MONDO
Le suore di Maalula in un video: "Stiamo bene"
Le religiose scomparse dalla città cristiana lunedì scorso riappaiono in un filmato diffuso da Al Jazeera. Dicono di "non essere state rapite" e che "torneranno libere in due giorni"
Dopo giorni di silenzio, che avevano fatto temere per il peggio, le 12 suore scomparse
lunedì dal convento greco-ortodosso di Santa Tecla a Maalula, in Siria, sono apparse in un video trasmesso dall'emittente panaraba Al Jazeera negando di essere state rapite dai ribelli. Ma la situazione è molto confusa: poche ore prima infatti, il gruppo di ribelli di Qalamoon aveva rivendicato il sequestro delle religiose chiedendo in riscatto la liberazione di mille detenute siriane.
Le suore: "Non ci hanno rapito, stiamo bene"
Nelle immagini si vedono le religiose apparentemente in buona salute all'interno di una stanza. "Un gruppo ci ha portato qui (non viene rilevato il luogo) e stiamo molto, molto bene con loro", afferma una delle suore, mentre un'altra religiosa riferisce che si trovano in "una villa molto molto bella", e smentisce che qualcuno le abbia rapite. Affermano che sarebbero state tratte in salvo dopo che lunedì la loro cittadina sarebbe stata colpita da diversi colpi d'artiglieria.
La rivendicazione dei ribelli
In mattinata era arrivata la notizia (diffusa dal sito del quotidiano ash Sharq al Awsat) di una richiesta di riscatto da parte di un gruppo di ribelli della regione di Qalamun, a nord-ovest di Damasco. La brigata "i Liberi del Qalamun" e il gruppo qaedista Jabhat an Nusra, avevano infatti assicurato: le suore si "trovano in un posto sicuro" ma "non saranno liberate se non in cambio della scarcerazione di mille detenute siriane nel carcere del regime".
Assad avvisato attraverso il Vaticano
Citando il portavoce della brigata, tale Muhannad Abul Fida, il quotidiano affermava che la richiesta dei ribelli era stata fatta già pervenire ad Assad tramite il Vaticano. La madre superiora del convento di Santa Tecla, Suor Pelagia Sayyaf, tra le suore rapite, si sarebbe infatti messa in contatto con la Santa Sede tramite un cellulare satellitare e il Vaticano avrebbe poi comunicato le richieste al regime.