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ECONOMIA

Strasburgo

Copyright, trovato accordo Ue su riforma

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Dopo una lunghissima maratona negoziale cominciata lunedì a Strasburgo, Parlamento, Consiglio e Commissione Ue hanno trovato un accordo sulla riforma del copyright.

Questa garantisce maggiori diritti e una remunerazione più equa a editori, artisti, autori e giornalisti nei confronti delle grandi piattaforme online come Google, Facebook o Youtube.

"Accordo raggiunto sul copyright!", ha twittato con soddisfazione il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip, ora "gli europei avranno finalmente regole moderne per il copyright adatte all'era digitale con reali benefici per tutti: diritti garantiti per gli utenti, equa remunerazione per i creatori, chiarezza delle regole per le piattaforme".  "I creativi inclusi musicisti, attori, giornalisti sono rafforzati" dalle nuove regole, twitta il Parlamento europeo, mentre "meme, gif, e gli snippet degli articoli sono salvi" e "le piattaforme start up protette".

Il testo di compromesso tra Europarlamento e Consiglio ricalca in gran parte l'intesa franco-tedesca su cui i governi avevano trovato una maggioranza la scorsa settimana, malgrado il voto negativo dell'Italia e altri Paesi. L'impianto e gli obiettivi della direttiva rimangono gli stessi: costringere le grandi piattaforme digitali a concludere accordi con i detentori dei diritti d'autore e a pagare per il materiale che viene utilizzato su internet, garantendo così una giusta remunerazione per gli autori, i creativi, gli artisti e i giornalisti. Ma due articoli della direttiva sono stati oggetto di un'aspra battaglia tra i giganti del web come Google o Wikipedia, che denunciano pericoli di censura, e le associazioni di editori, musicisti e autori di contenuti, che esigono di porre fine al furto di materiale coperto da copyright su internet.

Secondo l'articolo 13 della direttiva - il più contestato - le piattaforme come YouTube sarebbero obbligate a filtrare automaticamente e rimuovere il materiale coperto da diritti d'autore caricato dai singoli utenti. Il compromesso raggiunto negli scorsi giorni tra Parigi e Berlino prevede di escludere le startup con meno di 5 milioni di visitatori unici al mese da alcuni obblighi della direttiva. L'articolo 11 sulla remunerazione di editori, giornalisti e autori, che potrebbe costringere piattaforme come Google News a concludere accordi e a pagare per mostrare frammenti (snippet) o titoli di articoli pubblicati altri siti. L'intesa prevede di lasciare più spazio agli Stati membri per prevedere eccezioni, che potrebbero danneggiare giornalisti, editori e autori. La battaglia sulla nuova no mativa sul Copyright è destinata a proseguire nelle prossime settimane, quando governi e Europarlamento dovranno confermare l'accordo raggiunto questa sera dopo 13 ore di negoziati in 3 giorni nel cosiddetto "trilogo". Con le elezioni europee in vista sarà una corsa contro il tempo per evitare che il provvedimento decada. L'Europarlamento dovrebbe votare nella sessione di aprile, anche se potrebbe anticipare a fine marzo. Al Consiglio, l'Italia e gli altri governi contrari potrebbero cercare di mobilitare una minoranza di blocco che impedisca l'approvazione definitiva del testo.
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