MONDO
Parigi
Cop21. Nella nuova bozza di accordo ancora tanti nodi da sciogliere
Sembra che si sia arrivati a una conclusione positiva rispetto alla "trasparenza" dei controlli sugli impegni assunti e "il trasferimento delle tecnologie", ma ancora molto resta da fare sui temi della differenziazione, i finanziamenti e il livello di ambizione della Cop 21, ovvero il limite di riscaldamento massimo
Parigi
Da 43 a 29 pagine. La nuova bozza di accordo finale sui cambiamenti climatici presentata oggi dal presidente della Cop21, Laurent Fabius, è più snella della precedente. Resta ancora molto da fare, ma comunque é un passo avanti, ha osservato il ministro degli Esteri francese.
I nodi da sciogliere
Sembra che si sia arrivati a una conclusione positiva rispetto alla "trasparenza" dei controlli sugli impegni assunti e "il trasferimento delle tecnologie", ma resta ancora molto da fare sui temi della differenziazione, i finanziamenti e il livello di ambizione della Cop 21, ovvero il limite di riscaldamento massimo. "L'accordo - ha osservato Fabius - dovrà essere giuridicamente vincolante, ambizioso, equilibrato e a lungo termine" entro venerdì.
Per quanto riguarda l'obiettivo generale, sembra esserci ancora molto disaccordo. Nell'articolo 2 vengono elencate, per esempio, tre opzioni: fermare il riscaldamento globale “sotto i 2°C” dai livelli preindustriali, oppure "ben al di sotto dei 2°C”, oppure “sotto a 1,5°C”.
Non c'è accordo anche sulla tempistica, la periodicità con cui i Paesi dovranno rivedere i propri impegni di riduzione delle emissioni. Le due ipotesi per la riduzione al 2050 delle emissioni inserite nelle quadre sono del 40-70% oppure del 70-95%.
Poi controverso é il punto sul termine 'de carbonizzazione', che proprio due giorni fa il Venezuela condannava ritenendolo termine non corretto. Viene messo in tra parentesi quadre come possibile alternativa alla parola 'neutralità climatica', da raggiungere durante il secolo in corso, cioè dopo il 2050. Ancora più infarcite di opzioni e parentesi quadre le parti su impegni nazionali, meccanismi di finanziamento e compensazioni.
di Cristina Raschio
I nodi da sciogliere
Sembra che si sia arrivati a una conclusione positiva rispetto alla "trasparenza" dei controlli sugli impegni assunti e "il trasferimento delle tecnologie", ma resta ancora molto da fare sui temi della differenziazione, i finanziamenti e il livello di ambizione della Cop 21, ovvero il limite di riscaldamento massimo. "L'accordo - ha osservato Fabius - dovrà essere giuridicamente vincolante, ambizioso, equilibrato e a lungo termine" entro venerdì.
Per quanto riguarda l'obiettivo generale, sembra esserci ancora molto disaccordo. Nell'articolo 2 vengono elencate, per esempio, tre opzioni: fermare il riscaldamento globale “sotto i 2°C” dai livelli preindustriali, oppure "ben al di sotto dei 2°C”, oppure “sotto a 1,5°C”.
Non c'è accordo anche sulla tempistica, la periodicità con cui i Paesi dovranno rivedere i propri impegni di riduzione delle emissioni. Le due ipotesi per la riduzione al 2050 delle emissioni inserite nelle quadre sono del 40-70% oppure del 70-95%.
Poi controverso é il punto sul termine 'de carbonizzazione', che proprio due giorni fa il Venezuela condannava ritenendolo termine non corretto. Viene messo in tra parentesi quadre come possibile alternativa alla parola 'neutralità climatica', da raggiungere durante il secolo in corso, cioè dopo il 2050. Ancora più infarcite di opzioni e parentesi quadre le parti su impegni nazionali, meccanismi di finanziamento e compensazioni.