MONDO
Il dibattito su Fox News tra 10 candidati repubblicani alle primarie
Ciclone Donald Trump. "Se perdo le primarie corro da solo"
L'immobiliarista miliardario spaventa il Grand Old Party e dice: "Non ho tempo per essere politicamente corretto"
I temi afforntati
Si è parlato poco di economia, tanto di politica estera, di temi sociali (dall'immigrazione all'aborto fino alla riforma sanitaria), è stato criticato l'operato di Obama e i candidati hanno sottolineato come Hillary Clinton potrebbe peggiorare la situazione. Come previsto Donald Trump è riuscito a polarizzare su di sé il discorso.
Trump non esclude di candidarsi da indipendente
L'immobiliarista miliardario, sceso in campo solo 7 settimane fa, si è rifiutato di escludere di correre da indipendente se non dovesse conquistare la nomination del Grand Old Party (Gop). Un avvertimento pesante, una minaccia secondo gli analisti, perché rievoca lo spettro della candidatura del miliardario Ross Perot nel 1992, che fece perdere il candidato Bob Dole a favore di Bill Clinton. "Non intendo assumere questo impegno al momento", ha risposto alla domanda se intendeva escludere l'opzione Perot, che farebbe vincere il candidato/a democratico chiunque esso sia.
"Non ho tempo per essere politicamente corretto"
Trump, a sorpresa si sente superiore alle regole del 'fair play' e del "politicamente corretto", per il quale, ha detto di "non aver tempo" aggiungendo che uno dei problemi "di questo Paese e l'essere politicamente corretto".
Immigrazione e Isis
Trump a poi parlato di immigrazione ("se fosse stato per me non avremmo mai parlato di immigrazione illegale. È colpa di politici stupidi"), ma anche di Iran e Isis, attaccando l'accordo sul nucleare e dicendo che quando si affrontano persone che tagliano la testa ai cristiani non c'è tempo per pensare, bisogna "portare a termine il lavoro" il prima possibile.
Ma non è stato solo Trump a lanciare attacchi e a mantenere il discorso acceso. Il
governatore del New Jersey Chris Christie e il senatore Rand Paul si sono scontrati sul programma di sorveglianza del governo: per il primo è uno strumento fondamentale, per il secondo (libertario e anti-stato) un errore.
Jeb Bush contro Trump
C'è poi Jeb Bush che, anche se un po' sotto tono, ha risposto a Trump. L'ex governatore della Florida ha definito il linguaggio di Trump "mirato a dividere, alla stregua di quelli usati da Obama e Hillary Clinton", mentre io "voglio essere il presidente di tutti", ha continuato. Bush pur essendo sembrato a tratti un po' impacciato potrebbe essere, grazie alle sue posizioni moderate, l'unico vero avversario in grado di contrastare Hillary Clinton.
Sorpresa John Kasich
Ma una delle grandi sorprese della serata è stato il governatore dell'Ohio, John Kasich, che ha dato prova di un'ottima oratoria e posizioni politiche ben definite. Il governatore ha portato la sua esperienza alla guida dello Stato parlando delle sue vittorie sul piano fiscale e delle politiche in favore dei poveri.
Promosso dal New York Times Scott Walker
Marco Rubio ha dato a sua volta prova di profonda conoscenza della politica e mostrato le capacità per poter lottare contro i democratici. Tra i promossi, il New York Times mette anche il governatore del Wisconsin Scott Walker che ha difeso (come molti altri peraltro) le sue posizioni anti-aborto e pro-life e ha vantato tre vittorie consecutive in uno Stato molto difficile da conquistare per il Gop.
Aborto e matrimoni gay
Quelli che non sono riusciti a entrare bene in scena sono l'ex medico Ben Carson (che ha parlato poco, ma ha fatto un discorso di chiusura molto divertente), il senatore Ted Cruz e l'ex governatore dell'Arkansas Mike Huckabee. Proprio sui temi dell'aborto e dei matrimoni gay i dieci candidati si sono trovati in linea, a parte Huckabee, pastore evangelico che ha attaccato l'apertura ai gay e ai transessuali nell'esercito ("non credo possano svolgere bene questo lavoro").