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ITALIA

L'inchiesta Consip

Consip, Renzi su intercettazioni: qualcuno viola legge, non noi. Indagano la Procura e Orlando

E' polemica sulla fuga di notizie che ha consentito a Il Fatto di pubblicare l'intercettazione di una telefonata tra Matteo Renzi e il padre Tiziano, disposta nel corso delle indagini Consip. Indaga la Procura di Roma mentre il ministro Orlando ha disposto verifiche. Renzi: "Qualcuno vìola la legge e non sono certo io"

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La procura di Roma indaga contro le ripetute violazioni del segreto istruttorio sul caso Consip. Dopo la pubblicazione da parte de "Il Fatto Quotidiano" di un'intercettazione del 2 marzo scorso in cui Matteo Renzi raccomandava al padre Tiziano di "dire tutta la verita' ai magistrati", alla vigilia del suo interrogatorio come indagato per traffico di influenze, piazzale Clodio ha aperto un fascicolo per violazione del segreto istruttorio e per pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. Anche il ministro della giustizia Andrea Orlando, tramite l'ispettorato generale, sulla vicenda ha avviato accertamenti preliminari presso gli uffici interessati.

Si tratta dell'ennesimo procedimento avviato dai magistrati della Capitale, Paolo Ielo e Mario Palazzi, a fronte delle ripetute pubblicazioni di notizie relative ad aspetti dell'inchiesta Consip che dovrebbero essere coperti dal segreto. La telefonata tra Matteo e Tiziano Renzi riportata ieri dal quotidiano fu intercettata dai carabinieri del Noe per conto della procura di Napoli. Ad essere sotto intercettazione, su richiesta degli inquirenti partenopei, era Tiziano Renzi. Agli atti della procura di Roma, cui fu poi trasmesso il contenuto di quella conversazione, c'è solo il sonoro. Insomma nessuna trascrizione agli atti di quella che a piazzale Clodio è ritenuta una telefonata penalmente irrilevante. Nessuna traccia della stessa neanche nelle informative redatte per l'autorità giudiziaria.

La replica di Matteo Renzi: gogna mediatica, ma dimostra la mia serietà
"Questa mattina Il Fatto pubblica con grande enfasi delle intercettazioni tra me e mio padre. Nel merito ribadiscono la mia serietà visto che quando scoppia lo scandalo Consip chiamo mio padre per dirgli: 'Babbo, questo non è un gioco, devi dire la verità, solo la verità'". Lo scrive su Fb Matteo Renzi. "Politicamente le intercettazioni mi fanno un regalo. La pubblicazione è come sempre illegittima. Ma non ho alcun titolo per lamentarmi: non sono il primo a passare da questa gogna mediatica. Anzi: ad altri è andata peggio. Qualcuno si è tolto la vita, qualcuno ci ha rimesso il lavoro".

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