MONDO
Scontro giudiziario Italia-Egitto
Caso Regeni, Procura di Roma: "Andiamo avanti"
Il Cairo ha deciso di respingere la decisione dell'Italia di indagare su alcuni agenti dei servizi segreti egiziani. Procura di Roma: andiamo avanti
"Al di là delle indiscrezioni di stampa la Procura resta ferma a quanto riportato nel comunicato congiunto del 28 novembre scorso. Nei prossimi giorni verrà formalizzata l'iscrizione nel registro degli indagati di alcuni nomi identificati nell'attività di indagine svolta da Ros e Sco nei mesi scorsi". È quanto afferma ufficialmente la Procura di Roma in relazione all'indagine sul sequestro ed omicidio Regeni.
Sadat: "L'Egitto non metta ostacoli, l'inchiesta sia trasparente"
A parlare del caso Regeni è Mohamed Anwar El Sadat, nipote dell'ex presidente egiziano e già presidente della commissione Diritti umani del Parlamento del Cairo, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International. L'Egitto deve fare piena luce sul caso Regeni, partendo da un'inchiesta "aperta e trasparente" sugli ufficiali della polizia e dell'intelligence che la procura di Roma ha annunciato che iscriverà sul registro degli indagati per il sequestro e l'uccisione del ricercatore italiano, afferma.
"Ci sono notizie che i procuratori italiani siano giunti alla conclusione che alcuni ufficiali della polizia o dell'intelligence (egiziani, ndr) abbiano avuto un ruolo in quello che è accaduto (nell'omicidio Regeni, ndr). Dobbiamo vedere questi nomi ed indagare. Su questo dobbiamo essere molto aperti e molto trasparenti", spiega Sadat, attualmente presidente del partito di opposizione 'Riforma e Sviluppo'. Il nipote del presidente assassinato nel 1981 spiega quindi come in Egitto la decisione del presidente della Camera, Roberto Fico, di sospendere ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano, sia stata accolta "con sorpresa da molti di noi" visto che i media del Paese arabo raccontavano di un'intensa collaborazione tra i due Paesi, di "progressi nelle indagini" e che "presto saremmo arrivati alla verità" sull'omicidio Regeni.
"In tutta onestà sono rammaricato che i due Paesi siano arrivati a questa situazione", prosegue l'ex presidente della commissione Diritti umani del Parlamento egiziano, ricordando le iniziative che promosse quando era ancora in carica perché fosse fatta luce sul "terribile crimine".
"Quasi due anni e mezzo dopo (la morte di Regeni, ndr) siamo di nuovo allo stesso punto, non è accaduto niente - aggiunge Sadat - Ora c'è una escalation da parte italiana: il Parlamento ha chiesto di interrompere i rapporti diplomatici con la controparte egiziana ed il ministero degli Esteri ha convocato il nostro ambasciatore. Credo che l'Italia abbia perso la pazienza e che dobbiamo conoscere la verità. Non accuso l'Italia per questo".
Secondo il presidente di 'Riforma e Sviluppo', scoprire quello che è veramente accaduto a Regeni "non è importante solo per l'Italia, ma anche per l'Egitto" visto che tutti gli egiziani sono rimasti "scioccati" dalla sua morte e che a tutte le delegazioni governative che si recano all'estero si chiede "quale sia la verità su Regeni".
"Per noi egiziani è necessario sapere chi è dietro" il suo omicidio, continua Sadat, secondo il quale "non dovrebbero esserci ostacoli al raggiungimento della verità". E' stato "un crimine terribile che si è verificato sul suolo egiziano - aggiunge - E' chiaro che era uno studente, un ricercatore impegnato nel dottorato. Non vedo perché l'Egitto debba porre ostacoli anche per le nostre relazioni storiche e la nostra amicizia con l'Italia".
Secondo Sadat, "l'Egitto guadagnerebbe più rispetto, più credibilità se si arrivasse alla verità. A volte si fanno errori, si commettono violazioni, ma si devono ammettere gli errori e giudicare i responsabili chiunque essi siano. Questo sarà accolto molto bene all'esterno". Il nipote dell'ex presidente conclude sostenendo che "nessuno mai dimenticherà" l'omicidio Regeni, dicendosi convinto che sia necessario "conoscere la verità per la sua famiglia e dei nostri amici italiani".
Mercoledì 5 conferenza stampa FNSI con i genitori
Mercoledì 5, alle ore 17, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana si terrà una conferenza stampa, promossa dalla famiglia Regeni assieme alla loro legale Alessandra Ballerini, per fare il punto circa l'avanzamento delle indagini sul sequestro, le torture e l'omicidio di Giulio. Insieme con loro il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.