MONDO
Strage Parigi
Charlie Hebdo, oggi esce con 3 milioni di copie. Maometto in prima pagina
Il settimanale satirico ha deciso di triplicare le copie rispetto alle prime indicazioni che parlavano di un milione, sarà stampato in 60 lingue
Roma
Nuova sfida per i giornalisti di Charlie Hebdo: il settimanale satirico torna in edicola dopo il massacro addirittura in tre milione di copie rispetto alle 60mila abituali. Il giornale verrà anche tradotto in sedici lingue e distribuito in tutto il mondo. E in prima pagina una vignetta di Maometto: il profeta con una lacrimuccia regge un cartello con la scritta: "Je suis Charlie". Sulla sua testa campeggia la frase: "Tout est pardonné", "È tutto perdonato", come si vede nell'anticipazione in un tweet di Liberation, che ospita la redazione del settimanale satirico.
Non mancheranno altre vignette satiriche e dissacranti. Il caporedattore Gerard Biard ripete più di una volta: il numero 1178 "avrà lo stesso tono di tutti quelli che abbiamo fatto fino ad oggi. Non ci saranno necrologi o spazi vuoti. Ma disegni e testi inediti". Un omaggio a Charb, il direttore ucciso insieme ad altre 11 persone, che disse "preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio". Lo spirito di 'io sono Charlie", aggiunge il legale del magazine Richard Malka, significa anche "diritto alla blasfemia".
La redazione di Charlie Hebdo ha deciso di rispondere così all'attacco che l'ha colpita. I giornalisti e i disegnatori "sopravissuti" alla strage, ospitati nella sede di Liberation, si sono messi al lavoro il giorno dopo dell'attentato per realizzare il numero di mercoledì 14 gennaio.
Mahomet en une du «Charlie Hebdo» de mercredi http://t.co/2JGWBH2Qpz pic.twitter.com/1AzjFiFvmL
— Libération (@libe) 12 Gennaio 2015
Non mancheranno altre vignette satiriche e dissacranti. Il caporedattore Gerard Biard ripete più di una volta: il numero 1178 "avrà lo stesso tono di tutti quelli che abbiamo fatto fino ad oggi. Non ci saranno necrologi o spazi vuoti. Ma disegni e testi inediti". Un omaggio a Charb, il direttore ucciso insieme ad altre 11 persone, che disse "preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio". Lo spirito di 'io sono Charlie", aggiunge il legale del magazine Richard Malka, significa anche "diritto alla blasfemia".
La redazione di Charlie Hebdo ha deciso di rispondere così all'attacco che l'ha colpita. I giornalisti e i disegnatori "sopravissuti" alla strage, ospitati nella sede di Liberation, si sono messi al lavoro il giorno dopo dell'attentato per realizzare il numero di mercoledì 14 gennaio.