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Crisi Coronavirus
Cgia: ristori insufficienti, coperto solo il 25 % delle perdite subite
Per l'associazione degli artigiani non da escludere che almeno 350 mila piccole e micro aziende di questi settori chiuderanno definitivamente la saracinesca entro la fine di questo mese, lasciando senza lavoro almeno 1 milione di addetti
"Pertanto, per sostenere quelle imprese che invece continueranno a tenere aperto è necessario un cambio di marcia; passare dalla logica dei ristori a quella dei rimborsi. In primo luogo - prosegue Zabeo - indennizzando fino al 70 per cento i mancati incassi e in secondo luogo abbattendo anche i costi fissi, così come ha stabilito nelle settimane scorse la Commissione Europea''.
Lo sforzo economico messo in campo dal Governo Conte "non ha precedenti. Dall'inizio della crisi pandemica fino a oggi, segnala la Cgia - le risorse direttamente a sostegno delle imprese italiane ammontano a circa 35 miliardi di euro. Nonostante ciò, questi aiuti sono stati, per la gran parte dei destinatari, del tutto insufficienti. E dopo l'approvazione dell'ultimo Dpcm, la situazione in questo periodo natalizio è destinata a peggiorare ulteriormente".
Limitatamente alle figure artigiane e commerciali, inoltre, "sarebbe necessaria una deroga all'attuale normativa in materia contributiva Inps, eliminando il versamento riferito al minimale prestabilito, consentendo così agli interessati al solo versamento dei contributi calcolati sull'effettivo reddito prodotto negli esercizi 2020 e 2021".
La Cgia ricorda che per l'anno in corso il reddito minimale considerato per i commercianti e gli artigiani al fine della contribuzione previdenziale sfiora i 16.000 euro. Di conseguenza, poiché i commercianti e gli artigiani hanno un'aliquota del 24 per cento circa, il contributo minimale che dovrebbe essere eliminato consentirebbe un risparmio pro capite di circa 3.850 euro. Misura che potrebbe essere applicata solo per le attività ubicate nelle città d'arte, precisa la Cgia.