ITALIA
Grasso: "soluzioni condivise". Boldrini: "Coinvolgere minoranze"
Consulta: l'amarezza di Mattarella per l'impasse. Da lunedì 14 si voterà ad oltranza
l presidente della Repubblica ha espresso amarezza per l'impasse che mette a rischio un settore importante come quello della corte Costituzionale. Dello stesso parere si sono detti anche i presidenti di Camera e Senato
Roma
Non sono bastate 29 votazioni per nominare i tre giudici della Consulta e la situazione che si è creata sta preoccupando le più alte cariche dello Stato.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso amarezza per l'impasse che mette a rischio un settore importante come quello della corte Costituzionale e ha sottolineato il fatto che le forze politiche non hanno accolto l'appello fatto dallo stesso Quirinale a superare i veti incrociati. Dal Capo dello Stato non arriverà un secondo 'richiamo' al Parlamento con il rischio che il nuovo appello cada ancora una volta nel vuoto visto che la soluzione sembra ancora lontana.
Da lunedì 14 dicembre riprenderanno le votazioni con l'imperativo di andare avanti ad oltranza fino a quando non sarà fumata bianca. L'istantanea del momento perciò conferma come ogni partito resti fermo sulle proprie posizioni. Il Partito Democratico, pur aprendo al dialogo con tutte le forze politiche, almeno per il momento non è intenzionato a 'cambiare cavallo', ribadendo la sua piena fiducia in Augusto Barbera. Stessa linea in Forza Italia: nonostante nel partito di Silvio Berlusconi esista più di qualche resistenza su Francesco Sisto, l'ex presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera è ancora in pole.
Il presidente del Senato
Il presidente del Senato Piero Grasso condivide "in pieno l'amarezza e anche le preoccupazioni" di Sergio Mattarella sui ritardi del Parlamento nell'elezione dei tre giudici costituzionali. Lo ha detto a Seul, prima tappa della missione istituzionale in Estremo Oriente, auspicando "soluzioni condivise" e assicurando "tutto quello che è nelle mie competenze per poter raggiungere questo risultato" entro l'anno. "Penso - ha spiegato - che grazie alla pausa imposta dalla legge di Stabilità alla Camera si possa superare il metodo finora posto in essere, cioè di avere indicazioni dalle aree di riferimento dei gruppi parlamentari, per trovare delle soluzioni condivise sotto il profilo della professionalità, dell'indipendenza e dell'esperienza sotto il profilo costituzionale". Insomma, "l'elezione della parte politica della Consulta deve potere costituire la coscienza di garanzia della politica e la fiducia in quest'organo costituzionale".
Il presidente della Camera
Il presidente della Camera, Laura Boldrini ritiene "che il Parlamento debba uscire da questo stallo perché questa incapacità di trovare una soluzione e questa inconcludenza va tutta a discapito del Parlamento stesso ed avalla la teoria di chi dice che le Aule non sono all'altezza del loro compito". Per uscire da questa impasse, secondo la Boldrini, occorre riconsiderare "lo schema fin'ora seguito, bisogna coinvolgere le minoranze e tutti i gruppi di opposizione, se ora non ci sono i risultati è evidente che c'è un problema e bisogna coinvolgere tutti".
"Spero si arrivi quanto prima ad una soluzione", ha detto la Presidente della Camera ricordando che se non si dovesse trovare una soluzione per il "14 dicembre, ogni sera alle ore 19 ci sarà la seduta comune, il che significa che si starà a votare tutto il giorno la legge di stabilità e poi si aprirà la seduta comune: spero che non si arrivi a questo".
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso amarezza per l'impasse che mette a rischio un settore importante come quello della corte Costituzionale e ha sottolineato il fatto che le forze politiche non hanno accolto l'appello fatto dallo stesso Quirinale a superare i veti incrociati. Dal Capo dello Stato non arriverà un secondo 'richiamo' al Parlamento con il rischio che il nuovo appello cada ancora una volta nel vuoto visto che la soluzione sembra ancora lontana.
Da lunedì 14 dicembre riprenderanno le votazioni con l'imperativo di andare avanti ad oltranza fino a quando non sarà fumata bianca. L'istantanea del momento perciò conferma come ogni partito resti fermo sulle proprie posizioni. Il Partito Democratico, pur aprendo al dialogo con tutte le forze politiche, almeno per il momento non è intenzionato a 'cambiare cavallo', ribadendo la sua piena fiducia in Augusto Barbera. Stessa linea in Forza Italia: nonostante nel partito di Silvio Berlusconi esista più di qualche resistenza su Francesco Sisto, l'ex presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera è ancora in pole.
Il presidente del Senato
Il presidente del Senato Piero Grasso condivide "in pieno l'amarezza e anche le preoccupazioni" di Sergio Mattarella sui ritardi del Parlamento nell'elezione dei tre giudici costituzionali. Lo ha detto a Seul, prima tappa della missione istituzionale in Estremo Oriente, auspicando "soluzioni condivise" e assicurando "tutto quello che è nelle mie competenze per poter raggiungere questo risultato" entro l'anno. "Penso - ha spiegato - che grazie alla pausa imposta dalla legge di Stabilità alla Camera si possa superare il metodo finora posto in essere, cioè di avere indicazioni dalle aree di riferimento dei gruppi parlamentari, per trovare delle soluzioni condivise sotto il profilo della professionalità, dell'indipendenza e dell'esperienza sotto il profilo costituzionale". Insomma, "l'elezione della parte politica della Consulta deve potere costituire la coscienza di garanzia della politica e la fiducia in quest'organo costituzionale".
Il presidente della Camera
Il presidente della Camera, Laura Boldrini ritiene "che il Parlamento debba uscire da questo stallo perché questa incapacità di trovare una soluzione e questa inconcludenza va tutta a discapito del Parlamento stesso ed avalla la teoria di chi dice che le Aule non sono all'altezza del loro compito". Per uscire da questa impasse, secondo la Boldrini, occorre riconsiderare "lo schema fin'ora seguito, bisogna coinvolgere le minoranze e tutti i gruppi di opposizione, se ora non ci sono i risultati è evidente che c'è un problema e bisogna coinvolgere tutti".
"Spero si arrivi quanto prima ad una soluzione", ha detto la Presidente della Camera ricordando che se non si dovesse trovare una soluzione per il "14 dicembre, ogni sera alle ore 19 ci sarà la seduta comune, il che significa che si starà a votare tutto il giorno la legge di stabilità e poi si aprirà la seduta comune: spero che non si arrivi a questo".