POLITICA
Consultazioni: il premier incaricato lavora al nuovo esecutivo
Pd:"Nessun veto". Salvini: "Italia protagonista in Ue". M5s: "Parola ai nostri iscritti"
Sanità, ambiente, lavoro e scuola. Sono alcuni dei punti principali del programma del nuovo governo che Draghi ha presentato ai partiti all'avvio del secondo giro di consultazioni. Resta da stabilire se la squadra sarà di ministri tecnici o politici. Draghi ai partiti: "Progressività fiscale senza nuove tasse". La Lega vota sì al Recovery al Parlamento europeo
Merlo (Maie): "Condividiamo obiettivi Draghi"
"Condividiamo gli obiettivi certamente europeisti del governo che vogliamo davvero raggiunga il risultato. Siamo nati da un appello di Mattarella ai costruttori. Siamo davvero lieti che il 90% del Parlamento è diventato europeista e costruttore...". Lo ha detto Ricardo Merlo del Maie al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. "Abbiamo parlato con Draghi delle politiche per gli italiani all'estero", ha concluso.
De Falco: "Per Draghi Ue soggetto economico politico unitario"
"L'europeismo è una chiave di lettura di questo governo che si sta formando, un europeismo in chiave diversa dal passato: è necessario un europeismo federalista, che tenga conto del percorso fatto, degli errori. Bisogna rendere strutturali, questo ci ha detto il presidente del Consiglio incaricato, la capacità dell'Europa di essere un soggetto economico politico unitario, la necessità di creare un bilancio europeo attraverso il quale mutualizzare il ricorso al Recovery Fund" ha detto il senatore Gregorio De Falco di Europeisti-Maie-Centro democratico, dopo l'incontro.
Leu: "Riconfermiamo disponibilità a Draghi, ma serve maggioranza omogenea"
"Abbiamo riconfermato a Draghi la nostra disponibilità ad accogliere l'appello del presidente Mattarella e procedere alla interlocuzione nei modi che lui ritenga". Lo ha detto Federico Fornaro di Leu al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato, sostenendo che si è trattato di "un incontro solo programmatico. Il nostro auspicio è che le tre forze dell'alleanza, M5S, Pd e Leu, possano concordare un atteggiamento univoco sul costituendo governo Draghi. Come credo che varrà per tutti i gruppi parlamentari, ci riserveremo di dare una valutazione complessiva dopo che il presidente incaricato avrà fatto le ulteriori fasi" ha sottolineato. "Per garantire la necessaria continuità, allargare la base parlamentare in maniera omogenea e sostenibile incoerenza con l'attuale quadro politico europeo, e avviare il rilancio del Paese senza il rischio del 'troppo pieno' è opportuno che il perimetro politico del nuovo Governo sia ben definito". ha precisato. "Non abbiamo discusso di ministri. La scelta della squadra di governo resta totalmente in capo al presidente incaricato" ha poi concluso.
"Ci riserviamo di fare le nostre scelte nel momento in cui sarà presentato il programma e sarà definito il profilo del Governo" ha poi sottolineato Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato,
Iv, Bellanova: "Totale sostegno a Draghi"
"Con Matteo Renzi abbiamo espresso il totale sostegno di Iv all'impianto di programma e alle scelte che Draghi porterà avanti, con grande attenzione al piano vaccinale che va rafforzato rapidamente con attenzione al mondo della scuola". Lo ha detto Teresa Bellanova di Iv al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato. "Il programma di Mario Draghi "è da noi fortemente condiviso, un governo europeista, con un impianto ancorato all'atlantismo e di grande sostenibilità ambientale. Il programma ci vede assolutamente convinti nel sostegno" al prossimo esecutivo, ha aggiunto Bellanova.
Meloni (FdI): no a voto fiducia ma saremo utili a Paese
"E' stato un incontro basato sui contenuti, ci limitiamo a un confronto franco su questo. Non mi aspettavo che Draghi potesse leggere le nostre proposte ieri notte, ma la nostra posizione è immutata. Non voteremo la fiducia ma faremo opposizione responsabile e patriottica". Così la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, al termine delle consultazioni.
"Vogliamo lavorare per impedire che le imprese muoiano, chiediamo l'abolizione del cashback grazie al quale potremo liberare 5 miliardi di euro" e ha aggiunto "Abbiamo posto la questione della difesa delle infrastrutture nazionali che devono rimanere pubbliche". Abbiamo chiesto a Draghi che il suo governo ponga fine alla stagione dei Dpcm", ha detto ancora la leader di Fratelli d'Italia. "Draghi - ha spiegato Meloni - ci ha parlato della sua riforma del fisco, immagina che le tasse non aumenteranno e immagina un sistema progressivo e esclude la flat tax". "Draghi ci ha detto che ha un'idea di governo europeista, atlantista e ambientalista. Sul primo e secondo aspetto, l'Italia è parte dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. Secondo noi va bene, quello che manca non è la presenza in queste istituzioni ma la capacità di starci anche difendendo gli interessi nazionali".
Zingaretti (PD): confermiamo fiducia a Draghi, soddisfatti su linee guida
"Siamo veramente molto soddisfatti per le linee guida e abbiamo apprezzato l'approccio culturale, strategico del professore. Crediamo che i contenuti e la visione sono sicuramente garanzia di serietà, stabilità, forza e autorevolezza della sfida governativa del professor Draghi. Non possiamo che confermare fiducia". Così il segretario Pd Nicola Zingaretti dopo le consultazioni.
E' "importante" tra le riforme quella "fiscale" con "pilastri indicati di progressività fiscale, rifiuto di proporre nuove tasse, rifiuto della cultura dei condoni come soluzione di questo tema, che sarebbe sbagliata, e attenzione alla fiscalità sul lavoro". Aggiunge Zingaretti. Di nomi "non ne abbiamo in alcun modo parlato e non abbiamo affrontato il tema. Confermo che anche la formula del governo è un'ipotesi che dovrà formulare Draghi alla luce del mandato ricevuto da Mattarella e dalla valutazione che farà sul perimetro della maggioranza e sul programma. Su questo davvero ci rimetteremo e ci rimettiamo alle valutazioni di Draghi che ha ricevuto un incarico esplorativo da Mattarella e non dalle forze parlamentari".
"Non ho memoria di un partito così unito come in questo momento. Ci sarà anche tempio di discutere e trovare il modo più utile per costruire e rafforzare il nostro progetto politico per il futuro. Io farò di tutto per tenere questo partito vicino alle persone e lontane dai marziani". ha detto ancora il segretario dem. "Non è questa la sede per parlare del Partito democratico ma chi pensa a un congresso adesso è un marziano. Il Pd deve stare vicino alle persone, non ai marziani. Le alleanze si fanno sui territori: autonomia ai territori e vocazione unitaria ci faranno tornare a vincere". Posso garantire che il Pd non sarà mai una forza di pura testimonianza ma sempre una forza riformista e trovera' sempre gli strumenti utili, dalle alleanze alle battaglie politiche, affinché ci sia la costruzione di credibili ipotesi per far affermare evincere i nostri valori".
"Abbiamo segnalato al professore Draghi anche il tema delle riforme dei regolamenti, e in particolare della riforma della legge elettorale che per quanto ci riguarda deve essere di stampo proporzionale".
"Noi continuiamo a ritenere l'esistenza di questo rapporto molto importante per condizionare la vita parlamentare dei prossimi mesi, il contributo che potrà dare quest'area parlamentare permette di incidere e far pesare tanti nostri valori e punti programmatici". Ha detto il segretario del Pd. "Crediamo in un sistema di alleanze proprio perché vogliamo essere autonomi e competitivi".
"Noi con il professor Draghi non abbiamo parlato di rapporti con altri partiti e in particolar modo con la Lega. Ribadisco che il Pd e la Lega, qualsiasi cosa accada rispetto alla formazione del Governo, sono due forze alternative nello schieramento politico italiano".
Berlusconi (Forza Italia): "Governo di unità, senza preclusioni"
"Faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo, senza calcoli né tattiche". Silvio Berlusconi, dopo il lungo colloquio con il premier incaricato Mario Draghi, legge ai giornalisti, nella Sala della Regina di Montecitorio, una breve dichiarazione e, al termine, non si concede alle domande dei giornalisti.
"Ho confermato al presidente incaricato il nostro sostegno con la sollecitazione ad adottare scelte di grande profilo tenendo conto delle indicazioni dei partiti, ma decidendo in piena autonomia. Quello che nasce è un governo senza preclusione alcuna, la risposta a un grande emergenza, e durerà per il tempo necessario a superare questa grave crisi sanitaria, sociale ed economica". Così il
presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nella dichiarazione rilasciata al termine dell'incontro con il presidente incaricato Mario Draghi alla Camera. "È la risposta unitaria che avevamo chiesto per primi e che trova piena corrispondenza nella richiesta del capo dello stato ad assumersi le proprie responsabilità: la gravità della situazione impone a tutti di mettere da parte calcoli e interessi elettorali e mettere al primo posto la salvezza del paese, l'Italia riuscirà ancora una volta a rimettersi sui propri passi". "
Se nascerà questo governo l'Italia riuscirà a sollevarsi e a guardare avanti".
"E' una risposta ad una grave emergenza durerà per il tempo necessario a superare questa drammatica crisi sanitaria, sociale ed economica. Una risposta credibile di fronte all'Europa e al mondo, una risposta unitaria che avevamo chiesto per primi e che trova piena corrispondenza all'invito rivolto dal Capo dello Stato a tutte le forze politiche ad assumersi la propria responsabilità".
Salvini (Lega): "No all'austerità, a lacrime e sangue. Sensibilità condivisa con Draghi"
"E'stato un incontro molto intenso e utile, spero reciprocamente stimolante. Abbiamo parlato di tante cose, non di ministeri politici e tecnici e non ne parleremo, perché abbiamo fiducia nell'idea di squadra per l'Italia. Quindi queste cose chiedetele alla delegazione seguente, se Rousseau lo permette". L'ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, dopo le consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi.
"Una delle priorità è lo sviluppo, lo sblocco dei cantieri e quindi la revisione del codice degli appalti. Mi fa piacere che Draghi abbia citato come esempio il modello Genova, che abbiamo visto da vicino, con burocrazia zero, che sarebbe un volano per tutto il paese da nord a sud".
"L'Italia torni protagonista in Europa. I miei figli pensano da italiani in Europa, quello che interessa è che si faccia l'interesse italiano in sede europea, in prospettiva europea e con spirito europeo. E quindi no al ritorno in essere di patti di stabilità, vincoli del 3 per cento, politiche dei tagli lacrime e sangue e sacrifici".
"Vogliamo politiche di immigrazione di stampo europeo, di buona gestione dei confini e contrasto al traffico di esseri umani come quelle di Spagna, Francia, Germania, Slovenia. Ho detto a Draghi che un conto era utilizzare i prestiti con il governo Conte che non condivideva nulla, un altro è essere protagonisti nella gestione di questi fondi e in questo senso ci interessa essere protagonisti".
"Ho ricordato come il nostro governo istituì il governo per le disabilità, mi piacerebbe che l'auspicabile governo Draghi rimettesse in vita un ministero del genere: non è una questione di nomi, ma di semplificare la vita a queste persone".
"C'è stato l'impegno da noi avanzato e da Draghi accolto a nessuna nuova tassa, nessun aumento di tasse, nessuna patrimoniale, nessuna tassazione della casa e dei risparmi. Anzi l'impegno a un tavolo di lavoro per la riduzione Irpef". "Se Draghi andrà a palazzo Chigi si troverà un enorme stanzone con 50 milioni di cartelle esattoriali: la nostra proposta è ripetere la pace fiscale". Sulla questione della riforma fiscale "usciamo sollevati da questo incontro - ha riferito Salvini - non che ce ne fosse bisogno ma si è detto di tutto di più: l'impegno da noi avanzato e da Draghi condiviso, è nessun aumento di tasse, nessuna patrimoniale, nessun ritorno dell'Imu o tassazione di risparmi, ma tavolo di lavoro per una riduzione delle tasse e in particolare modo dell'Irpef. C'è un governo che deve nascere, non parliamo di aliquote. Il fatto che si lavorerà per ridurre gradualmente l'imposizione fiscale è per noi motivo di ottimismo".
La Lega ha chiesto a Mario Draghi di reintrodurre il ministero per la disabilità. "Mi fa piacere che sia stato lo stesso professor Draghi a ricordare i disabili. L'unica deroga a proposito di ministeri è stata ricordare il ministero per le disabilità istituito dal governo di cui facevamo parte. Mi piacerebbe riportasse in vita ministero per le persone disabili. Ovviamente non è una questione di nomi, ma di semplificare vita a milioni di italiani".
"Abbiamo messo al centro la riforma della giustizia civile, magari qualcun altro è più attento ad altre riforme, perché la giustizia civile ha tre milioni di procedimenti in arretrato, una causa civile dura in media sette anni". "La giustizia civile arriva nelle case di tutti gli italiani. La priorità è dare risposte a famiglie e imprese, che non possono aspettare sette anni per avere giustizia".
Lega vota sì a Recovery nel Parlamento europeo
"Preso atto dell'impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell'austerity è finalmente archiviata, che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue e che si aprirà una stagione nuova per l'utilizzo dei fondi del Recovery, prendiamo l'occasione per riportare l'Italia protagonista. Voteremo a favore del Recovery Resilience Facility per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare". Così in una nota gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo ID, e Marco Campomenosi, capo delegazione Lega al Parlamento Europeo.
Crimi (M5s): "Transizione ambientale e energetica è pilastro del progetto Draghi"
"Abbiamo trovato una serie di spunti nelle proposte di Draghi, ma la cosa cui tenevamo di più era che l'azione di governo avesse come pilastro la transizione ambientale ed energetica: abbiamo insistito per la creazione di una sorta di super-ministero e abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che si sta pensando a un assetto istituzionale di questo tipo". Lo ha detto il reggente politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi dopo il colloquio con il presidente incaricato Mario Draghi.
Il Movimento 5 stelle ha ribadito a Mario Draghi l'importanza del reddito di cittadinanza e il presidente del Consiglio incaricato ha dato "assicurazioni" che "oggi più che mai è necessario rafforzare misure di sostegno", possibilmente di carattere "universale". "Abbiamo ribadito l'importanza del reddito di cittadinanza e abbiamo avuto assicurazioni che oggi è più che mai necessario rafforzare misure di sostegno e creare misure universali che possano mettere al loro interno tutte le misure di ammortizzatori sociali di vario tipo".
"Ci sarà una consultazione con i nostri iscritti sul nuovo governo, come già accaduto nelle precedenti occasioni. Contiamo nella intelligenza collettiva per fare il bene del Paese".
"Abbiamo affrontato anche il tema del Mes, su cui abbiamo una posizione ed è stato chiaro che va fatto se c'è un piano, una convenienza e dei motivi e ad oggi non ci sono per immaginarlo come strumento da adottare tanto che Draghi non lo ha citato nella sua elencazione delle azioni" di governo.
"Altra parola chiave di questa possibile esperienza di governo è investimenti, partendo dal Pnrr. Abbiamo avuto rassicurazioni che partirà da quello che c'è già. Da quello che aveva ottenuto il precedente governo: 3 miliardi per la giustizia, 40 miliardi per il lavoro o i fondi per la scuola. Nessuno stravolgimento come qualcuno voleva".
Dalla scuola ai vaccini, ecco il programma. Il pressing dei partiti sui ministeri
Rimodulare il calendario scolastico, per recuperare i tanti giorni persi; evitare cattedre vacanti e ritardi a settembre; accelerare la campagna di vaccinazione, valutando gli aspetti della logistica e della produzione. Sono alcuni dei punti principali del programma del nuovo governo che Draghi ha presentato ai partiti all'avvio del secondo giro di consultazioni.
Progressività fiscale senza nuove tasse
Progressività fiscale, rimodulando le aliquote, ma senza aumentare le tasse. E' questa l'idea di riforma del fisco che il premier incaricato Mario Draghi avrebbe illustrato alle forze politiche durante le consultazioni. Le delegazioni ribadiscono che il premier ha illustrato i temi programmatici che verranno poi dettagliati quando chiederà il loro voto in Parlamento, nessun cenno quindi alla squadra, e con alcuni si è soffermato sul tema del fisco. "Nessuno spazio per la flat tax", riferiscono alcuni parlamentari, ma piuttosto ribadire il principio della progressività fiscale senza però aumentare la pressione.Altro tema caro all'ex governatore della Bce, sempre secondo quanto raccontano le delegazioni che lo hanno incontrato questa mattina, è la lotta all'evasione fiscale, che è elevata e non può essere considerata come un dato di fatto.
Le ipotesi sulla squadra di governo
Resta da stabilire se la squadra sarà di ministri tecnici o politici. La squadra di governo che accompagnerà l'ex presidente della Bce in questo percorso è ancora un'incognita, per i partiti della sua potenziale maggioranza: la convinzione è che sarà tecnico-politica, senza i leader, con ministri scelti dal premier, ma nel dettaglio non si sa nulla e dai partiti continuano a trapelare auspici e paletti. Ai piccoli gruppi incontrati ieri all'avvio del secondo giro di consultazioni, Mario Draghi non lascia neanche un indizio. Ma l'impressione - racconta l'esperto Bruno Tabacci - è che possa prendere ancora qualche giorno per decidere: portare la lista al Quirinale tra giovedì sera e venerdì o anche, azzarda qualcuno, all'inizio della prossima settimana.
C'è chi ipotizza che il premier incaricato possa sentire i leader di partito dopo le consultazioni, prima di chiudere il cerchio. Ma nell'incrocio tra ministri e deleghe, emergono tutte le difficoltà nel tenere insieme una maggioranza che spazi da Leu (combattuta al suo interno se entrare o meno) alla Lega, passando da Pd e M5s. I Cinque stelle, che ufficializzeranno la scelta con un sofferto voto su Rousseau, in programma il 10 e 11 febbraio, chiedono un governo politico e quindi loro ministri: Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, possibilmente confermati agli Esteri e allo Sviluppo economico, rappresenterebbero due delle grandi componenti del Movimento. Altrettanto fa la Lega, dove si starebbero confrontando anche in chiave interna le due anime facenti capo a Matteo Salvini (con la richiesta del leader al governo) e Giancarlo Giorgetti.
Al Pd le aspirazioni degli ex ministri e delle correnti si scontrerebbero con la volontà di Draghi di scegliere i profili più adatti, di qui la spinta di alcuni per un 'disarmo' e l'indicazione di tecnici d'area. Il Nazareno fa sapere che ci si affida alle decisioni che il premier incaricato prenderà d'accordo con Mattarella, ma nei gruppi parlamentari si fanno i nomi di Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando come possibili ministri politici. Matteo Renzi, da Italia viva, starebbe spingendo nella direzione di una discontinuità col precedente governo.
I leader di partito dovrebbero restare fuori, ma come tenere insieme gli auspici di M5s e Lega per Di Maio e Salvini, la possibilità che Speranza resti alla salute, con le difficoltà che la convivenza in Cdm comporterebbe? A complicare la situazione c'è che a ogni delega corrisponde un tema potenzialmente divisivo: Draghi non sarebbe disposto, ad esempio, a rinnovare alla scadenza la leghista 'quota 100'. Di qui il dilemma: avere ministri politici vuol dire dare più forza all'esecutivo in Parlamento, ma sui nomi l'equilibrio è difficilissimo e potrebbe volerci più tempo per la sintesi.
Figure chiave saranno i sottosegretari alla presidenza del Consiglio: c'è chi ipotizza che possano essere politici come Giorgetti e Orlando, a rappresentare i partiti, ma vengono più 'quotati' profili tecnici come Daniele Franco di Bankitalia,della giurista Luisa Torchia o dell'avvocato Antonio Catricalà. Franco resta comunque il nome più quotato per l'Economia,insieme a Dario Scannapieco della Bei. Tra gli economisti si citano anche Carlo Cottarelli e Ignazio Angeloni della vigilanza Bce. Al Viminale, come ministro super partes e di garanzia, resterebbe Luciana Lamorgese.
Per la sanità si cita Rocco Bellantone, presidente della facoltà di medicina della Cattolica e direttore del Gemelli. Molte, assicura chi conosce Draghi, saranno le donne. Di qui, nei rumors, i nomi di Marcella Panucci, ex Confindustria, della professoressa Lucrezia Reichlin, del direttore della Farnesina Elisabetta Belloni e di Marta Cartabia alla Giustizia.
Domani, assicurata la maggioranza del suo governo, l'ex presidente della Bce vedrà le parti sociali.
Bonaccini: "Domani confronto Upi e Anci con Draghi"
"Domani sarò con il presidente di Upi De Pascale e il presidente di Anci Decaro dal presidente Draghi che ha avuto la sensibilità - e non era tenuto a farlo - di chiamare le rappresentanze degli enti locali a un confronto prima dell'avvio, mi auguro a breve, del suo governo". Lo ha annunciato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, nel suo intervento all'assemblea dei soci di Legacoop Estense."Domattina - ha spiegato Bonaccini - mi farò carico di porre due questioni urgentissime: da un lato il tema della lotta alla pandemia e del piano vaccinale, che è lo strumento vero che abbiamo per sconfiggere questa tragedia; dall'altro come affrontare il Recovery plan prima che nelle prossime settimane venga inviato a Roma e sul quale, va detto, c'era stato troppo poco confronto con il governo precedente"."Io mi auguro che nasca il governo - ha proseguito il presidente della Conferenza delle Regioni - posto che non è stato possibile dar vita al Conte ter come poteva essere giustamente auspicabile. Oggi credo che il presidente Mattarella abbia concesso all'Italia un'opportunità con una delle personalità nazionali più stimate in Europa e nel mondo, per un governo che provi ad affrontare alcuni nodi prioritari per il paese e che vanno affrontati subito perché chi chiedeva e ha chiesto elezioni in queste settimane lo ha fatto per interesse di parte e non certamente per l'interesse del paese". A chi rappresenta il mondo delle imprese serve "un governo che prenda decisioni per le sfide immediate che abbiamo di fronte, piuttosto che l'ennesima, infinita campagna elettorale".