tribunale risalente al 2013. "L'avvocato ha insistito sul fatto che il suo incontro con Trump Jr. aveva l'obiettivo di contrastare la lobby di Browder in America e non aveva nulla a che fare con le presidenziali Usa", scrive la testata filo-Cremlino Russia Today.

Lo spettro dell'impeachment
Una percentuale maggiore di americani vorrebbe l'impeachment del presidente Donald Trump rispetto a quanti lo chiedevano per Richard Nixon durante lo scandalo del Watergate che portò l'ex presidente statunitense alle dimissioni nell'agosto del 1974: è quanto emerge da un sondaggio del Polling Institute della Monmouth University pubblicato oggi dall'Independent. E questo vale sia per gli elettori repubblicani sia per i democratici: il 12% dei primi è favorevole all'impeachment di Trump rispetto al 7% che appoggiava quello di Nixon dopo sei mesi dall'inizio del suo secondo mandato. Tra i democratici, solo il 34% volevano cacciare Nixon contro il 70% che sarebbero felici di vedere Trump fuori dalla Casa Bianca. Nel complesso, facendo il calcolo su tutti gli elettori, il 41% vorrebbe l'impeachment di Trump rispetto al 24% schierato contro Nixon. Secondo Patrick Murray, direttore del Polling Institute, questi risultati sono il frutto del clima estremamente fazioso che ha sopraffatto il Paese rispetto alla situazione negli Stati Uniti nel 1973-74.
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