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ECONOMIA

Nella Capitale record di disoccupati, è senza lavoro il 40% dei giovani

A Roma 30mila bambini in povertà assoluta. Il rapporto di Sant'Egidio

Sono 30 mila a Roma i bambini in povertà assoluta. Lo dicono le stime dell'assessorato al Sostegno sociale e alla sussidiarietà del comune contenute nel terzo Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio 2013 realizzato dalla Comunità di Sant'Egidio

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Roma Sono 30 mila a Roma i bambini in povertà assoluta. Lo dicono le stime dell'assessorato al Sostegno sociale e alla sussidiarietà del comune contenute nel terzo Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio 2013 realizzato dalla Comunità di Sant'Egidio e presentato questa mattina a Roma.

Nel rapporto si sottolinea inoltre come, secondo l'ultimo rapporto Censis sono ancora di più nel Lazio i bambini che soffrono di indigenza alimentare: 37 mila pari all'8,69 per cento del totale. Un dato che colloca la regione al quarto posto in Italia, dietro Campania, Sicilia e Lombardia.

Si risparmia sul necessario. "Per contrastare la povertà dei bambini è necessario aiutare e incoraggiare le famiglie - chiede Sant'Egidio nel rapporto - ed è altrettanto necessario promuovere la creazione di un tessuto sociale nei quartieri che possa creare un ambiente protettivo intorno ai bambini. La crisi economica trasforma anche le abitudini e gli stili di vita - continua - Si risparmia sul cibo e sulle cure mediche. Ne è riprova l'aumento della distribuzione di generi alimentari nelle strutture caritative, ma anche quello di farmaci. Il Banco Farmaceutico ha distribuito agli enti di volontariato, 8 milioni di farmaci in Italia nel 2013, mentre erano 2 milioni nel 2007".

Scarso supporto per le famiglie
Il rapporto mette in evidenza che nella Capitale vivono 910 mila minori, ma non esistono adeguate reti di supporto per le famiglie. "Tale assenza di reti, parentali in primo luogo, ma anche amicali e di vicinato, che rappresentano la prima risorsa delle famiglie italiane, non sempre ha potuto trovare sostegno in un'offerta di servizi pubblici spesso inadatta a rispondere ai nuovi bisogni - si legge - pensiamo solo alla carenza di posti negli asili nido: secondo i dati dell'Agenzia per la qualità di Roma Capitale una famiglia su 3 che ne fa richiesta viene esclusa. La domanda non può essere elusa, anche tenendo presente che nel Lazio una donna su due (48 per cento) ha un impiego lavorativo, valore superiore di 10 volte alla media nazionale".

La questione dei bambini rom
Secondo Sant'Egidio tra i bambini deprivati non vanno, inoltre, dimenticati i minori rom. "Il progetto nazionale per l'inclusione dei bambini e delle famiglie Rom, sinti e camminanti può finalmente favorirne l'integrazione scolastica e l'inclusione sociale, sostenendo il necessario confronto e la diffusione di esperienze significative di lavoro e valorizzando le stesse esperienze locali" - si legge nel rapporto. A Roma e nel Lazio la presenza di Rom è stabile: si tratta di 8.000/ 8.500 persone (circa 10.000/11.000 quelli presenti nel Lazio), un quinto dei quali sono italiani a tutti gli effetti. Il rapporto sottolinea come alcuni gruppi si siano stabiliti progressivamente anche nei comuni della provincia più vicini alla Capitale. "In maniera non del tutto programmata la provincia si è fatta carico dell'accoglienza delle famiglie allontanate dalla periferia romana. D'altronde, a Roma i Rom sono stati per anni oggetto di politiche di natura emergenziale, nonostante presenze numericamente costanti e per due terzi socialmente radicate che, alla fine, non hanno soddisfatto pienamente neanche coloro che le avevano elaborate -sottolinea Sant'Egidio - La domanda di integrazione è state in sostanza eluse favorendo quella sulla dislocazione dei campi nella Capitale, soprattutto concentrandoli in periferia fuori dal Gra". Mentre i Rom desiderano sempre più integrarsi: "lo si vede nella risposta sostanzialmente positiva che le famiglie danno alla prospettiva di dover intraprendere itinerari lunghi in materia di regolarizzazione amministrativa, accesso alla casa popolare o prevenzione sanitaria - continua il rapporto -.

Classe media sempre più povera
Mense sempre più frequentate. Aumentano i romani che si rivolgono alle mense convenzionate con il comune: nell'ultimo anno si è passati da 13-15 mila ospiti a 16-20 mila. E tra le persone che si mettono in fila per un pasto caldo ci sono sempre
più italiani, uomini e donne del ceto medio risucchiati dalla crisi, tanti anziani e persone che hanno subito un evento avverso e che non sono riuscite a superarlo. Il rapporto sottolinea, inoltre, come nel Lazio il fenomeno della povertà sia sempre più acuto in particolare tra le famiglie numerose. "Occorre poi tener presente come a Roma un bambino su 3 è nato in una famiglia "atipica" e nel Lazio - si precisa -, se ci si sposa
meno rispetto alle altre regioni, si hanno tuttavia più rotture coniugali e ben il 75,4 per cento delle separazioni e il 62 per cento dei divorzi riguardano coppie con figli".

Senza aiuto il 40 % delle famiglie con disabili
Nella Regione Lazio la crisi economica pesa anche sulla vita delle persone con disabilita'. Risorse scarse, con la conseguente riduzione o riorganizzazione degli interventi di carattere assistenziale e riabilitativo da parte delle Asl e dei Comuni, hanno prodotto una situazione in cui l'assistenza pesa sempre più sulle famiglie, che senza aiuti adeguati rischiano di cadere in povertà.  Il 93 per cento dei disabili vive in famiglia. Secondo l'Istat il 41,2 per cento delle famiglie nel Lazio nel 2013, contro il 32,8 della media nazionale, con almeno una persona disabile, avrebbe avuto bisogno di assistenza domiciliare ma non ne ha usufruito.

Disoccupazione record per giovani e over 45
Cresce la disoccupazione nel Lazio e colpisce in particolare la fascia giovanile ma anche gli over 45: Roma detiene il record di giovani disoccupati, mentre nell'intera regione il fenomeno riguarda il 40 per cento dei giovani. Non va meglio agli ultraquarantenni, tra i quali i disoccupati toccano la soglia dei 50mila. La regione Lazio, nel primo trimestre 2013 si colloca al quarto posto tra le regioni con un maggior numero di disoccupati (al 30 giugno il numero di disoccupati si assesta attorno alle 251.000 unità, dato Istat). In particolare la crisi ha colpito il settore del commercio, mentre l'unico dato positivo è quello dell'export (+5,1 nel Lazio rispetto al 2012). L' indice di impoverimento si misura con il record di "sparizioni" di negozi. In tutta Italia 21.000 imprese hanno chiuso dall'inizio del 2013, e il Lazio è tra i primi posti con 936 chiusure con un saldo negativo, in un anno, di 635 aziende. Si tratta di bar, ristoranti, piccoli esercizi.
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